I “tesori nascosti” di Brescia e hinterland: un approfondito viaggio nella prossima Capitale italiana della Cultura nel volume di Bams e LiberEdizioni
Recensione di Federico Migliorati per Brescia si legge
Italo Calvino nelle sue “Città invisibili” annotava che “d’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda”. Scoprire Brescia, città dove i preparativi per il ruolo di Capitale italiana della Cultura (insieme a Bergamo) fervono intensi, permette di ottenere soddisfazione alla propria curiosità, al proprio interesse intellettuale riguardo all’importanza che nei secoli la Leonessa d’Italia ha rivestito.
Per fare ciò si può sfogliare la settima e ultima guida che Bams e Liberedizioni hanno pubblicato in questi giorni e che chiude il Gran Tour della provincia, iniziato poco meno di due anni fa con la Valtrompia e proseguito con altre 5 macroaree del territorio, dalla Bassa Bresciana al Lago di Garda. Un viaggio emozionante “lungo” oltre 3 mila pagine tra i testi approfonditi e meticolosi dello storico Marcello Zane e le fotografie di altissima qualità della famiglia Rodella, che consente al lettore di crearsi una sua mappa ideale di percorsi tra i borghi montani e una pianura ricca di castelli e rocche, passando per i bacini turistici dei laghi e tra le tradizioni ancestrali e ancora vive di certi luoghi valligiani.
Il tutto all’insegna dei “tesori nascosti”, come recita il sottotitolo di ogni guida: sì, perché l’intenzione degli autori non è stato solo quello di promuovere, ça va sans dire, le bellezze che Brescia e la sua provincia posseggono (e non sempre adeguatamente mostrano al turista-viaggiatore), ma anche di “premiare” quel vasto ambito di straordinari scrigni di cultura, arte, fede, ignorato o misconosciuto dagli stessi residenti. Un impegno immane, che costituisce il miglior viatico per il 2023 quando Brescia sarà sotto i riflettori come lo saranno i territori che da Ponte di Legno a Fiesse, da Chiari a Pozzolengo, riceveranno – si spera – uno sguardo altrettanto attento sulle rispettive emergenze culturali.
Dalla Brixia romana al razionalismo novecentesco
Dunque, per chiudere il cerchio, ecco “Brescia e hinterland”, ennesima tappa tra 17 comuni in un caleidoscopio di emozioni senza tempo che spazia dalla Brixia romana e longobarda, che l’Unesco ha inserito quale Patrimonio dell’Umanità, a quella veneziana, con il dominio della Serenissima durante il quale, tra l’altro, fu istituita la Biblioteca Queriniana.
La guida passa in rassegna a volo d’uccello il contesto della fede e della spiritualità che la città può vantare per arrivare al Novecento, al razionalismo rigoroso del Piacentini e toccando alcune tappe della contemporaneità (il primo cimitero monumentale italiano, opera insigne del Vantini, si trova qui, così come sempre qui si tiene dal lontano 1927 la corsa più bella e famosa al mondo, la Mille Miglia) che ne hanno sfatato il mito di “città del tondino” “ricca e ignorante”, “prevalentemente dedita a commercio e industria”, per citare alcune poco felici e improprie espressioni.
C’è una Brescia di superficie e una “underground”, una città “milanese” per la frenesia che vi si può respirare e una città “sognante” nei vasti spazi verdi incrementati nel tempo e che Zane descrive con minuzia di particolari puntando in particolare su dettagli, considerazioni e aneddoti, che le classiche guide – ingiustamente – snobbano o dimenticano.
I tesori nascosti della città
Quanti, ad esempio, sanno del valore inestimabile della Croce di San Desiderio al cui interno sono incastonati un rarissimo ritratto di Federico di Svevia e soprattutto due “Alsengemme”, mentre altre quattro sono custodite in Duomo Vecchio sui sette esemplari complessivamente esistenti sul territorio italiano? O che la piccola, ma pregevole chiesa di San Marco, risalente all’epoca romanica, è probabilmente l’unico edificio religioso su cui non si è mai intervenuti nel corso del tempo? Per non parlare della cupola del Duomo Nuovo che con i suoi 80 metri di diametro è la terza più grande d’Italia e fa di Brescia la città dalle due cattedrali.
Uscendo da questo tour spirituale è facile imbattersi ai lati delle strade o nelle ariose piazze in alcuni degli elementi caratteristici del paesaggio urbano: le fontane. Secondo un’antica vulgata se ne contano più di mille, tanto che lo scrittore Alfred De Musset le prese a simbolo poiché “donano a Brescia un’aria da grande città”. Se si impegna la via del Cidneo invece si potrà ammirare uno dei plastici ferroviari più rinomati dai fermodellisti a poca distanza dalla storica locomotiva. C’è poi una Brescia popolare e frizzante nei rinnovati eleganti quartieri del Carmine, che nel 2013, grazie alla sua ‘movida’, ‘la Guida al piacere e al divertimento’ definiva la migliore d’Italia, e di San Faustino, la “Montmartre paesana”. Il provenzale Jean Giono arrivò addirittura a parlare di “eroismo popolare” riferendosi a certe costruzioni urbane in marmo o laterizio.
Un tour nell’hinterland bresciano
Oltre il capoluogo i 16 comuni dell’hinterland garantiscono ulteriori motivi e “risposte”, per dirla con Calvino, alle tante domande del visitatore attento: a Botticino, sontuoso nome per la produzione del marmo di cui è rivestita tra l’altro la Scala di Milano, ci si potrà estasiare nella preziosa chiesa di San Faustino al Monte, la più antica di tutta la Valverde; Castenedolo vanta splendidi palazzi, spesso nascosti da ampie vòlte che ne celano la bellezza, nonché la “macchina dei Tridui” più scenografica di tutta la provincia.
È invece Collebeato a fregiarsi del titolo di “Città per il Verde 2018” in virtù della sua attenzione al contesto ecologico laddove Ciliverghe di Mazzano può contare sul curioso “Museo del Vino e del Cavatappi” oltre alla famosa Villa Mazzucchelli. Nella vicina Rezzato gli affreschi di fine Cinquecento in stile manierista che impreziosiscono la chiesa di San Giacomo costituiscono l’unica prova di tale tecnica dell’orceano Pier Maria Bagnadore; tra arte e battaglia come dimenticare poi l’antica Aspes, oggi San Zeno Naviglio, che diede i natali al conte Giuseppe Lechi, generale come i fratelli al sèguito di Napoleone. Costellano il territorio di Travagliato, Comune che per l’ordine alfabetico “chiude” la guida, numerose chiese e palazzi spesso recanti il sigillo di Rodolfo Vantini.
I “Tesori nascosti” di Brescia e hinterland come delle altre aree provinciali restano dunque segni di una storia gloriosa da promuovere e valorizzare: Bams e LiberEdizioni, con un ciclo editoriale unico nel suo genere, ne hanno saputo rendere con vivacità e profondità il senso più vivo e più vero.
Titolo: Brescia e hinterland – I tesori nascosti
Autore: Marcello Zane
Editore: BAMS – LiberEdizioni, 2022
Genere: Guida
Pagine: 480
Isbn: 9791280148933
“Brescia hinterland – I tesori nascosti” è attualmente in vendita in allegato al Giornale di Brescia al costo di 14,90 euro (più il prezzo del quotidiano) e in libreria al costo di 25 euro.
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