“V for Brescia”: le imprese degli uomini che hanno scritto la centenaria storia calcistica biancoblu raccontate da Gian Paolo Laffranchi

Letto e recensito da Katiuscia Rigogliosi per Brescia si legge

Mi emoziono ancora a pensare a tutto questo. Bresciano fra i bresciani, orgoglioso di Pirlo e dei gemelli Filippini, di gnari cresciuti a Urago Mella come me e capaci di arrivare in alto con la V bianca sul petto. Mi emoziono a rileggere queste pagine. “V for Brescia”: la nostra Vittoria è già quello che siamo. Il nostro orgoglio, l’appartenenza ai colori più belli del mondo. Esser bresciani!

Dalla prefazione di Omar Pedrini a “V for Brescia”, di Gian Paolo Laffranchi, p. 6

Orgoglio e appartenenza: il senso di questo piccolo volumetto, dedicato ai grandissimi campioni che hanno militato nella squadra del Brescia, è riassunto perfettamente nella prefazione scritta da Omar Pedrini, altro grande rappresentante bresciano nel mondo.

Al di là del fatto che il Brescia calcio non sia una squadra ultra blasonata, che rappresenti una città di provincia e non una famosa metropoli, che, tolti i tifosi, in pochi conoscano – o riconoscano – i campioni che hanno indossato la maglia delle rondinelle, fatte salve alcune rare eccezioni, la squadra di calcio del Brescia è la rappresentazione perfetta della popolazione cittadina: grande cuore, grande coraggio, grande resistenza, grande passione.

Gian Paolo Laffranchi, giornalista bresciano classe 1974, si occupa di sport praticamente da sempre. È stato redattore e conduttore a Brescia TV, ha collaborato con Radio Brescia, RTL 102.5 e Bresciaoggi. Una vita professionale dedita allo sport, insomma, che nel 2011 è culminata con l’assegnazione da parte del Coni dell’’Oscar dello Sport Bresciano.

In “V for Brescia” (edito da Urbone Publishing nel 2021 – acquista qui) in un centinaio di pagine ripercorre venticinque storie di vita vissuta: venticinque calciatori visti attraverso gli occhi di un grande appassionato e mostrati ai loro tifosi con tutte le loro virtù ma anche, e forse soprattutto, con tutte le loro debolezze.

Venticinque grandi campioni mondiali

I calciatori di cui vengono narrate le vite indossando la maglia biancoblu sono, per i tifosi più accaniti ma anche per i semplici bresciani che masticano un po’ di sport, famosissimi ed importantissimi per raccontare l’epopea di una squadra in perenne bilico tra serie A e serie B.

Sfogliando le pagine troveremo quindi Alessandro “Spillo” Altobelli, che giocò anche in nazionale negli anni ‘80; Michele Arcari, atleta che ha praticamente giocato in ogni ruolo, trovando poi il suo ideale tra i pali della porta; Stefano Bonometti, primatista assoluto con 421 presenze con indosso la maglia bresciana; Andrea Caracciolo, il bomber per eccellenza, con 173 reti in 399 partite; Egidio Salvi, finito immortalato nelle figurine dell’album Panini quando non era ancora titolare effettivo (tanto che sull’album non c’era, effettivamente, lo spazio per attaccare la sua immagine); Daniele Zoratto, attuale commissario tecnico della nazionale italiana Under 16.

Senza dimenticare Eugenio Corini, i gemelli Antonio ed Emanuele Filippini, Dario Hubner, Maurizio Neri, Florin Raducioiu, Giampaolo Saurini, Felipe Sodinha, Igli Tare e Marco Zambelli.

Non mancano nemmeno i ricordi dolorosi, come la storia del gavardese Edoardo Bortolotti, suicidatosi nel 1995 dopo un lungo periodo di depressione, o le lacrime versate in campo da tutta la squadra alla notizia dell’incidente accaduto a Vittorio Mero, detto “lo sceriffo” (da quel momento la maglia numero 13 è stata ritirata per sempre).

