Sesso, risate e umanità. Davide “Omino” Priore tra i chiaroscuri dei club privé di provincia

Recensione di Andrea Franzoni per www.BresciaSiLegge.it

Sotto la crosta perbenista e sonnacchiosa che avvolge la nostra provincia, provincia di antica tradizione cattolico-calvinista poco incline agli eccessi gaudenti, agli anticonformismi ed alla trasgressione, esistono mondi rimossi ma senza dubbio degni e rappresentativi tanto quanto quelli esibiti in copertina. Quello dei club privé, delle app di incontri e dei locali per scambisti ed appassionati di BDSM è senz’altro uno di questi.

“Tinderlist”, il libro d’esordio del comico bresciano Davide Priore (in arte “Omino”) pubblicato da EdiKit in formato cartaceo ed ebook a marzo 2020, è un libro scorrevole e piacevole da leggere che ha il pregio di accendere una luce su questo mondo. E che lo fa attraverso un serrato susseguirsi di brevi episodi, forse nella maniera migliore possibile: sospendendo il giudizio, mantenendo saldo il registro comico (rivolgendo l’ironia, a scanso equivoci, anche e soprattutto verso di sé) e preservando – pur sotto la patina di cinismo un po’ spaccone proprio del genere e del personaggio – un’innata abilità nel provare empatia.

Allontanarsi dalla “realtà” per scoprirne un’altra

Ho vissuto una relazione di 15 anni in cui eravamo talmente uniti in tutto, che mia mamma ci chiamava Olindo e Rosa, davvero, quindi è normale che finita quella storia io abbia cercato di capire come funzionava il resto del mondo. Poi per carità, è divertente finire in contesti dove succedono cose che normalmente non vedresti, e se hai qualcuno con la capacità e l’intelligenza necessarie a godere al massimo di quelle situazioni (in qualsiasi declinazione si voglia leggere la frase), beh è il massimo.

Ma se ci finisci con delle pazze (conclamate e non) che ne tirano fuori il lato malato, il rischio è di allontanarti dalla realtà; un po’ come quando sei alla deriva su un materassino: finché vedi la riva e senti il vociare stai tranquillo, quando però cominci a non distinguere più le facce dei bagnanti, iniziano a venirti in mente le scene de Lo Squalo, ti sale l’ansia e cominci a remare con le mani. Ecco, scrivere delle mie esperienze è un po’ quel remare verso riva in cerca di un ritorno alla normalità.

Davide Priore, Tinderlist

“Tinderlist” racconta, attraverso una serie di brevi racconti costruiti spesso come veri e propri sketch, le esplorazioni svolte da Davide Priore all’interno del mondo dei club priveé e di Tinder, la famosa app per incontri.

Un mondo che, proprio perché conosciuto in maniera approfondita, viene raccontato in modo lucido, privo di vojeurismo, con un’attenzione che (per quanto ciò possa apparire straniante) sembra puntare più all’interiorità dei personaggi che lo affollano che alla dimensione più prettamente esteriore e carnale.

La malinconia nasce nel mondo “di sopra”

Attorno all’autore, che ci guida all’interno di questo mondo senza mai eccedere nella voglia di provare a interpretare la realtà ma limitandosi a metterne in mostra gli aspetti più surreali e grotteschi, si manifestano alcune tra le partner che l’hanno accompagnato in questo mondo. Partner che, di questo libro, sono probabilmente le vere protagoniste.

Personaggi spesso (viste anche le circostanze) poco più che tratteggiati, vere e proprie meteore imperscrutabili e pieni di ombre, che da un lato si buttano a capofitto nelle situazioni ma che allo stesso tempo esibiscono senza vergogna anche il loro lato fragile e malinconico: lato che sembra frutto di ciò che accade nella routine quotidiana e “normale”, piuttosto che di ciò che accade in questo mondo di sotto che assume più che altro i tratti della compensazione.

Ogni volta che io e Chiara ci vedevamo sapevo che sarebbe finita malissimo. La premessa era sempre ottima: una serata con una ragazza bella, piacevole e sessualmente disinibita; come potrebbe non essere una buona serata? Stacco. Io che piango da solo nel letto all’alba. Presente quando guardi un trailer e dici: «Wow, ‘sto film dev’essere eccezionale», poi vai a vederlo ed è una merda? Ecco, uguale. (che poi mi chiedo perché non facciano dirigere il film al regista del trailer che è molto più bravo!)

È imprevedibile Chiara, fa dei ragionamenti assurdi come la formazione del bigliardino. Come quella volta che, mentre eravamo soli a casa mia mi ha chiesto: «Quanto costerà prendere una delle prostitute che ci sono sulla strada qui sotto?» «Non saprei, forse sui 50 euro.» «Facciamo a metà? Ti prego, così ne facciamo salire una a scaldarsi un’oretta che fuori fa freddissimo. Ti prego, ce l’hai anche una tisana? Ti prego…»

È fatta così, darebbe il cuore e chi non conosce, e fa del male a chi le sta vicino, soprattutto sé stessa. Non esiste redenzione nel suo inferno, non la cerca, pensa di non meritarsela. In altre parole, è rotta dentro. «Quand’è stata l’ultima volta che ricordi di essere stata felice» le chiedo? «Da bambina, quando i miei erano ancora insieme e mi abbracciavano.» Una volta in un club privé, davanti a un vecchio dignitoso come l’eutanasia, che guardava sua moglie mentre si intratteneva con un trentenne, Chiara scoppiò a ridere urlando: «Ma dai, sentila! Che roba… Si sente che fa finta, dai!» Il marito venne a cazziarci perché: «Che cazzo! Non siamo mica al mercato!» Io mortificato feci per allontanarmi, ma lei partì in quinta col piglio di chi vuole scatenare una rissa. Provai a trattenerla, ma niente, scalmanata si divincolò e raggiunse il tizio, piazzandogli la lingua in bocca e le mani ovunque. A testimonianza del fatto che quando pensi che lei possa combinare un casino, può sempre fare di peggio.

