“Mitologia benacense nella letteratura latina del Rinascimento”: un’antologia tematica per scoprire la letteratura gardesana in epoca rinascimentale
Letto e recensito da Francesca Cocchi per Brescia si legge
Il suggestivo paesaggio del Lago di Garda – con le sue limpide acque ricche di pesci e le sue rive costellate da alberi di cedro e di limone – si presenta come un vero e proprio locus amoenus che in epoca rinascimentale ha ispirato una vasta produzione letteraria in lingua latina di argomento mitologico. Riccardo Sessa, laureato in Lettere classiche presso l’Università Federico II di Napoli e insegnante di greco e latino in diverse scuole della provincia di Brescia, ha raccolto le più importanti e significative tra queste opere nell’antologia dal titolo “Mitologia benacense nella letteratura latina del Rinascimento” (LiberEdizioni, 2022 – acquista qui).
Il volume procede per diversi gradi di approfondimento, dalla contestualizzazione storica della letteratura gardesana alla traduzione in italiano – in molti casi inedita – fino al testo latino a fronte, filologicamente curato e commentato. Dalla raccolta emerge una tradizione mitologica in cui le vicende di ninfe, satiri e divinità si intrecciano ad avvenimenti storici, personaggi realmente esistiti e costumi locali, contribuendo così a delineare il quadro culturale, economico e sociale del Rinascimento gardesano.
L’influenza della tradizione classica nella produzione lirica rinascimentale
Canta, audace Erato, cantami lodi
Versi tratti dalla lirica “Sirmio” di Stefano Dolcino Secondo – Riccardo Sessa, “Mitologia benacense nella letteratura latina del Rinascimento”, p. 31
degne della catulliana Sirmione,
e gli alti onori del vate eccellente,
felice adesso, come quando amica
desti la lira al giovane poeta.
Nella prima parte dell’antologia, Sessa fornisce un preciso inquadramento della letteratura latina gardesana nel periodo umanistico-rinascimentale evidenziando come il Benaco sia stato protagonista di numerosi componimenti lirici che si ispiravano alla tradizione classica latina di Catullo e Virgilio per la loro affinità geografica con il lago di Garda: il primo era infatti originario di Verona, il secondo, invece, di Mantova.
Riferimenti alla «poesia antica» di Catullo si ritrovano, infatti, nella preghiera in esametri “Ad Benacum” di Guarino Veronese (1347-1460) in cui il dio Benaco viene celebrato come «inclito padre del lago tranquillo», mentre nel poemetto “Sirmio” dedicato da Stefano Dolcino Secondo (1462-1508) all’omonima città si legge una chiara eco al secondo libro delle “Georgiche” di Virgilio. Il lessico e le immagini dei due poeti romani ritornano anche in “Numeri”, la raccolta di brevi liriche composte da Niccolò D’Arco (1492-1546).
Una carrellata di opere mitologiche ambientate sul Garda
La seconda parte dell’antologia è, invece, dedicata alle opere della mitologia benacense che riprendono la tradizione classica, in particolare quella delle “Metamorfosi” di Ovidio, adattandola a un’ambientazione benacense.
Le due opere più significative di questa produzione a tema mitologico sono il “Benacus” di Pietro Bembo (1470-1547) e il “Benacus” di Giorgio Iodoco (XVI secolo), entrambe tradotte per la prima volta da Riccardo Sessa per questa antologia. Nel suo “Benacus”, un poema in esametri, Bembo sfrutta il tema mitologico per celebrare la nomina di Gian Matteo Gilberti a vescovo di Verona nel 1524. Il “Benacus” di Iodoco è, invece, una descrizione delle località del Garda attraverso un travestimento mitologico; l’opera, in cinque libri in esametri, era inoltre accompagnata da una cartina topografica che segnalava le località citate nel testo.
La maggior parte dei miti trattati è di carattere eziologico, come quello legato alla nascita dei carpioni, una specie di pesci molto diffusi nel lago di Garda, che compare in un carme in esametri dedicato da Girolamo Fracastoro (1476-1553) a Gian Matteo Gilberti e nel poema in distici elegiaci “Carpio”, composto da Pietro Valeriano (1477-1558).
Riccardo Sessa inserisce nell’antologia anche alcuni brani del poema in esametri “Sarca”, la cui paternità è ancora oggetto di studi, alcune opere di Giuseppe Milo Volotina (1536-1580), tra cui il poemetto in esametri intitolato “Ercole benacense” e descrizione di Gazzane che compare in un carme in esametri di Iacopo Bonfadio (1508-1550).
La riscoperta del Rinascimento gardesano attraverso la letteratura
“Mitologia benacense nella letteratura latina del Rinascimento”, con i suoi testi latini filologicamente curati e accompagnati da note e commenti integrativi, si rivolge in primis a studiosi ed esperti, ma risulta accessibile anche a un pubblico più ampio grazie alle traduzioni in italiano, realizzate in molti casi dallo stesso Sessa, e alla contestualizzazione storica dei testi e degli autori.
L’antologia permette così di riscoprire una produzione letteraria rinascimentale che è stata in grado di adattare la tradizione latina di Catullo, Virgilio e Ovidio a un’ambientazione locale, fornendo così un’originale ritratto del Rinascimento gardesano.
Titolo: Mitologia benacense nella letteratura latina del Rinascimento
Autore: Riccardo Sessa
Editore: LiberEdizioni, 2022
Genere: Saggio
Pagine: 352
ISBN: 9791280148476
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