100 testimonianze per un “Diario di comunità” che commemora la strage di piazza Loggia

Recensione di Francesca Scotti per Brescia si legge

Un boato terribile è esploso nell’aria, poi il silenzio più assoluto. […] Gli occhi distinguevano solo un cielo grigio e una pioggia che cadeva mista alla cenere.

Brescia non era più lei: la Piazza vedeva solo visi sconvolti, impauriti e increduli. […]

28 maggio 1974, non potrò mai dimenticare quel momento quando l’ombrello rosso che tenevo stretto tra le mani è improvvisamente volato via, tra la polvere e il sangue.

Testimonianza di Irene T. (numero 29), “28 maggio 1974… oggi. Diario di comunità”, La Quadra, 2021

Nel 2021, tramite la collaborazione con l’editore La Quadra, il Centro Teatrale Bresciano (CTB) ha ripreso la pubblicazione a lungo interrotta dei suoi “Quaderni” con un numero speciale interamente dedicato alla strage fascista di piazza Loggia.

È nato così “28 maggio 1974… oggi. Diario di comunità”, un piccolo ma inestimabile volume il cui cuore pulsa in 100 testimonianze scritte sia da sopravvissuti alla strage che da persone relazionatesi al tragico attentato attraverso i ricordi altrui o interessandosi alla storia della propria città.

100 contributi che dialogano con le immagini del sanguinoso 28 maggio 1974 a Brescia, con le foto del giorno dei funerali e delle tante manifestazioni che si sono succedute nel corso del tempo. 100 vite, 100 punti di vista accomunati dal dolore e dall’impotenza, ma anche dall’irriducibile volontà di battersi per una società migliore. Parole che sono azioni, impresse sulla carta per restare scolpite in quell’antro imprescindibile della mente e dell’anima che si chiama memoria, anticamera di tutte le condivisioni, di tutti gli incontri e di tutte le risposte democratiche di ieri e di oggi; di tutte le libertà.

“La parola giusta”, splendido esempio di teatro civile

Le testimonianze contenute nel “Diario di comunità” sono state scelte a partire da un nutrito corpus di brevi scritti raccolti su proposta del CTB nel 2019, al termine di ciascuna recita dello spettacolo teatrale “La parola giusta”.

Avvalendosi di una protagonista femminile interpretata dall’intensa attrice Lella Costa, “La parola giusta” propone, in forma monologica, una lettura interiore degli ultimi cinquant’anni di storia italiana, dal periodo della contestazione al presente, passando per l’impatto granitico con le stragi di piazza Fontana e di piazza Loggia. Un’esperienza che intreccia grande storia e travagli privati, alla ricerca della “parola giusta” con cui riannodare i fili dei propri giorni e ricucire la propria vita, nonostante la violenza, i rimpianti e le separazioni.

Dei testi, illuminanti e puntuali, si è occupato lo scrittore bresciano Marco Archetti, già autore di altri interventi letterari dedicati alla strage di piazza Loggia, fra cui il romanzo “Una specie di vento”. La regia di Gabriele Vacis, maestro del teatro civile, ricorrendo a una scenografia intima ed essenziale, ha diretto uno spettacolo indimenticabile, dal fortissimo impatto emotivo e in grado di stimolare la riflessione e la condivisione.

“La parola giusta” è un meraviglioso esempio di teatro civile e di arte engagé la cui sinossi e i cui retroscena sono conservati nel “Diario di comunità”, unitamente alle 100 testimonianze. La rappresentazione è stata concepita e realizzata all’interno dell’articolato progetto MI50BS45, che nel 2019 ha unito Milano e Brescia nella commemorazione del cinquantesimo anniversario della strage di piazza Fontana e del quarantacinquesimo anniversario della strage di piazza Loggia.

100 contributi scritti per un “Diario di comunità”

[…] Il 28 maggio per me rappresenta l’antifascismo, la libertà, la gente in piazza che crede in un mondo migliore. […]

Testimonianza di Federica (numero 93), “28 maggio 1974… oggi. Diario di comunità”, La Quadra, 2021

È un bel numero, 100. Principia con la cifra che indica la capacità di unirsi e di stare insieme, continuando poi con due zeri che, nella loro forma circolare, simboleggiano apertura e inclusività. Un numero adatto a creare un libro sottile, facile da portare con sé e da sfogliare in molteplici occasioni.

