“Qualcosa inventeremo”: la capacità delle parole di cambiare i destini nel romanzo d’esordio di Simone Rocchi

Recensione di Francesca Cocchi per Brescia si legge

Le nostre parole hanno il potere straordinario, del quale spesso siamo inconsapevoli, di cambiare le vite degli altri. Una singola parola, pronunciata nel giusto momento, può infatti condizionare nel bene o nel male il destino delle persone che ci circondano. Cosa succederebbe se questa attività inconsapevole diventasse una vera e propria professione? Avremmo ancora il diritto di intervenire nelle scelte di vita altrui?

La quotidianità di Giacomo “Jack” Alighieri scorre monotona tra un lavoro d’ufficio che non sa dargli soddisfazioni, le serate passate nel bar di fiducia durante le quali si diverte a inventare storie e i fugaci incontri con lo storico amico di scuola. Tutto però cambia quando, in seguito a un colloquio di lavoro presso una misteriosa agenzia, iniziano a comparire nel suo bilocale degli strani bigliettini che indicano un’ora e un luogo. Mosso dalla curiosità e dal desiderio di vivere un’avventura, Jack decide di presentarsi puntuale a questi appuntamenti che avranno il potere di cambiare numerosi destini. Compreso il suo.

“Qualcosa inventeremo” (Edizioni Effetto, 2019 – acquista qui), romanzo d’esordio dello scrittore bergamasco ma bresciano d’adozione Simone Rocchi, offre il ritratto di una gioventù disillusa che sembra accontentarsi di una vita insoddisfacente, ma che in realtà è pronta a cogliere ogni opportunità per scacciare una noia ormai esistenziale. Un romanzo avvincente e allo stesso tempo capace di riflettere sul potere delle parole e sulla loro capacità di intervenire nelle nostre vite.

E la mia colpa più grande è quella di aver sempre saputo che le parole possiedono un potere enorme, di cui abbiamo prova ogni sacrosanto giorno: sprechiamo fiumi di energie per scusarci degli errori o dei comportamenti sopra le righe, ma è molto più difficile, quando non impossibile, farsi perdonare per qualcosa che abbiamo detto, anche solo per effetto di un violento attacco di rabbia. 

S. Rocchi, Qualcosa inventeremo, p. 80

Una vita monotona capace di riservare colpi di scena

Giacomo “Jack” Alighieri ha da poco compiuto trent’anni, ha una laurea in Economia Aziendale che «incorniciata è buona per coprire un’infiltrazione di muffa sulla parete» e ha un talento straordinario nell’inventare e nel raccontare storie. Le sue giornate trascorrono alla scrivania di un ufficio amministrativo e si concludono spesso al BarCellona, un bar sopravvissuto indenne agli anni Duemila che diventa per Jack un rifugio sicuro in cui il tempo sembra essersi fermato.

Un giorno Jack riceve la telefonata allarmata di Roberto, il suo migliore amico dai tempi del liceo che da anni lavora in banca e gestisce i suoi conti. “Rob” avvisa così Giacomo che ha ricevuto un bonifico, di un importo considerevole, da parte di un conto cifrato svizzero che nella causale fa riferimento alle prestazioni svolte nel corso del 28 febbraio e dell’11 marzo.

Partendo da queste date, Jack inizia a scavare nei suoi ricordi e realizza che quelle due giornate, a modo loro, avevano rappresentato un’eccezione alla sua routine quotidiana. Il 28 febbraio, infatti, Giacomo era stato convocato a Milano presso la sede della GM Consulting, una misteriosa ONG svizzera, per un colloquio conoscitivo che si era concluso con il più classico dei “le faremo sapere”. L’11 marzo, invece, aveva trovato sul tavolo della cucina del suo bilocale un bigliettino di colore beige sul quale una mano femminile aveva scritto un’ora e un luogo, invitandolo implicitamente all’aeroporto. Jack si era presentato puntuale all’appuntamento, ma non aveva incontrato nessuna ragazza e aveva quindi pensato che si trattasse di un semplice scherzo.