A Brescia sono stato calciatore, capitano ed allenatore: so cosa si può fare con questa maglia. Mi è rimasta addosso sempre. Qua non vinciamo scudetti, ma non si molla mai. Bresciano vuol dire avere “i cosidetti” grandi come una mongolfiera: più è dura, più ci esalta. Ce la faremo. Daremo il massimo. Noi non ci arrenderemo; gli altri, vedremo.

V for Brescia, Gian Paolo Laffranchi – Gianni De Biasi, p. 45

Ci sono anche le vite di alcuni presidenti o allenatori, come Gino Corioni, grazie al quale sono arrivati nomi importanti nello spogliatoio; Gianni De Biasi, attuale allenatore della nazionale azera; Carlo “Carletto” Mazzone, l’allenatore passionale e verace di cui ricordiamo tutti la corsa all’impazzata sotto la curva della nemica di sempre (l’Atalanta) durante un derby assai difficoltoso (scomparso recentemente e ricordato in maniera esemplare da tutti i suoi colleghi).

Capitolo a parte i campioni veri e propri, quei nomi che solo a menzionarli ci si illuminano gli occhi: Roberto Baggio, che le grandi squadre stavano obbligando ad appendere i tacchetti al chiodo ed invece con le Rondinelle ha riscattato il suo periodo difficile; Mario Balotelli, di cui a volte si fatica a distinguere la bravura in campo dalle sregolatezze della vita privata, ma che ha sempre portato con orgoglio in giro per il mondo il suo essere bresciano; Pep Guardiola, l’allenatore che, oggi come oggi, vince qualsiasi cosa si metta in testa di conquistare, indipendentemente da chi mandi in campo e in che stadio stia giocando; Gica Hagi, il “Maradona dei Carpazi”, colui che è passato da una retrocessione ad una promozione con uno schiocco delle dita; Andrea Pirlo, flerese classe 1979, il miglior centrocampista italiano di sempre.

Una squadra in perenne bilico

Dopo annate in serie B, con rischi di retrocessione e dominazioni a tutto tondo, e salite nella categoria massima, mostrando i denti non solo davanti alle grandi squadre ma anche, e forse soprattutto, davanti alle parimerito, le rondinelle del Brescia – e da questo libricino è la cosa che maggiormente risalta – riescono comunque a fare una cosa che poche altre possono vantarsi di eguagliare: intrecciare le storie di vita personale a quella sportiva, creando un legame fortissimo con la tifoseria locale. Perché in campo non scendono solo gli undici uomini scelti dall’allenatore, ma anche le centinaia – migliaia – di tifosi il cui cuore batte al ritmo dei loro calci, dei loro dribbling, delle loro parate.

Quanto è sua, quella V sul petto.

E quanto è bello, vincere soffrendo.

Per cos’altro è stato fondato il Brescia, sennò?

V for Brescia, Gian Paolo Laffranchi, p. 77


Titolo: V for Brescia
Autore: Gian Paolo Laffranchi
Editore: Urbone Publishing

Genere: Saggio
Pagine: 114
Isbn: 9788832230611

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Katiu Rigogliosi

Diplomata alla scuola d'Arte al corso di operatrice d'arredamento, nella vita si occupa di progettazione di interni, realizzando meravigliose SPA in giro per il mondo. Nata a Milano, cresciuta tra Piacenza e Bergamo, maturata sotto la mole di Torino, risiede oggi nella provincia al di là del fiume Oglio. Legge da quando ha memoria e non disdegna nessun genere, anche se le si illuminano gli occhi quando si tratta di sparatorie, uccisioni ed indagini. Gestisce un gruppo di Staffette Letterarie su Facebook, perché crede che la lettura condivisa in ogni parte d'Italia sia la cosa migliore che possa esistere.

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