Brescia è una città d’acqua: i canali di Brescia svelati da Marcello Zane e Brescia Underground

Recensione a cura di Andrea Franzoni per Brescia si legge. La mappa in copertina è di Brescia Underground

“Brescia è una città d’acqua, nota per secoli per essere la città dalle mille fontane, caratterizzata da un fitto reticolo di corsi d’acqua costruiti dall’uomo per contenere e far circolare le acque che hanno rivestito un ruolo fondamentale nella genesi del paesaggio, così come nello sviluppo urbano”.

Marcello Zane, “Brescia sotto/sopra. La città e i suoi canali” (LiberEdizioni, 2020)

Anche Brescia, come le grandi capitali (Roma, Parigi, Londra), è una città “fondata” sull’acqua: non su unico grande fiume, bensì su un fitto reticolo di torrenti, rogge, vasi, canali. Corsi d’acqua, in gran spesso costruiti o comunque governati dall’uomo, che singolarmente non hanno mai assunto le dimensioni dei grandi fiumi ma che – nel loro insieme – sono stati in grado di garantire a Brescia tutta l’acqua necessaria per rendere fertili i campi, per muovere i mulini e le ruote degli opifici e per sanificare la città.

“Brescia sotto/sopra. La città e i suoi canali” (LiberEdizioni, 2020 – acquista qui) è una guida che illustra con dovizia di dettagli la storia del rapporto tra Brescia e l’acqua. Lo fa unendo le conoscenze di Marcello Zane, storico esperto di storia locale e della città “di sopra” che ha curato i testi, con le scoperte e con gli itinerari che l’associazione cittadina Brescia Underground (attiva dal 2006 nella valorizzazione della città “di sotto”) ha riscoperto negli ultimi anni nelle viscere del centro storico dove i canali che un tempo affioravano e alimentavano la città sono stati in epoca moderna celati.

Una risorsa scarsa e inestimabile

“I provvedimenti volti a garantire alla città l’acqua necessaria, superando i diritti dei singoli cittadini, sono assunti in occasione di ogni siccità o assedio. La provvisione veneta del 20 agosto 1433 sottolinea ad esempio con forza l’imposizione – nel prevalere dell’interesse comunitario rispetto a quello dei singoli – di una supremazia nell’utilizzo delle acque: se serve le acque sono da riservare alla città mediante deviazione del Bova”

Marcello Zane, “Brescia sotto/sopra. La città e i suoi canali” (LiberEdizioni, 2020)

La prima parte del libro è dedicata alla storia delle canalizzazioni: al modo in cui l’acqua ha contribuito allo sviluppo della città, ma anche alle prassi e alle istituzioni che la città ha dovuto creare per governare l’accesso a una risorsa preziosa e, specie nei periodi di siccità, contesa.

Alimentati attingendo soprattutto dalle acque del fiume Mella e convogliando l’acqua verso la città grazie ad un sistema di deviazioni e chiuse, i canali furono nei secoli gestiti da consorzi di utenti e da funzionari municipali. Una gestione complessa, quella di questa risorsa naturale ma allo stesso tempo controllata ed attentamente governata dall’uomo, volta a conciliare le esigenze di tutti gli utenti: dai contadini ai mulini ai laboratori della città, dai proprietari dei terreni più prossimi al Mella (che “pescavano” quindi a monte del canale) a quelli posti a Sud delle mura (che quindi ricevevano le acque, o ciò che ne rimaneva, solo a valle, dopo che esse avevano attraversato la città).

Fondamentali nel preservare questo equilibrio erano le figure degli adacquaroli: ispettori chiamati a vigilare sul rispetto dei turni stabiliti, ma anche custodi incaricati di manutenere i manufatti (bocche, chiuse, dighe) e di pulire l’alveo dei canali.

Certamente non mancarono le controversie: nei periodi di siccità, infatti, la poca acqua disponibile veniva concentrata nei canali principali (secondo una gerarchia attentamente stabilita). Lasciati a secco i rami secondari, la poca acqua disponibile veniva convogliata nel cuore della città facendo prevalere il “bene comune” sugli egoismi e sulle istanze particolari.

La città di sotto: cunicoli, botole, sotterranei

“Percorrere le canalizzazioni significa immergersi in una vicenda millenaria protetta dal buio e dalla quiete”

Marcello Zane, “Brescia sotto/sopra. La città e i suoi canali” (LiberEdizioni, 2020)

Fiume Grande, Bova, Celato, Dragone, Molin del Brolo, roggia del Sabato, roggia Fiumicella, sono solo alcuni dei nomi dei corsi d’acqua artificiali che attraversavano prima la periferia e poi – sovente – anche l’abitato della Brescia antica. Un fitto reticolo di canali e fossi che attraversava la periferie della città ma anche alcune tra le principali vie del centro storico: da via San Faustino a Contrada del Carmine, passando per l’attuale Largo Formentone – fino all’Ottocento sede di un piccolo lago.

La seconda parte del libro è quindi dedicata alla riscoperta del tracciato di queste vie d’acqua: tracciato in parte ancora ben visibile oltre le mura della città antica (dove si possono ancora vedere diverse pale di mulino), ed in parte “visibile” anche all’interno del centro storico – a patto di intrufolarsi nella cosiddetta “Brescia sotterranea”.

Perché nel centro di Brescia gli antichi canali e fiumi non sono stati prosciugati o deviati: semplicemente sono stati – in età moderna – coperti e convogliati.

Proprio per riscoprire questo mondo sotterraneo fatto di cunicoli con volte rinascimentali, di fondamenta di ponti dimenticati e di botole che mettono ancor oggi in collegamento il mondo di sotto con la città (come quella, forse la più nota, posta nella chiesa di Santa Maria del Carmine e da cui è ancora possibile udire il gorgoglìo del sottostante fiume Bova), nel 2006 è nata Brescia Underground. Un’associazione culturale che permette di visitare in sicurezza alcuni tra questi cunicoli sotterranei riscoprendo così, da questa prospettiva inusuale, il rovescio e la storia della città.

Un invito a verificare in prima persona

La seconda parte del libro ripercorre alcuni di questi percorsi, in parte visibili alla luce del sole ed in parte accessibili soltanto grazie al lavoro di Brescia Underground.

Più che una descrizione esaustiva, un invito ad indossare un paio di scarpe comode e ad avventurarsi tra le strade (e i cunicoli) della nostra città.

Alla ricerca delle tracce di un passato ancora presente, a patto di saper dove guardare.


Titolo: Brescia sotto/sopra. La città e i suoi canali
Autore: Marcello Zane
Editore: LiberEdizioni, 2020

Genere: Guida
Pagine: 112
Isbn: 9791280148032

Se vuoi acquistare questo libro online, fallo attraverso questo link: sosterrai il progetto Brescia si legge. In alternativa puoi acquistarlo anche sul sito dell’editore

Andrea Franzoni

Nato negli anni ’80, vive in equilibrio tra Brescia e Milano. Sociologo di formazione ed attivista per necessità, lavora in una multinazionale del marketing e della comunicazione continuando a coltivare parallelamente la sua passione per le storie ed il desiderio velleitario di contribuire a rendere la città natale un po' più aperta e consapevole. Prima di fondare "Brescia si legge", ha pubblicato un romanzo distopico (Educazione Padana, 2018) e una raccolta di racconti ('I forestieri e l'anima della città. Storie di migranti a Brescia nella seconda metà dell'800', 2019).

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