Appuntamenti con il destino

Giacomo ricorda anche che in entrambe le date, sul treno di ritorno da Milano verso casa e al terminal dell’aeroporto mentre aspettava, aveva scambiato alcune parole con degli sconosciuti che avevano attirato la sua attenzione perché avevano l’aria di essere alla ricerca di aiuto. Jack comincia così a sospettare che il bonifico ricevuto e il cartoncino comparso in casa sua siano opera della GM Consulting, ma non riesce ancora a comprendere per quale motivo una ONG svizzera l’abbia pagato per recarsi a un appuntamento dove nessuno si è presentato. 

È quindi grande la sua curiosità quando nuovi biglietti, scritti dalla medesima grafia femminile, continuano a comparire misteriosamente sul tavolo della sua cucina. Non avendo nulla da perdere si presenta sempre puntuale agli appuntamenti dove, ancora una volta, non accade nulla di eccezionale se non dei semplici incontri con degli sconosciuti con i quali Giacomo scambia alcune parole.

Jack si rende conto che quello che lui dice alle persone incontrate nel corso di quegli strani incontri ha il potere di influenzare la loro vita e le loro decisioni e inizia quindi a chiedersi se sia eticamente corretto intervenire in questo modo nei destini degli altri. Mentre è tormentato da questi dubbi, Giacomo incontra Emma, la mano che si nasconde dietro a tutti i bigliettini, che cerca di convincerlo a proseguire in questo incarico che consiste nell’aiutare le persone a cogliere le giuste opportunità.

L’incontro con Emma, anziché dissipare, aumenta i dubbi di Jack. Ma la comparsa di un nuovo bigliettino lo spingerà a presentarsi a un appuntamento che lo costringerà a lasciare da parte ogni incertezza. In questo nuovo incontro, Giacomo capirà che le sue parole e le storie che sa raccontare hanno davvero il potere di salvare la vita a delle persone.  

In qualunque cosa tu creda, all’essere umano serve un aiuto e la nostra idea è che, contrariamente a quanto pensino tutti, l’essere umano non ha bisogno di qualcuno che prenda le decisioni per lui. All’uomo serve una spinta per vedere le opportunità, per cogliere i segnali o le vie alternative. Noi siamo quelli che ti fanno cadere l’occhio sull’annuncio sul giornale, che fanno spuntare un raggio di sole sul tabellone pubblicitario.

S. Rocchi, Qualcosa inventeremo, pp. 89-90

Un romanzo avvincente e denso di spunti di riflessione

“Qualcosa inventeremo” è un romanzo avvincente e ricco di colpi di scena, capace allo stesso tempo di offrire spunti di riflessione sul potere delle parole e sulla loro capacità di creare connessioni tra i destini delle persone. La narrazione si sviluppa su diversi piani temporali e i continui flashback e flashfoward hanno il pregio di tenere vive l’attenzione e la curiosità del lettore.

La voce narrante in prima persona di Jack, tra il suo sarcasmo e i riferimenti alla cultura pop degli anni Ottanta e Novanta, contribuisce a creare un romanzo vivace e scorrevole. Si rivela inoltre vincente la scelta dell’autore di giocare con i punti di vista narrativi, inserendo in alcuni capitoli un narratore esterno che offre al lettore informazioni e dettagli non noti al protagonista.    

Il finale aperto con cui si conclude “Qualcosa inventeremo” suggeriva già al tempo della sua pubblicazione nel 2019 la possibilità di un seguito, che di fatto si è concretizzata nel romanzo “Poteva andare peggio” (Edizioni Effetto, 2021) nel quale Simone Rocchi racconta al lettore la nuova vita di Jack nella sua professione di “narratore di storie” al servizio della GM Consulting.


Qualcosa inventeremo Simone Rocchi

Titolo: Qualcosa inventeremo
Autore: Simone Rocchi
Editore: Edizioni Effetto, 2019

Genere: Romanzo
Pagine: 232
ISBN: 9788832195033

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Francesca Cocchi

Nata nel 1996, è cresciuta in Valle Camonica e ha studiato tra Padova e il Belgio. Dopo la laurea magistrale in lettere classiche, si stabilisce a Brescia dove lavora come copywriter per il marketing. Filologa di formazione, predilige da sempre i grandi classici, ma non si lascia intimorire dagli autori contemporanei. Di carattere introverso, si trova a suo agio in viaggio, tra i libri e al tavolo di un buon ristorante.

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