“Lu’Mezzò. Storie di un paese perbenino” di Francesca Belussi

Recensione di Roberto Bonzi per Brescia si legge

Sono nata, cresciuta e creperò, nel ridente paese di Lu’Mezzò, piccola metropoli fra le montagne di Ovunque. Come in tutti i paesi vicini, la gente era gentile e industriosa, il sole risplendeva sempre dietro le nuvole gonfie di pioggia inquinata, e le case erano quelle tipiche di una cittadina italiana del nordsudcentro Italia e isole.

“Lu’Mezzò. Storie di un paese perbenino”, Francesca Belussi, p. 1

Dalla campionessa mondiale di Khabbadi all’uomo che si veste solo da Jedi, dal proiezionista del cinema dell’oratorio fino alla famiglia di fornai con un brutto carattere: Lu’Mezzò, “piccola metropoli fra le montagne di Ovunque”, è un luogo fantastico e allo stesso tempo concretissimo in cui ogni storia è in bilico tra realtà ed immaginazione.

A raccontarle una per una, queste storie, ci ha pensato Francesca Belussi, docente e animatrice culturale bresciana con la passione per la scrittura che, nel 2020, al principio della pandemia, ha iniziato la stesura di “Lu’Mezzò. Storie di un paese perbenino”. Romanzo corale, edito nel 2021 da Centro Culturale 999 (acquista qui), ‘Lu’Mezzò’ è un mosaico di piccole storie surreali raccontate con arguzia e con un pizzico di irriverenza, che dipinge un microcosmo familiare cui il lettore non potrà che affezionarsi riconoscendovi i vizi e le virtù di ogni comunità.

Un divertente microcosmo di paese sospeso tra memoria e fantasia

ll mio vicino di casa, Lucio Battistuta, divenne famoso per i classici quindici minuti a seguito di un servizio di un telegiornale che parlava della sua strana scelta di vita: diventare un maestro Jedi. Sin da giovanissimo aveva sempre dimostrato una forte ammirazione per la saga di Star Wars, da quando al cinema dell’oratorio aveva visto la versione censurata, ovvero senza il bacio tra i due fratelli. Ricordo che era così fan del film da avere tutti i gadget, i poster appesi in camera, e aveva chiamato il suo cane Harrison. Per farlo innervosire lo chiamavo “Star Trek” e gli dicevo che anche a me piaceva tantissimo il Dottor Spok.

“Lu’Mezzò. Storie di un paese perbenino”, Francesca Belussi, p. 209

Ogni abitante di Lu’Mezzò, anche il più comune, è protagonista di una storia surreale. Personaggi come Miranda, la guardarobiera con la fobia dei germi, “El Pedro”, al secolo Massimiliano Pedroletti e capitano della squadra di calcio locale, Don Palma, parroco gourmet e affezionato degli sposalizi con rinfresco, Renato, il pescivendolo nemico dell’acqua dolce, Silvestro Brucelli, il macellaio convertitosi al veganesimo, o i paniettieri Argenti, le cui michette sono regali d’amore migliori dei fiori. Il romanzo passa in rassegna i luoghi chiave di ogni paese che si rispetti: il municipio, la chiesa, l’oratorio, il liceo, il teatro, i bar, i ristoranti e i negozi più frequentati. 

L’autrice rielabora ricordi, aneddoti e storie realmente accadute, arricchendole di verve comica e, talvolta, di un pizzico di irriverenza. Capitolo dopo capitolo, compone un microcosmo a cui è facile affezionarsi e che racchiude vizi e virtù di ogni piccola comunità. Il segreto, sembra suggerirci, è riuscire a riderci su e, per un attimo, ribaltare le storture con una sana risata. 

Miti e leggende della tradizione popolare

Tanti anni fa, morì una donna ricca, molto ricca, ma anche parecchio avara. Era talmente avara che ai suoi parenti non aveva lasciato nulla in eredità. Piuttosto che lasciare ai suoi legittimi eredi qualche spicciolo, si era fatta seppellire con tutti i suoi tesori nella bara.

“Lu’Mezzò. Storie di un paese perbenino”, Francesca Belussi, p. 113

Una parte del romanzo si concentra su alcune storie e leggende che si tramandano da generazioni e che Francesca Belussi ha rielaborato sulla base di ricordi personali. La tradizione popolare è una fonte inesauribile di racconti che spesso si focalizzano sugli stessi temi: la fame, l’avarizia, la povertà o la paura dell’ignoto. Le leggende di Lu’Mezzò non fanno eccezione e, sempre con la giusta dose di umorismo, ci riportano ad una società più arcaica che, per certi aspetti, è meno lontana di quanto si pensi.

Il romanzo di Francesca Belussi è un mosaico di piccole storie surreali, raccontate con arguzia e divertimento sincero. La scrittura, vivace e piena di umorismo, si lascia guidare dal gusto per il paradosso. I passaggi divertenti si susseguono come in un racconto di Roald Dahl o Astrid Lindgren. Eppure, tra le righe, i lettori più acuti (o forse più bresciani?) non mancheranno di riconoscere i contorni reali di Lu’Mezzò, un “paesino perbenino” che forse è solo la versione fantastica di quello in cui ci svegliamo ogni mattina.


Titolo: Lu’Mezzò. Storie di un paese perbenino
Autrice: Francesca Belussi
Editore: Centro Culturale 999, 2021

Genere: Romanzo
Pagine: 234
ISBN: 9791220857086

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Roberto Bonzi

Nasce nel 1978 a Nuvolento. Fin da piccolo, ama la scuola alla follia: trascorre metà della giornata a leggere e scrivere, l'altra a convincere i compagni di non essere un secchione. Dopo la laurea in "Discipline economiche e sociali" all'Università Bocconi, inizia ad occuparsi di comunicazione, di fiere e di congressi. Nel frattempo, dopo una parentesi come vicesindaco e assessore all’istruzione e cultura del suo paese natale, continua a leggere e scrivere (Come lontano da Irene, 2010; Remigio ovvero come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la matematica, 2015; Centro Fiera del Garda. Nascita e sviluppo di un polo fieristico per la Lombardia orientale, 2017) e a spiegare in giro cosa non è.

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