“Una storia per il futuro”: un tuffo nella Brescia della ricostruzione e del primo boom economico (1945-1963) nel bel volume curato da Roberto Chiarini e Elena Pala
Letto e recensito da Francesco Buffoli per Brescia si legge
Elena Pala e Roberto Chiarini rovistano negli archivi fotografici di Intesa Sanpaolo, della Biblioteca Queriniana e del Gruppo Fotografico Bagnolese e, grazie al materiale recuperato e a Banca Valsabbina, disegnano un ritratto accurato e originale di Brescia e della sua provincia, fotografate e raccontate nel periodo che va dalla fine della Seconda Guerra Mondiale al 1963, ovvero all’alba della rivoluzione culturale.
Con “Una storia per il futuro” (Grafo, 2022 – acquista qui) i due autori accompagnano il lettore tra le strade, le campagne e i vicoli di una Brescia che assomiglia alla Roma di “Ladri di biciclette”, una città ferita da una guerra atroce e che sta provando a rialzare il capo, ma dove l’occupazione predominante resta l’agricoltura e in cui vive soprattutto gente “povera di reddito, di lavoro e di futuro”.
Le numerose immagini della vita agreste degli anni ‘40 e dei primi anni ‘50, davvero bellissime, sembrano provenire da un’altra era del mondo, da una sorta di Medioevo, e invece raccontano l’esistenza dei nostri nonni (per noi quarantenni) o al più dei bisnonni dei ragazzini di oggi: gli ultimi sessant’anni hanno probabilmente scavato un solco profondo che rende difficile per noi comprendere in pieno com’era la vita dei nostri progenitori, ma anche per questo il tentativo di raccontarla con le immagini merita un encomio.
Come cambiarono stili di vita, costumi e linguaggio
L’opera, come detto, oltre a descrivere la fine di un mondo, si avventura nella modernità, e così si vedono immagini di giovani che ascoltano la radio con il viso colmo di stupore, lunghe file di automobili in viaggio verso il Lago di Garda per le ferie estive (la settimana lavorativa breve fu introdotta in Italia a inizio anni ‘60), ragazze che guidano una Vespa per le vie del centro e molto altro. Il progresso rivoluziona i consumi, portando nelle case dei comuni cittadini i prodotti sino a quel momento riservati ai ceti più abbienti, tanto che la spesa delle famiglie italiane triplica nell’arco di pochi decenni e non è più finalizzata unicamente ad assicurarne la sopravvivenza: parole come divertimento e turismo entrano nel vocabolario quotidiano anche di operai e impiegati e non sono più un lusso.
Il testo racconta anche la rivoluzione demografica e abitativa che travolge la nostra provincia negli anni del boom: le valli e le campagne si spopolano e la gente migra verso i centri industriali, in primis ovviamente la città, dove si costruiscono i numerosi villaggi che oggi fanno parte del suo circondario, sorti proprio per offrire un’abitazione alle nuove masse accorse a Brescia.
L’inserimento dei nuovi cittadini non è sempre agevole, perché “il frastuono cittadino, il traffico congestionato, l’abbaglio intermittente dei neon, le vie interminabili, case, sempre case, tutto ciò da un senso di stordimento a chi prima era abituato alla quiete agreste, agli spazi illimitati, al verde dei campi” – così diceva nel 1963 il giornalista Renato Savaresi.
Ma progressivamente le abitudini dei contadini si trasformano e con loro cambiano Brescia e la sua provincia, con una velocità tale da lasciare ancora oggi a bocca aperta. Un aspetto che il testo di Chiarini e Pala ha il merito di documentare nel migliore dei modi.
Titolo: Una storia per il futuro
Autori: Roberto Chiarini, Elena Pala
Editore: Grafo, 2022
Genere: Saggio
Pagine: 128
ISBN: 978 88 5493 066 7
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