“Io piangio a Brescia-Auschwitz”: uno scioccante romanzo-inchiesta sullo sfruttamento sessuale a Brescia

Recensione di Katiu Rigogliosi per Brescia si legge

Un giro di affari imponente, circa duemila rapporti sessuali comprati ogni ventiquattro ore da persone incuranti di alimentare, con il loro denaro, questa schiavitù dei nostri giorni.

“Io piangio a Brescia-Auschwitz”, di Sandro Biffi ed edito da La Vita Felice nel 2017 (acquista qui), è un romanzo-inchiesta, ovvero uno di quei libri che, mentre raccontano una storia vera cercando di far capire i punti di vista dei personaggi, provano anche a puntare i riflettori su ciò che di torbido e pericoloso ruota attorno all’argomento principe, il vero protagonista indiscusso. In questo caso, i temi su cui è imperniato questo libro ispirato a una storia vera sono la prostituzione e lo sfruttamento, l’inganno e le sevizie che subiscono migliaia di ragazze provenienti da ogni parte del mondo.

Alberto, Alexandra e un incontro casuale

«[…] Quante vittime del racket ci sono in Italia?»

«Cinquantamila solo considerando l’Europa dell’Est, sul marciapiede o in appartamenti-bordello. Il totale supera di poco le centomila persone. Le nigeriane sono trentacinquemila.»

«E le minorenni quante sono?»

«Oltre trentamila».

Sandro Biffi, “Io piangio a Brescia-Auschwitz”

Alberto è un uomo qualunque, uno di quelli che passerebbero inosservati persino se fossero gli unici presenti all’interno di una stanza. Vive a Brescia, ma non è bresciano: è in trasferta, la sua azienda lo ha temporaneamente spedito nella città lombarda in una delle sue tante filiali sparse per l’Italia. Vive nel piccolo monolocale aziendale e le sue giornate trascorrono monotone tra ufficio, supermercato e casa.

Alexandra viene dalla Nigeria, ha dei ricci ribelli in testa e un sorriso radioso. È arrivata in Italia convinta di poter iniziare una nuova vita con un lavoro in fabbrica e una casetta per le operaie. Si ritrova invece sbattuta su una strada, mezza nuda, obbligata a dar retta a giovani, vecchi, timidi, maniaci, uomini senza scrupoli e ladri violenti.

Alberto e Alexandra si incontrano per caso una sera, mentre lui sta rientrando a casa e lei cerca un passaggio per andare al lavoro. Da allora, da quel momento, da quell’attimo in cui i loro sguardi si sfiorano, non si lasciano più.

Tra amore e orrore

In queste  200 pagine e poco più, sono due gli argomenti principali che legheranno il lettore al libro: da una parte, l’amore incondizionato di un uomo per una giovane ragazza e la sua voglia di salvarla da un lavoro che la obbliga a stupri quotidiani, a cui si aggiungono la riconoscenza e l’affetto di una donna, poco più che adolescente, per una persona che va al di là del corpo nudo innamorandosi della sua mente e del suo sorriso. Dall’altra parte l’orrore, il disprezzo, le minacce che tutte quelle donne che vediamo lungo le strade, di notte, subiscono ogni santo giorno dalle loro madame, ovvero da donne (ragazze) che fino a qualche giorno prima erano nella loro stessa posizione.

Il lettore scoprirà che la maggior parte delle prostitute non fa il mestiere per scelta – come invece molti di noi si autoconvincono – ma che tutte queste donne, ragazze, a volte solo bambine, vengono portate in Italia con l’inganno di un lavoro serio, facendo loro riti voodoo per spaventarle e tenerle legate grazie alla paura, obbligate a vendersi per quattro soldi, gli stessi soldi con cui non solo devono pagare il loro riscatto – la libertà di scappare – ma anche il cibo, l’affitto, le bollette delle case in cui vengono messe a vivere.

Brescia e le sue prigioni su strada

Gli oltre settecentomila rapporti sessuali che ogni anno venivano comprati in provincia di Brescia erano consumati in gran parte nelle macchine. Le zone frequentate dalle schiave erano note a tutti. E tuttavia non avevo mai avuto notizia di processi a carico di clienti.

Sandro Biffi, “Io piangio a Brescia-Auschwitz”

Sandro Biffi, pseudonimo dell’autore di questo romanzo-inchiesta, è in realtà un professore delle scuole superiori sensibile alle tematiche sociali e attivo in diverse associazioni di volontariato. Ha conosciuto Alberto, il protagonista del libro, parecchi anni addietro su un campo di tennis a Milano.

Alberto non era in grado di scrivere un romanzo, ma voleva raccontare la sua storia e la storia di Alexandra, per renderle giustizia. Sandro gli è sembrata la persona adatta per farlo, obiettivo al punto giusto ma anche determinato e deciso, adatto a portare a galla documenti, dati e testimonianze di donne nella stessa situazione di Alexandra.

Il risultato è un romanzo sociale che, portandoci indietro di alcuni anni, racconta un fenomeno mutevole nelle esteriorità ma – in fondo – sempre uguale. Perché Alexandra è solo una delle tante, tantissime donne che vivono sulle nostre strade, lungo le buie provinciali e negli spiazzi isolati a lato delle carreggiate. È solo una delle tantissime donne (tra loro anche donne trans) che vivono segregate in appartamenti, spostate di città in città per essere messe al servizio delle voglie di clienti incuranti di avere a che fare con donne sfruttate.


Titolo: Io piangio a Brescia-Auschwitz. Dieci milioni per finire su un marciapiede
Autore: Sandro Biffi
Editore: La Vita Felice, 2017

Genere: Romanzo
Pagine: 217
ISBN: 9788893461948

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Katiu Rigogliosi

Diplomata alla scuola d'Arte al corso di operatrice d'arredamento, nella vita si occupa di progettazione di interni, realizzando meravigliose SPA in giro per il mondo. Nata a Milano, cresciuta tra Piacenza e Bergamo, maturata sotto la mole di Torino, risiede oggi nella provincia al di là del fiume Oglio. Legge da quando ha memoria e non disdegna nessun genere, anche se le si illuminano gli occhi quando si tratta di sparatorie, uccisioni ed indagini. Gestisce un gruppo di Staffette Letterarie su Facebook, perché crede che la lettura condivisa in ogni parte d'Italia sia la cosa migliore che possa esistere.

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