Precarietà e intraprendenza di un siciliano capitato a Brescia. “Mi sono ritrovato vivo”, l’esordio di Marco Passarello

  Recensione di Rachele Anna Manzaro per Brescia si legge

La  porta dell’albergo della disoccupazione che mi fece uscire mi portò in Nord-Italia: avevo trovato un contratto all’Università degli studi di Brescia. Dovevo trasferirmi davvero questa volta, da solo, a più di 1500 chilometri da casa.

Marco Passarello, “Mi sono ritrovato vivo”

Una storia di migrazione interna dei giorni nostri, in cui il protagonista approda al nord, e più precisamente a Brescia, dalla Sicilia. La scoperta di ritmi di vita, abitudini e modi di pensare completamenti nuovi e differenti. E infine, mille accadimenti e precarietà cui il protagonista, docente precario, dovrà far fronte cercando di far tesoro delle parole chiave che la vita gli ha insegnato.

“Mi sono ritrovato vivo” (Calibano Editore, 2021 – acquista qui), romanzo d’esordio del palermitano di nascita e bresciano d’adozione Marco Passarello, è un libro coraggioso e mai retorico che si legge tutto d’un fiato, ma che al contempo offre innumerevoli spunti di riflessione. I temi trattati in questo libro autobiografico, svariati e attuali, tengono infatti incollato il lettore a ogni pagina, catapultandolo nei panni di un giovane alle prese con la precarietà e con gli sconvolgimenti dell’esistenza.

Il nostro dovere: darci da fare

Il romanzo narra la vita di un ragazzo siciliano, nato negli anni ottanta, insegnante precario con una vita sentimentale ancora più precaria, che – una volta giunto a Brescia – si trova a fare i conti con la necessità di inserirsi in un contesto nuovo, con le conseguenze delle proprie scelte e con le parole che gli hanno segnato la vita. Nonostante le avversità della vita, il protagonista si impegna infatti a ricercare un significato in ciò che quotidianamente gli accade, affinché una buona consapevolezza lo induca a vivere in un modo che non sia mai passivo.

Un altro aspetto di particolare rilievo è il messaggio stesso del titolo di questo romanzo, che risuona in modo forte: “Mi sono ritrovato vivo”. Ci ritroviamo vivi ogni giorno, ed è per questo che è nostro dovere darci da fare, un imperativo che nel libro ci viene trasmesso in modo molto chiaro.

Parole chiave per affrontare la vita

Interessante, è senza dubbio, la scelta di diverse parole chiave, ben ventiquattro, che accompagnano tutta la narrazione del libro. Tali parole, che vengono incontro all’autore negli eventi da lui raccontati, sono: ALTRI, MORTE, AIUTO, AMORE, POSSIBILITÀ, FELICITÀ, ADDIO, ABBASTANZA, ODIO, LEGITTIMAZIONE, SCUSA, SERENITÀ, SUICIDIO, LIQUIDO, CAOS, INSEGNANTE, GRUPPO, SOLITUDINE, CORAGGIO, PADRE, PREGIUDIZIO, PASSIONE.

Tutte parole che mostrano la strada al protagonista, che alleviano il dolore; dolore che l’autore riesce a trasformare in qualcosa di unico, velandolole talvolta di una sana ironia (l’autore è tra l’altro uno stand-up comedian e un insegnante di teatro). Il tutto ritmato da costanti riferimenti alla musica e all’arte, colonna sonora e passione della vita del protagonista.

Da ultimo, una menzione speciale alla copertina del libro, assolutamente evocativa e carica di significato: un ragazzo che corre, libero e pieno di speranza, malgrado l’equilibrio precario della vita.


Titolo: Mi sono ritrovato vivo
Autore: Marco Passarello
Editore: Calibano, 2021

Genere: Romanzo
Pagine: 134
ISBN: 9791280224248

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