Le 100 testimonianze pubblicate nel “Diario di comunità” parlano di terrore e di carne straziata, di chi quel 28 maggio 1974 era in piazza Loggia ed è sopravvissuto, di vetrine infrante e di ombrelli strappati che hanno salvato chi li teneva in mano, delle otto persone ammazzate dalla bomba e delle centinaia di feriti, di sangue misto a pioggia, ma anche della coraggiosa risposta civica della comunità bresciana nei giorni successivi alla strage.

E parlano, poi, di bambini che hanno udito lo scoppio della bomba dai banchi di scuola, di adolescenti che rincasando hanno visto piangere per la prima volta i genitori e che, di colpo, sono diventati adulti. Infine, offrono il ritratto di giovanissimi che specchiandosi nel dolore e nei racconti altrui hanno maturato, protetto e diffuso ideali di giustizia e di democrazia.

Ma qual è, se esiste, la parola giusta?

[…] I giorni successivi la piazza era diventata un immenso giardino multicolore.

Si respirava un senso di commozione immensa ma anche di solidarietà, di vicinanza, di emozione positiva, di sensazione che le cose non sarebbero comunque andate come voleva chi aveva messo la dannata bomba. La parola giusta era:

esserci. […]

Testimonianza di Paolo G. (numero 92), “28 maggio 1974… oggi. Diario di comunità”, La Quadra, 2021

Tanti autori e tante autrici delle testimonianze hanno espresso la propria opinione riguardo a quale potrebbe essere la parola giusta da legare al ricordo della strage. C’è anche stato chi, giustamente, ha osservato che non può esistere un’unica parola giusta; le parole giuste sono necessariamente tante quante le menti che le concepiscono.

Quelle del “Diario di comunità” sono allora 100 testimonianze giuste per un totale di innumerevoli parole giuste, sparse come fiori per ricordare tutti gli assassinati di tutte le stragi. Parole per ritrovare la parola e l’azione, essenziali e utili, improntate al bene e al futuro di tutta una comunità che sappia rispondere a ogni violenza con la solidarietà, la democrazia e la speranza.

Ma effettivamente ce n’è una, delle tante parole giuste espresse, che potenzialmente le racchiude tutte, come le radici di un albero trattengono la linfa. A trovarla è stato Manlio Milani, presidente di Casa della Memoria di Brescia e autore di uno degli interventi scritti che introducono le testimonianze. Il 28 maggio 1974, Milani era presente alla manifestazione in piazza Loggia e si è salvato, mentre la moglie Livia Bottardi è rimasta uccisa dalla bomba insieme ad altre sette persone (Alberto Trebeschi, Clementina Calzari Trebeschi, Giulietta Banzi Bazoli, Euplo Natali, Luigi Pinto, Bartolomeo Talenti e Vittorio Zambarda).

Lasciamo quindi che sia la parola di Milani, sopravvissuto e testimone attivo, a suggellare il presente testo in memoria del 28 maggio 1974 a Brescia: «E ameremo la parola giusta: vita».


Titolo: 28 maggio 1974… oggi. Diario di comunità
Autori: AA. VV.
Curatore: Centro Teatrale Bresciano

Editore: La Quadra, 2021

Genere: Raccolta di testimonianze
Pagine: 136
ISBN: 9788895251400

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Francesca Scotti

Classe 1991. Cresciuta in Franciacorta, vive a Brescia, sua città natale. Ha studiato letteratura inglese e tedesca, laureandosi con una tesi sui rapporti fra la cultura tedesca e il nazionalsocialismo. Legge e scrive per vivere. È autrice della silloge di racconti “La memoria della cenere” (Morellini, 2016) e dei romanzi “Figli della Lupa” (Edikit, 2018), “Vento porpora” (Edikit, 2020) e "La fedeltà dell'edera" (Edikit, 2022). Anima rock alla perenne ricerca di storie della resistenza bresciana, si trova maggiormente a suo agio tra le parole dei libri e sui sentieri di montagna.

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