“Fino al sole, fino alla luna”: una separazione difficile vista dal punto di vista di una ragazzina nel toccante esordio autobiografico di Marisa Mazzini
Letto e recensito da Daniela Caraffini per Brescia si legge
Mettere il nostro cuore su una macchina del tempo e con essa tornare indietro a quando avevamo dodici anni. Questo bisogna fare prima di iniziare a leggere “Fino al sole, fino alla luna”, romanzo d’esordio della bresciana Marisa Mazzini: perché solo leggendo le prima pagine con il candore di una anima giovane, possiamo davvero entrare nella storia.
Marisa Mazzini, all’anagrafe Erika Zini, è una scrittrice bresciana nata nel 1995. Laureata in lingue e letterature straniere a Milano, dove attualmente vive, è approdata a questo primo romanzo edito da “Another coffee stories”: un’opera sincera, ispirata a vicende vissute in prima persona, che chiede di essere letta con empatia perché affronta temi complessi raccontandoli dal punto di vista potente dell’infanzia. Una separazione piena di tensioni, la violenza domestica, le conseguenze e le scelte dolorose che le vicende dei genitori impongono sui loro figli: tutto viene filtrato attraverso la sensibilità di una bambina che non ha ancora le parole per descrivere ciò che accade, ma che in realtà comprende molto più degli adulti.
Quando “amore” si declina in modo sbagliato
A Erika il suo nome non piace: “Non posso dire di amare il mio nome” scrive, ma la madre aveva deciso così e, quando la sua mamma decideva qualcosa, niente e nessuno poteva farle cambiare idea.
Allo stesso modo, anche l’amore per un genitore non si decide perché è un sentimento istintivo ed innato nei bambini. Quando ci sono dei problemi nella coppia e la famiglia si spacca, il bambino istintivamente raccoglie quello che resta, si autoconvince che quello è il tipo di amore che gli spetta ed impara ad accontentarsi anche delle briciole.
Come per Erika, che vive con mamma Sara e può vedere papà Filippo solo ogni due settimane. Per lei, che ha imparato molto presto a dover gestire le pressioni che una separazione comporta, anche il poco tempo che trascorre con il padre è preziosa linfa vitale. “La verità è che, nonostante mamma e papà non vadano d’accordo, mi manca vederli insieme” e poi ancora “per evitare che pensino che non li ami, concordo con entrambi quando raccontano l’uno i difetti dell’altro ma in realtà per me sono entrambi meravigliosi”.
Mamma Sara è dolcissima con Erika, ma allo stesso tempo non esita a trascinarla dentro le complicazioni della sua vita da persona adulta in cerca di una stabilità che non ha ancora saputo trovare. Così Erika viene sradicata dalla sua vita, dai suoi affetti, dalle sue abitudini, dai suoi amici e catapultata in nuovi mondi. Nelle nuove vite, della cui esistenza la madre la mette al corrente senza mai darle spiegazioni, Erika sarà costretta a cercare il modo di adeguarsi ogni volta ai cambiamenti e impegnarsi a recitare al meglio la propria parte.
Gli occhi di un bambino vedono oltre le apparenze
Erika, con i suoi giovani occhi, osserva e percepisce a pelle la fragilità emotiva della madre e subisce le tensioni di un ambiente che cambia continuamente volto, ma, ciò nonostante, cerca di dominare la paura e si impegna a credere alle giustificazioni che la mamma le dà per coprire la difficile realtà. Ha imparato a rifugiarsi nella lettura, ma arriva il momento in cui nemmeno le sue amate storie sono più sufficienti a staccarla dall’ennesimo litigio “Cerco di ignorare le parolacce ma poi sento il rumore di uno schiaffo sulla guancia”.
Nonostante l’evidenza dei fatti Erika osserva che la madre continua a minimizzare, a trovare scuse e a mentire. Forse, se si soffre abbastanza a lungo, a un certo punto si finisce per affezionarsi alla sofferenza. Forse, con il tempo, diventa parte della nostra personalità. È con questo pensiero che Erika trova il coraggio di fare una scelta molto dolorosa.
Liberarsi dalla rabbia per riuscire a ricominciare
Ed è a questo punto che il nostro cuore può scendere dalla macchina del tempo e riflettere insieme all’Erika ormai adulta sulla complessità del percorso che l’ha vista sezionare il dolore, frazionarlo in mille pezzi ma solo per comprenderne la natura senza colpevolizzare mai nessuno. “Ho continuato a farmi marcire il fegato per cercare di capire chi fosse il colpevole e chi la vittima fino a quando ho realizzato che non mi sarebbe servito deciderlo per guarire” e infine “la verità è che la violenza un senso non ce l’ha mai, ma ha sempre un punto di origine” e forse la verità è che nessuno ha mai insegnato davvero a chi è violento come si ama davvero.
Colpisce nel finale la lettera del papà di Erika indirizzata all’avvocato della moglie: un testo da leggere con la consapevolezza che alla fine il solo modo giusto per affrontare una rottura è capire che non possiamo rimanere per sempre prigionieri della rabbia, ma che possiamo cercare di comprendere, circoscrivere, sigillare dentro il nostro cuore per poi andare avanti.
Perché non importa se talvolta “non troviamo tutte le risposte che cerchiamo”: “è importante che impariamo a saper trovare le domande giuste”.

Titolo: Fino al sole, fino alla luna
Autore: Marisa Mazzini
Editore: Another Coffee Stories, 2025
Genere: Memoir
Pagine: 223
ISBN: 9791281564565
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