Un legal thriller con affaccio sul Covid-19: intervista all’avvocato e scrittore bresciano Nicola Fiorin

Intervista a cura di Piero Galli per www.BresciaSiLegge.it

“Il senso ultimo di ogni cosa” (Arpeggio Libero 2020 – acquista qui), l’ultimo romanzo dell’avvocato bresciano Nicola Fiorin, è il quinto romanzo della serie che ha per protagonista Angelo Della Morte, l’avvocato-rocker sempre “dalla parte degli indiani” e cioè di chi sembra destinato a soccombere. Un legal thriller ambientato – come il resto dei libri di Fiorin – nella Brescia contemporanea, che è stato scritto nel periodo del primo lockdown e che ruota attorno all’apparente suicidio di una ragazzina.

Brescia si legge ha intervistato Nicola Fiorin, approfittando dell’uscita di questo quinto libro per conoscere un po’ meglio l’avvocato Angelo della Morte ed il mondo che gli ruota intorno: un mondo, quello raccontato in questo quinto capitolo, che ha anche la particolarità di essere affacciato sull’esordio della pandemia.

BSL: “Il senso ultimo di ogni cosa” si annovera tra le opere letterarie bresciane figlie del lockdown, sia in quanto scritto durante la chiusura forzata, sia perché ambientato a ridosso di quei giorni di pandemia, nella settimana precedente il dramma. É corretto?

Nicola Fiorin: Diciamo che “Il senso ultimo di ogni cosa” rappresenta il mio contributo per superare un momento difficile. Mi sono chiesto a lungo, durante le notti del lockdown, se ci fosse qualcosa di utile che potevo fare per gli altri: non sono un medico, non ho ruoli amministrativi, non potrei essere utile in modo diretto, ma so raccontare e uso le parole per vivere. Così ho deciso di scrivere un romanzo breve, non tanto per il periodo del lockdown, ma per quello successivo, in vista di un’estate  su cui si addensavano molte ombre e timori.

Volevo regalare qualche attimo di svago e serenità a una città che aveva sofferto molto e faticava a guardare con ottimismo al futuro.

BSL: Il libro è un romanzo con una trama che si sviluppa nel tessuto urbano cittadino, fra personaggi bresciani. Come è nato il soggetto base, che poi hai sviluppato contaminandolo con tutto ciò che riguarda il maledetto Covid?

Nicola Fiorin: Il romanzo è la quinta avventura dell’avvocato Della Morte, il personaggio protagonista di tutti i miei romanzi e presenta tutti i canoni degli scritti che lo hanno preceduto: un legal thriller ambientato a Brescia nella contemporaneità.

Fin dal mio primo libro avevo scelto la mia città come ambientazione, un po’ sull’esempio di Massimo Carlotto che ambienta a Padova i suoi racconti, o di Carlo Lucarelli che li ambienta a Bologna: ero convinto che Brescia, allora ancora poco conosciuta, rappresentasse la location ideale per una trama noir e gialla e credo di aver avuto ragione.

BSL: Lasciando al lettore la libertà di scoprire per intero chi è il protagonista, qual è il personaggio secondario che preferisci di questo romanzo, per qualche ragione notevole e meritevole del premio di “migliore non protagonista”?

Nicola Fiorin: In questo nuovo capitolo della serie di Angelo Della Morte c’è un personaggio a cui mi sono affezionato: il Cico, ex rapinatore ed esponente della vecchia malavita bresciana che, avendo ormai “appeso il cappuccio al chiodo” come dice lui, ha aperto una trattoria nel cuore del Carmine, la “Trattoria degli assassini” dal bancone della quale scruta il mondo e lo commenta alla luce dell’arcaico sistema di regole e valori, quelli del mondo dei fuorilegge, che ormai stanno scomparendo soppiantati dalla brutalità e dalla ferocia della criminalità moderna.

Un personaggio interessante che avrà ancora molto da dire.

BSL: Quanto c’è di te, della tua esperienza di quei giorni, nelle vicende narrate e nel profilo dei personaggi?

Nicola Fiorin – In realtà il libro non è ambientato nel corso della pandemia di cui solamente si accenna: l’intera vicenda si svolge nella settimana prima l’esplosione del caso di Codogno, da S. Faustino alla domenica successiva: l’ultima settimana della vita di prima, di quel mondo che non tornerà più.

