“Et labora…!”, “Il nome della rosa” in chiave bresciana nel romanzo storico di Pier Luigi Milani

Recensione di Piero Galli per Brescia si legge

“Nessuna elemosina è più preziosa di quella che si fa col frutto del proprio lavoro”

“Et labora…!”, Pier Luigi Milani

Un “road movie” di quasi 500 pagine, ambientato tra la Valle Camonica e la Brescia del secolo XII, che ha per protagonisti un giovane pastore balbuziente (Gioanì di Malegno) e il tormentato priore degli Umiliati del Lanico (fra’ Filardo) e che si dipana su uno sfondo vivacissimo e zeppo di storia tra latinismi e termini dialettali.

Et Labora…! Nessuna elemosina è più preziosa di quella che si fa col frutto del proprio lavoro”, poderoso libro scritto da Pier Luigi Milani e pubblicato nel 2022 dal Circolo Culturale Ghislandi di Cividate Camuno (acquista qui), è un romanzo storico ambientato tra la Valle Camonica e la Brescia medievale, ma è anche molto di più. Frutto di un appassionato lavoro di ricerca, il romanzo di Milani ci restituisce infatti la realtà poco conosciuta di un movimento di riformatori, gli Umiliati, importanti quanto dimenticati protagonisti della società medievale della Lombardia tra il XII e il XVI secolo

L’ordine degli Umiliati, molto potente in epoca medioevale nell’area lombarda, si caratterizzò per un modus operandi peculiare, basato sul benedettino ora et labora ma sbilanciato – in contrapposizione con la povertà evangelica dei Francescani – sul labora. Istituzionalizzati già nel 1201 da papa Innocenzo III, questi profeti dell’etica del lavoro lavoravano infatti per davvero, soprattutto nella filiera manifatturiera, differenziandosi così dai tanti ordini mendicanti e pauperistici dell’epoca e rendendosi progenitori della vocazione all’operosità che ancora contraddistingue la nostra provincia.

Storia degli Umiliati tra la Valcamonica e Brescia

Il libro dell’avvocato e scrittore Milani si apre con una prefazione importante, firmata da Claudio Bragaglio, che è una recensione critica e ammirata del romanzo. Per vari aspetti, soprattutto tematici, il testo può ricordare il classico di Eco “Il nome della Rosa”, trasposto però nel bresciano, visto che le vicende narrate si snodano tra la Valcamonica e Brescia, tra ordini religiosi, monasteri e fiorenti eresie. “Merito indubbio dell’Autore esser rifuggito dagli stereotipi, accompagnando il viaggio verso Brescia, il confronto interno agli Umiliati e il rientro in Valcamonica, con una narrazione minuziosa e nel contempo aperta a esiti plurimi”.

Nel solco della società lavoratrice e religiosa, valligiana, si inserisce il protagonista della storia, il pastore balbuziente Gioanì, detto “Conchèt”, di Malegno. Altro protagonista è Filardo, il priore degli Umiliati del Lanico, con le sue paturnie interiori. Insieme ad un confratello di Filardo, Alfredo, i due intraprendono un viaggio-missione di andata e ritorno da Malegno a Brescia. A casa rimane Giuditta, l’amata promessa sposa di Gioanì (una “tosa”), controllata come le pecore dal fidato cugino Picèn. Intorno, una miriade di altri personaggi, tanto da venire elencati a fine libro in un apposito “indice dei personaggi”, quasi tutti con nomi coloriti o dal sapore retrò camuno, come sono di solito gli scötöm: Barbài, Béhècc, Bonèto, Cadèna, Malnàt…

Tra latinismi e termini dialettali, le vicende si snodano come in un “road movie”, condito dagli imprevisti tipici dell’epoca medievale. Ci sono le sommosse, i furti di bestiame, il potere dei signori locali, i movimenti degli armigeri, le congetture, i sospetti, gli inconvenienti, le disgrazie, i lutti… e, naturalmente, i Guelfi e i Ghibellini. Non mancano anche incontri d’amore, effusioni e baci. Il tutto, ambientato a ridosso di una inondazione memorabile, con relative esigenze di ricostruzione e ripartenza, in un itinerario riconoscibile e ripercorribile, seppur in parte oggi perduto (vedasi il castello di Volpino che non c’è più dal 1199).

Magnifica lettura per gli amanti del genere, il libro può essere gustato in due modi: tutta d’un fiato nella sola parte “romanzo”; oppure avendo cura di soffermarsi a leggere tutte le note a piè di pagina (ben 244), alcune semplicemente esplicative, altre, interessantissime, d’approfondimento culturale. La ricchezza delle suddette conferisce infatti all’opera di Milani uno spessore singolare, quasi da saggio storico romanzato. Può addirittura capitare di perdersi nella lettura delle sole note, corpose ed esaustive sulle singole questioni. O di tornare volentieri a rileggerle.


Titolo: Et labora…!
Autore: Pier Luigi Milani
Editore: Circolo Culturale Guglielmo Ghislandi, 2022

Genere: Romanzo storico
Pagine: 463

ISBN: 9788894466423

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Piero Galli

Raffaele Galli, detto Piero, è nativo di Brescia, classe 1976. Laureato in architettura al Politecnico di Milano, ha proseguito gli studi conseguendo una seconda laurea presso l’Accademia di Brera. Appassionato d’arte e artista poliedrico, ha al suo attivo undici libri e numerose pubblicazioni di minore entità, saggi ed articoli, oltre ad una settantina di partecipazioni a conferenze e convegni. Insegnante di Discipline geometriche e Design presso l’Istituto Tartaglia-Olivieri di Brescia, collabora quotidianamente, come ricercatore, con l’Associazione Nazionale della Polizia di Stato. Regista e autore, teatrale e cinematografico, ama comporre in autonomia le colonne sonore delle sue opere. Ogni quindici giorni, il martedì sera, conduce una trasmissione radiofonica di cinema e musica sull’emittente “antagonista” Radio Onda d’Urto. Tra i fondatori, è direttore artistico del Festival Intercomunale di Cinema Amatoriale di Brescia, che nel 2024 è giunto alla 25^ edizione.

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