Un saggio fotografico per raccontare l’anima antica e modernissima di via Milano

Recensione di Katiu Rigogliosi per Brescia si legge

Via Milano aveva un fascino in più, aveva quel vissuto quotidiano e quella tangibile autenticità che, contrapposti alla insistita esibizione delle signorili residenze di Viale Venezia, la rendevano più intrigante.

Renato Corsini, “Brescia oltre via Milano”

“Brescia oltre via Milano” (BAMS Photo, 2021 – acquista qui) è un’opera letteraria e fotografica curata da Renato Corsini, direttore artistico della Wave Photogallery di Brescia, che si pone l’intento di far posare l’attenzione dei suoi concittadini su una delle vie più antiche, multietniche e complicate della città di Brescia: via Milano.

Strada di transito, linea di confine tra urbe e campagna, sede di fiere e mercati, area industriale, quartiere operaio, arteria multietnica ed infine oggetto di un grosso intervento di riqualificazione, via Milano è infatti una strada ricca di storia e di storie, testimone e simbolo dei mutamenti che hanno cambiato e che continuano a cambiare il volto della nostra città.

Cambiamenti che il libro di Corsini indaga e prova a fissare nel tempo, grazie ad un ricco corredo fotografico giocato sul contrasto tra luci ed ombre.

L’inizio di via Milano, uscendo dal centro storico di Brescia

Dai Romani ai giorni nostri

Via Milano è una di quelle strade che siamo abituati ad avere sotto gli occhi: c’è sempre stata, è sempre stata lì immobile a fare da collegamento tra il centro storico bresciano e la zona ovest della città. Ha visto passare sul suo terreno, sui suoi sassi ed infine sul suo asfalto vite, guerre, personaggi storici di rilievo o semplici contadini.

Via Milano è stata testimone del cambiamento non solo dell’urbe, nata come Brixia romana e maturata nella Brescia del ventunesimo secolo che abbiamo ora davanti a noi, ma è stata testimone silenziosa del cambiamento umano e sociale che ha colpito la nostra città in primis e lo Stato Italiano poi.

Progettata inizialmente come semplice via di uscita dal suburbium romano, via Milano in realtà è stata al centro di un numero consistente di progetti cittadini, dalla nascita del Cimitero Vantiniano (primo esempio di Cimitero Monumentale italiano) alla realizzazione di quartieri dormitorio per i dipendenti delle fabbriche che avevano scelto questa zona per i loro commerci (si pensi alla Caffaro, la Radiatori o alle piccole botteghe artigiane che dal 1800 adornano i profili della via stessa) sino alla riqualificazione in atto in questi ultimi anni. Una strada, quindi, che da semplice via di transito e di uscita è diventata centro nevralgico di affari e produzioni cittadine.

Le case popolari di via Mazzuchelli all’inizio della riqualificazione

Il mondo in una via

Nonostante la chiusura delle industrie, che hanno caratterizzato via Milano per due secoli, il tessuto storicamente popolare di via Milano ha saputo negli ultimi decenni re-inventarsi. Nell’alternarsi di fabbriche, officine e vecchie case operaie, che hanno per decenni accolto i “nuovi bresciani” giunti prima dalla provincia e poi dall’Italia meridionale, si sono infatti negli ultimi decenni assiepate genti provenienti da ogni parte del mondo alla ricerca di un luogo accessibile da cui cominciare la loro avventura bresciana.

Arabi, africani, sudamericani, cinesi hanno trovato qua la loro dimora, creando sotto-quartieri e rioni etnici dove potersi ritrovare, lavorare e vivere, e mantenendo il quartiere a suo modo vitale. D’altro canto, la svalutazione e l’impoverimento della zona (e la trascuratezza del patrimonio immobiliare) che l’hanno resa accessibile alle nuove classi popolari, hanno alimentato (soprattutto in chi osserva la strada da fuori) una sensazione di crescente disagio e di disconoscimento di questa parte di città così lontana dalle aspirazioni e dall’immaginario di una città piacevole, immacolata e priva di problemi.

Anche in risposta alle denunce crescenti di “degrado”, da anni si è quindi iniziata una lenta ma definitiva opera di riqualificazione denominata “Oltre la strada”. Grazie a consistenti finanziamenti statali, via Milano è infatti diventata il centro di consistenti opere di bonifica e ristrutturazione, con l’abbattimento di vecchie case e fabbriche abbandonate e la conseguente costruzione di teatri, biblioteche e luoghi di ritrovo, ma anche con la sistemazione del manto stradale e la creazione di nuovi spazi abitativi e commerciali, che daranno vita ad una nuova via Milano.

La Caffaro

Un vivido e realistico racconto per immagini

Il grande lavoro storico, narrativo e divulgativo fatto da Renato Corsini, aiutato nella stesura dei testi da cittadini di rilievo come Marco Mottinelli, Marcello Zane, Michela Tiboni, Claudio Buizza, Renè Capovin, Gianpiero Ribolla e Laura Treccani, è magistralmente supportato da un lavoro fotografico degno di nota.

Via Milano, nelle immagini presenti all’interno del volume, viene presentata in tutta la sua magnificenza, non nascondendo nulla ma anzi esaltando tutte le piccole caratteristiche che contraddistinguono quest’area: le antiche facciate dei palazzi e la modernità dei supermercati, il verde dei parchi cittadini e i murales che adornano antichi mattoni ma anche, e forse soprattutto, i volti degli abitanti, i sorrisi dei negozianti, le risate dei bambini.

Per non dimenticare che via Milano, oltre che architettura e supposto degrado, è anche e forse prima di tutto l’insieme delle storie di chi la abita oggi e di chi – nel tempo – l’ha abitata.

L’accesso alla tangenziale Ovest e, sullo sfondo, la chiesa di San Giacomo al Mella

Titolo: Brescia oltre via Milano
A cura di: Renato Corsini
Editore: BAMS Photo, 2021

Genere: Libro fotografico
Pagine: 248
Isbn: 9788897941422

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Katiu Rigogliosi

Diplomata alla scuola d'Arte al corso di operatrice d'arredamento, nella vita si occupa di progettazione di interni, realizzando meravigliose SPA in giro per il mondo. Nata a Milano, cresciuta tra Piacenza e Bergamo, maturata sotto la mole di Torino, risiede oggi nella provincia al di là del fiume Oglio. Legge da quando ha memoria e non disdegna nessun genere, anche se le si illuminano gli occhi quando si tratta di sparatorie, uccisioni ed indagini. Gestisce un gruppo di Staffette Letterarie su Facebook, perché crede che la lettura condivisa in ogni parte d'Italia sia la cosa migliore che possa esistere.

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