Armi, aristocrazia e politica in età veneta nello studio dell’oplologo bresciano Paolo de Montis

Si sentono romor d’armi, e si vedono risplender le medesime. A Brescia si

fabbricano buone e belle armi: e però il poeta pigliando la città per l’Armi,

che in quella si fabbricano, seguirà l’uso nostro che è di dire: Il tale ha tutta

Brescia addosso, per intendere Ha molte armi addosso

P. Minucci in Paolo De Montis, Tutta Brescia addosso, pag. 9

È sorprendente la quantità di informazioni che si possono ricavare dallo studio di un oggetto. Per uno storico, ad esempio, lo studio delle armi (l’oplologia) fornisce la possibilità di ricostruire con precisione le conoscenze tecniche della società in cui quell’oggetto è  ideato e prodotto, la sua struttura economico-sociale, il mondo di valori e di interessi che la anima.

Ed è proprio questo l’aspetto che emerge con chiarezza dalla lettura di “Tutta Brescia addosso“, lo studio del giovane oplologo bresciano Paolo de Montis (Serra Tarantola, 2024) sulla storia della produzione armiera bresciana. Il saggio sorprende e affascina fin dalle prime pagine per la capacità di coniugare rigore storico e scorrevolezza narrativa nello studio di una delle fasi più complesse e importanti della storia bresciana, quella della dominazione veneta (1426–1797), attraverso la straordinaria vicenda della manifattura armiera. Ne merge un quadro vivido della Brescia fra il tardo-Medioevo e l’Età moderna in cui le armi bresciane risaltano nella loro autentica dimensione di strumenti di guerra, ma anche e soprattutto status symbol, doni diplomatici, oggetti di lusso in grado di rivelare il gusto e le alleanze delle élite.

Il volume si basa su una lunga e scrupolosa ricerca d’archivio condotta nei più importanti fondi familiari conservati presso l’Archivio di Stato di Brescia (Gambara, Martinengo, Avogadro, Calini-Pallavicino), e ha come fulcro l’analisi del rapporto fra armi e aristocrazia. Ma questa non è una storia di sola metallurgia e polvere da sparo: è anche una riflessione lucida sul potere, sulle alleanze e sulle tensioni interne a una città che, pur parte integrante della Repubblica di Venezia, non smise mai del tutto di guardare altrove — all’Impero, alla Spagna, all’Europa intera – in un complesso intrico di relazioni politico-commerciali.

Attraverso una prospettiva comparativa, l’autore mette in luce come eventi internazionali come, ad esempio, la battaglia di Lepanto o le guerre nelle Fiandre abbiano influenzato lo sviluppo dell’industria bellica bresciana, adattatasi a un mercato armiero in costante evoluzione tecnologica. In particolare, il Cinquecento segna l’emergere di un distretto armiero d’eccellenza, con la nascita di officine a Gardone, Nave e in altre località ricche di ferro. Emblematico è l’avvento della “canna lazzarina”, legata al nome del celebre Angelo Cominazzo, simbolo di qualità e prestigio europeo.

Ma “Tutta Brescia addosso” è anche il racconto di una città divisa, dove la nobiltà si frattura tra guelfi e ghibellini, Avogadro e Gambara, Venezia e Francia. Non mancano episodi di violenza nobiliare, faide familiari, e il proliferare di armi da fuoco — tanto da costringere i rettori veneziani a promulgare bandi e restrizioni, specie durante i periodi più turbolenti. La diffusione delle pistole a ruota, più potenti e occultabili, accresce ulteriormente la tensione urbana.

Alcuni capitoli costituiscono degli approfondimenti particolarmente interessanti su snodi significativi della storia moderna. E’ questo il caso della partecipazione bresciana alla guerra contro l’Impero Ottomano (1570–1573): da Alvise Martinengo a Girolamo della Fabbrica, i nobili bresciani forniscono uomini, soldi e — soprattutto — armi alla flotta della Lega Santa, dimostrando quanto la “fucina della Serenissima” fosse ormai un pilastro dell’arsenale veneto. E ancora, lo studio offre l’opportunità di leggere da un’ottica locale le vicende della guerra di successione al ducato di Mantova (già nota a molti perché ampiamente raccontata da Manzoni nei Promessi Sposi) che fu uno degli episodi più importanti per l’Italia all’interno del più vasto quadro della Guerra dei Trent’anni.

Uno dei meriti maggiori del libro è, infatti, l’inserimento della vicenda bresciana in un contesto internazionale. Le guerre della Lega Santa contro l’Impero Ottomano, i conflitti fiamminghi, l’evoluzione tecnologica della guerra moderna: tutto questo influisce direttamente sulle botteghe della Val Trompia e sulla domanda di armi. L’autore riesce a trasformare la storia locale in una lente per osservare l’Europa del tempo.

Dopo il culmine del Cinquecento e le innovazioni decorative del Seicento (come i “merletti” in ferro o le incisioni a bulino), la produzione bresciana va incontro a un progressivo declino. La peste del 1630 decima le maestranze specializzate; le miniere si svuotano; il costo del carbone esplode; i conflitti tra mercanti e artigiani si intensificano. Il Settecento segna la lenta agonia di un sistema produttivo che aveva reso celebre la città fra tensioni sociali mai sopite e una Serenissima sempre più intrusiva e protezionista.

In questo viaggio tra acciaio e diplomazia, Tutta Brescia addosso ci mostra una nobiltà che disprezza i meccanici, ma non può fare a meno dei loro prodotti, una periferia dello Stato da Terra che, per tre secoli, ha inciso profondamente nelle dinamiche politiche e militari della Repubblica.

In definitiva, “Tutta Brescia addosso” è un’opera che riesce a tenere insieme microstoria e geopolitica, sociologia urbana e tecnologia militare. È un testo prezioso per chi vuole comprendere davvero come una città di provincia poté, per alcuni secoli, avere “addosso” — nel bene e nel male — il peso di tutta una Repubblica. Lettura consigliata, dunque, non solo agli appassionati di storia bresciana o veneziana, ma a chiunque voglia capire come una città, le sue élite e i suoi artigiani abbiano saputo lasciare un segno profondo nella storia europea — e in quella materiale delle sue guerre, delle sue corti e dei suoi mercati.


Titolo: Tutta Brescia addosso: armi, armaioli e nobili bresciani in età veneta
Autrice: Paolo de Montis
Editore: Marco Serra Tarantola Editore, 2025

Genere: saggio storico
Pagine: 280
ISBN:9788867774531

Silvia Lorenzini

Bresciana, laureata in Lettere Classiche presso l'Università di Pavia. Ha trascorso anni a girovagare fra la Germania e l'Inghilterra per ragioni di studio, di lavoro e di amore. Dal 2005 insegna Italiano e Latino in uno dei licei cittadini. Appassionata di storia locale, adora la montagna, la musica, i libri e non saprebbe vivere se le mancasse anche solo una di queste tre cose.

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