Fame, paura e speranza nel diario ritrovato di Giovanni Pintossi, internato militare valtrumplino nei lager nazisti
Recensione di Piero Galli per Brescia si legge
Il bresciano Giovanni Pintossi, nativo di Zanano, era un giovane infermiere, soldato e bersagliere di ventott’anni, oltre che la matricola 54823 di una lunga prigionia itinerante conclusasi in un lager di italiani ad Amburgo durante la seconda guerra mondiale. Di questa sua drammatica esperienza, Pintossi ci ha lasciato un intenso diario, riscoperto oggi dopo ottant’anni dagli eventi vissuti e dopo quaranta dalla morte dell’autore.
Scritto tra il 1943 e il 1945, come molti altri diari di guerra e di prigionia, il testo di Pintossi ci riporta in maniera drammatica a momenti incredibilmente difficili di fame e di paura. Osvaldo Guerini, curatore di questa prima edizione stampata nel 2022 con il titolo di “Pintossi Giovanni. Diario di prigionia. Un infermiere valtrumplino nei lager nazisti”, restituisce il contenuto di questo quaderno di piccolo formato, sgualcito dal tempo, dal fango e dalle lacrime. Lo introducono tre preziose prefazioni: di Massimo Ottelli, presidente della Comunità Montana di Valle Trompia, di Luigi Paonessa, assessore alla pubblica istruzione del Comune di Sarezzo e di Armando Signorini, presidente dell’associazione Valtrompia Storica.
Un’operazione di recupero e di valorizzazione di un testo oggi più prezioso che mai, in quanto testimonianza concreta e intima degli orrori della guerra e dell’impatto tremendo che ebbe sulle vite di ciascuno, dai più valorosi ed esposti ai più umili.
La preziosa e cruda testimonianza di un uomo semplice
Dopo l’armistizio, l’8 settembre 1943, molti soldati italiani scelsero com’è noto di non aderire alla Repubblica di Salò, finendo deportati e internati in lager nazisti, dove la loro sopravvivenza ha costituito una “resistenza disarmata”, piena di consapevolezza e di rassegnazione, ma anche di momenti di speranza.
Il diario di Giovanni Pintossi si svolge in quattro terribili lager di prigionia: Fustenberg (Germania), Deblin Irena (Polonia, dove Pintossi incontrò padre Ottorino Marcolini), Oberlanger (Germania) e Sandbostel (Germania). La narrazione stupisce il lettore per la durezza di certi passaggi, per la schiettezza e la spontaneità, ma anche per l’eroismo di azioni compiute con la forza istintiva della disperazione.
Il curatore Guerini ci riporta fedelmente righe appuntate da un uomo semplice, senza alcuna pretesa letteraria, con il solo intento di non perdere memoria della tragica esperienza. Con chiarezza e completezza, il libro è arricchito per circa la metà da capitoli biografici e storici sull’abitato e sulla parrocchia di Zanano, sull’uomo Giovanni Pintossi e sulla sua famiglia e, infine, sul contesto geopolitico della seconda guerra mondiale.
Tornato dalla prigionia, Pintossi ha accantonato il suo diario, senza renderne nota la stesura e senza alcuna intenzione di pubblicarlo. Nel 1960, ha perso la vita in un incidente stradale. Il diario è quindi stato ritrovato casualmente, recentemente, dal figlio, aprendo un bauletto appartenuto al padre.
Illustrata con numerose fotografie, articoli di giornale e cartoline a colori e in bianco e nero, la pubblicazione del diario di Pintossi è un lavoro prezioso e pregevole, solo con qualche sorvolabile limite redazionale e di distribuzione dovuto all’autoproduzione. Il libro è disponibile al prezzo di 8 € presso il Circolo ACLI di Ponte Zanano.
Titolo: Pintossi Giovanni: diario di prigionia. Un infermiere valtrumplino in quattro lager nazisti
Autore: Giovanni Pintossi
Curatore: Osvaldo Guerini
Editore: Autopubblicazione con il contributo di Comunità Montana di Valle Trompia, associazione Val Trompia Storica, Circoli ACLI di Sarezzo e di Ponte Zanano, Comune di Sarezzo, 2022
Genere: Diario
Pagine: 128
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