Il tema del  Coronavirus affiora qua e là sotto forma di notizie, riproposto secondo quanto si diceva allora: dal fatto che fosse percepito come un problema cinese, poi come una semplice influenza e mai come un evento di portata mondiale e storica. Il libro termina con Francesca, la fidanzata di Angelo, che legge  sul web del primo caso registrato in Italia: il racconto si ferma un passo prima dell’apocalisse.

BSL: Quanto c’è invece degli altri “Fiorin”, cioè dei tuoi altri libri pubblicati negli ultimi otto anni, in quest’opera?

Nicola Fiorin – Data la genesi questo è un romanzo un po’ fuori dalla serie anche se si pone in continuità cronologica con i precedenti: Angelo mantiene sempre la sua aura di avvocato rocker e la fedeltà al suo personale codice etico , quello di chi “sta con gli indiani”, cioè dalla parte di chi è più fragile e destinato a soccombere. In questo la trama è perfettamente in sintonia con lo spirito degli altri libri, con Angelo impegnato in una complicata indagini sulla morte di una ragazzina, apparentemente suicida, che lo porterà ad invischiarsi in una coltre di menzogne, segreti e reticenze in cui nessuno è mai quello che dice di esse e, soprattutto, nessuno è veramente innocente.

BSL: La pandemia non è terminata. Si tratta quindi di un lavoro che tratta, seppur sullo sfondo, di un dramma collettivo che esce a situazione tutt’altro che risolta. Hai pensato alla possibile risposta del pubblico, alle reazioni del lettore?

Nicola Fiorin: Si, infatti come dicevo non si parla direttamente della pandemia ed è una scelta precisa legata al pubblico per molte ragioni. In particolare perché la pandemia ha occupato tutti i nostri discorsi e io volevo regalare qualche momento di svago in questo lungo periodo oscuro. Per questo motivo, la scelta è stata quella di lasciarla sullo sfondo, come una tragedia imminente ma non ancora presente.

BSL: Di questi tempi credo non sia semplice, per te e per il tuo editore, gestire le presentazioni e la distribuzione del libro. Come vi state muovendo? Dove si può acquistare “Il senso ultimo di ogni cosa”?

Nicola Fiorin: In effetti l’editoria ha subito un colpo durissimo, soprattutto quella fetta di editori indipendenti che non possono contare sui benefici della grande distribuzione né su aiuti statali. Inoltre per me il contatto con il pubblico è un elemento essenziale, dovervi rinunciare non è stato semplice: ci siamo comunque mossi sui social media e in alcune occasioni pubbliche, rispettando tutti i protocolli di sicurezza.

Inizialmente il libro è stato distribuito con il Giornale di Brescia, da novembre è disponibile in libreria e negli store online.


Titolo: Il senso ultimo di ogni cosa
Autore: Nicola Fiorin
Editore: Arpeggio Libero, 2020

Genere: Legal Thriller
Pagine: 148
Isbn: 9788833520674

Se vuoi acquistare questo libro online, fallo attraverso questo link: sosterrai il progetto Brescia si legge.

Piero Galli

Raffaele Galli, detto Piero, è nativo di Brescia, classe 1976. Laureato in architettura al Politecnico di Milano, ha proseguito gli studi conseguendo una seconda laurea presso l’Accademia di Brera. Appassionato d’arte e artista poliedrico, ha al suo attivo undici libri e numerose pubblicazioni di minore entità, saggi ed articoli, oltre ad una settantina di partecipazioni a conferenze e convegni. Insegnante di Discipline geometriche e Design presso l’Istituto Tartaglia-Olivieri di Brescia, collabora quotidianamente, come ricercatore, con l’Associazione Nazionale della Polizia di Stato. Regista e autore, teatrale e cinematografico, ama comporre in autonomia le colonne sonore delle sue opere. Ogni quindici giorni, il martedì sera, conduce una trasmissione radiofonica di cinema e musica sull’emittente “antagonista” Radio Onda d’Urto. Tra i fondatori, è direttore artistico del Festival Intercomunale di Cinema Amatoriale di Brescia, che nel 2024 è giunto alla 25^ edizione.

Potrebbero interessarti anche...

Abilita notifiche OK No grazie