Davide Priore, Tinderlist

«Io non voglio essere me stesso, fa schifo essere me stesso, voglio essere meglio»

Non mi cucino in casa da mesi, mangio sempre fuori, pranzo e cena; al massimo ordino su Just Eat. Credo sia il mio modo di coccolarmi, fatto sta che praticamente spendo in cibo, per mangiare normalmente, quello che un drogato spende in cocaina. Sta situazione mi ha fottuto il cervello e adesso in termini di quoziente intellettivo me la gioco con le mosche; mangio merda e mi sfrego nervosamente le mani.

Prima vivevo con un coinquilino, un po’ perché mi piaceva l’idea di finire come Chandler e Joey di Friends, un po’ per avere una colf a basso costo: io gli davo la password del mio Wi-Fi e lui in cambio teneva in ordine le parti comuni. Praticamente pagavo la domestica in megabyte. Ora invece vivo solo e ho un robottino che gira per casa a raccattare la polvere. Lo chiamo Lapo. Se scaricassi la sua app potrei vedere cosa sta facendo tramite una webcam integrata, ma mi prende male dare pure all’aspirapolvere la password del Wi-Fi. Mi avrebbe ricordato troppo il mio coinquilino.

Davide Priore, Tinderlist

Come si dice spesso in questi casi, Tinderlist è un libro che ha l’obiettivo di far ridere e di risultare scorrevole ma non solo: è un libro che nasce come una raccolta di aneddoti assurdi e curiosi, raccontati da uno che è da anni specializzato nel far divertire amici e follower anche allo scopo (professionale) di mettersi in mostra, ma che finisce anche per far riflettere su quel fondo di insoddisfazione e su quella continua e a tratti disperata ricerca di un qualcosa di indefinito (di autoaffermazione, di pienezza, di serenità) che ci riguarda tutti da molto vicino.

Un libro umile, “senza troppe pretese”, ma assolutamente non banale e che ha il pregio di raccontare la nostra provincia sotto un angolo inusuale. Un libro in cui l’autore ha messo a nudo anche sé stesso, riuscendo a modo suo a costruire anche un interessante spaccato generazionale.

Probabilmente in questi mesi di riflessione su me stesso, ho realizzato come questa retorica finto-romantica dell’artista, il mio voler campare in modo non convenzionale, erano espedienti per fuggire dal senso di inadeguatezza alla vita con cui devo invece imparare a convivere. Forse perché, a dispetto dei sorrisi finti e dei «Ué grande! Sei un mito» ero comunque sempre infelice. Forse perché non è quello che stavo cercando. Forse perché sono in overdose da grassi saturi.

Quello che ha fregato me e quelli della mia generazione è che siamo stati tempestati da esaltazioni di autodeterminazione che hanno fatto più danni di tutta l’eroina consumata da quelli della generazione precedente: quelli al massimo morivano! Noi invece siamo rimasti incastrati qua, tipo zombie. Nemmeno la dignità di morire sotto un ponte ci hanno lasciato. «Sii te stesso! Non scendere a compromessi! Segui la tua strada!» Sii te stesso… Ok, vale anche per gli stronzi quindi? Anche a Hitler avreste detto di seguire i propri sogni, o forse c’è un punto in cui i sogni andrebbero accantonati?

Sii te stesso. Io non voglio essere me stesso, fa schifo essere me stesso, voglio essere meglio. Io voglio essere voi. E non tanto per i vostri contratti a tempo indeterminato, gli smartphone nuovi presi a rate e le domeniche da Elnos a far finta di non vedere l’ex compagno di classe che odiate senza ricordarvi il perché. Nemmeno per i vostri account Instagram pieni di hastag o i sabati sera in compagnia di amici che annuiscono senza ascoltare, mentre aspettano solo il loro turno di parlare. Io voglio essere voi perché fondamentalmente sono stanco di aspettare tutte le sere il fattorino di Just Eat.

Davide Priore, Tinderlist

L’AUTORE

Davide Priore, nato a Brescia nel 1983, è un attore comico con già una lunga carriera alle spalle. Insegnante di improvvisazione teatrale, “personaggio” abituato a calcare i palcoscenici provinciali (ha iniziato con gli “00 Talpa” per poi dare vita ai “Belli e impossibili”, gruppo di musicisti e showman specializzati in addii al nubilato che dominano la scena demenziale provinciale da anni) ma anche gli studi della TV nazionale (da Chiambretti al Grande Fratello Vip), ha creato a Brescia il format “La carogna” che rappresenta uno dei pochi tentativi di creare una scena locale dedicata alla stand up comedy.

Un’immagine dei “Belli e impossibili” (Davide Priore in alto a sinistra)

Autore Davide Priore
Casa editrice: Edikit
Anno: 2020
Genere: Narrativa
Pagine: 156
ISBN: 978-88-98423-88-0

Andrea Franzoni

Nato negli anni ’80, vive in equilibrio tra Brescia e Milano. Sociologo di formazione ed attivista per necessità, lavora in una multinazionale del marketing e della comunicazione continuando a coltivare parallelamente la sua passione per le storie ed il desiderio velleitario di contribuire a rendere la città natale un po' più aperta e consapevole. Prima di fondare "Brescia si legge", ha pubblicato un romanzo distopico (Educazione Padana, 2018) e una raccolta di racconti ('I forestieri e l'anima della città. Storie di migranti a Brescia nella seconda metà dell'800', 2019).

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