I trent’anni più difficili della centenaria storia del Liceo Calini nella poderosa ricerca di Giulio Toffoli, tra aneddoti e curiosità

Il poderoso volume (più di 600 pagine) di Giulio Toffoli dal titolo “Liceo Calini di Brescia” – che Compagnia della Stampa ha edito nel 2023 per celebrare i 100 anni dello storico liceo scientifico cittadino – nasce da una serie di lunghe e minuziose ricerche d’archivio che si sono concentrate su un arco di tempo specifico, ossia gli anni compresi fra il 1923 e il 1950. Un periodo sintetizzato nel sottotitolo del libro (“1923-1950: cronache degli anni difficili”), durante il quale si susseguirono alcuni tra gli avvenimenti storici, nazionali e internazionali, più drammatici e significativi del ‘900.

Ed è esattamente in relazione a questi eventi che l’autore (Giulio Toffoli, già docente di filosofia e storia presso il Calini) ripercorre la storia dell’istituto, che nacque ufficialmente proprio nel 1923 con il nome di Regio Liceo Scientifico di Brescia (l’intitolazione al patriota bresciano Annibale Calini risale al 1925). E lo fa mettendo a disposizione una impressionante mole di documenti, molti dei quali pubblicati qui per la prima volta, ricavati in larga parte dall’archivio interno alla scuola.

Il bellissimo apparato iconografico (composto da scatti di tipo professionale, ma anche dalle fotografie fornite da ex alunni ancora in vita, dai familiari e dagli eredi di studenti, professori e presidi che hanno frequentato l’istituto nel trentennio preso in esame) è affiancato a verbali, circolari, relazioni e documenti redatti dal ministero, dal provveditorato o dai docenti: tutto materiale che testimonia lo spirito di un’epoca e che offre al lettore la possibilità di conoscere l’idea di scuola che animava quegli anni, gli orientamenti pedagogici e didattici  che venivano privilegiati nonché i rapporti che intercorrevano fra personale docente, studenti e famiglie.

Una prima curiosità, che emerge dalle note iniziali e dalla copertina del libro, riguarda l’ubicazione da noi tutti conosciuta, in via Monte Suello, che in realtà non è quella originaria: dal 1923 al 1939, infatti, fu un edificio di piazza Tebaldo Brusato ad ospitare la scuola, che trovò successivamente la nuova e definitiva sede in quello che in precedenza era il Pio Istituto Derelitti.

Interessante anche ritrovare l’elenco delle materie di studio e i nomi dei rispettivi professori dell’anno 1944 e constatare che non molto è cambiato per gli studenti che frequentano oggi la scuola, salvo la significativa preferenza di allora per l’insegnamento delle lingue e letterature francese e tedesca a discapito di quella inglese così come  l’assenza della oggi riesumata e per troppo tempo dimenticata educazione civica. Curioso inoltre lo schema che, sempre sul finire degli anni ’40, distingue fra alunni regolari, ritardatari, saltatori e anziani: per ognuna di queste categorie è annotato il numero di iscritti, dei promossi a luglio e a ottobre, dei respinti e degli assenti.

Di interesse per gli amanti delle lettere, poi, la lista dei libri disponibili nella biblioteca dell’istituto (per la quale era stato messo a disposizione uno specifico fondo della cassa scolastica), che già nei primi anni di vita era stata strutturata in due settori: uno costituito dalla biblioteca dei professori e l’altro da quella degli alunni (sarebbe curioso mettere questo elenco a confronto con quello dell’attuale biblioteca e vedere quanti classici sono sopravvissuti al tempo), per un totale di quasi 3.000 opere stimate nel 1944.

Tra le testimonianze sicuramente più toccanti quella a cui l’autore dedica un intero capitolo, nel quale vengono ricordati due ex alunni distintisi durante il periodo bellico: Pietro Serini, aviatore classe 1912, perito nel 1943, a cui venne intitolata l’aula di chimica e Alberto Dalla Volta, nato nel 1921, deportato ad Auschwitz e morto durante la marcia di evacuazione del campo nel 1945 (nel 2008 a Dalla Volta, citato da Primo Levi in “Se questo è un uomo”, venne dedicata l’aula magna).

Sono solo alcuni dei tanti aneddoti – legati a quello che è stato uno dei primi 37 licei scientifici nati con la Riforma Gentile, nonché il primo nella storia di Brescia – che vengono ricordati nel volume. Ventisette anni quelli che intercorrono tra la fondazione e il primo dopoguerra, pregni della ricostruzione dettagliata delle ripercussioni, più o meno dirette, che la Storia ebbe sulla microstoria scolastica del Calini. 

Evidentemente non una lettura per tutti, seppur scritta in modo fluido e gradevole, ma indubbiamente una raccolta di testimonianze vive e partecipate, capaci di rievocare esperienze e ricordi di gioventù soprattutto in coloro che hanno vissuto il loro percorso scolastico fra quelle mura. 


Titolo: Liceo Calini di Brescia. 1923-1950: cronache degli anni difficili.
Autore: Giulio Toffoli
Editore: Compagnia della Stampa, 2023

Genere: Monografia storica
Pagine: 640
ISBN: 978-88-8486-934-0

Federica Zaccaria

Classe 1973, nata a Milano con radici miste piemontesi-venete-pugliesi, una laurea in filosofia come alternativa alle sedute di psicoanalisi, vengo dal mondo dell’editoria e della comunicazione. Sono una lettrice onnivora e per me, da che ho ricordo, i libri sono inseparabili compagni di viaggio, amici gentili, mai invadenti ma sempre presenti. Leggo rigorosamente su carta, in confortevole solitudine e il più possibile lontana dal molesto sottofondo del mondo.

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