“Ricordiracconti”, da una sportina di spago intrecciata il fluire di episodi collettivi e aneddoti nel nuovo libro di Romeo Seccamani

All’ombra di quelle siepi mi rivedo bambino con a tracolla l’elegante sportina di spago intrecciato, consegnatami dalla mamma, a raccogliere nocciole e, fra belati e muggiti e il tintinnare di campanelli e il frugare di uccelli, risento in gola il sapore del latte di capra bevuto da una rustica ciotola scavata in un pezzo di tronco d’acero e abbrunita dall’uso.

Romeo Seccamani – Ricordiracconti – pag. 13

La “elegante sportina di spago intrecciato”, strumento d’infanzia per la raccolta delle nocciole, è elegantemente riportata sulla copertina dell’ultima fatica letteraria di Romeo Seccamani: “Ricordiracconti”. Il librino (pubblicato da Liberedizioni nel 2023), è l’unione eterogenea di sei testi di lunghezza variabile, profondamente autobiografici, scritti in momenti diversi e quindi non appartenenti, in origine, ad un progetto unitario.

Dedicata ai suoi genitori Bortolo e Luigina, “Ricordiracconti” è una anomalia letteraria di pregio: una piccola antologia, liberamente costruita da Romeo Seccamani mescolando la nostalgia del ricordo alla concretezza della narrazione storica, il sapore della cucina tipica al racconto immaginario metaforico e apocalittico, il romanzo alla poesia.

Il primo, corredato da immagini d’epoca, è stato scritto dall’autore nel novembre 2012, per fissare alcuni ricordi legati a fatti accaduti subito dopo il 25 aprile 1945, in particolare sulle sponde del lago d’Idro. Il secondo, relativo agli ambienti minerari e al padre dell’autore (“1950: con mio padre in miniera”), è stato scritto nel giugno 2005. Anche qui, la presenza di poche ma preziose immagini originali accresce l’atmosfera di “documento storico”, anche se, al contempo, il racconto emoziona in molti passaggi di memoria familiare, per la presenza di gesti e fatti particolarmente toccanti.

Nel terzo “ricordo” veniamo a riscoprire una alluvione terribile che, tra l’11 e il 16 settembre 1960, sconvolse la nostra provincia, coinvolgendo tutte le valli. In quel contesto, nel quale crollò persino il ponte romano di Cividate Camuno, un temerario Seccamani, in sella alla lambretta, si rese protagonista di un viaggio avventuroso, prima da Milano a Ossimo e poi, il giorno seguente, in tragiche condizioni stradali, da Ossimo ad Anfo percorrendo la strada Bienno-Crocedomini.

A metà del guado inaspettatamente la furia dell’acqua scavalcò la pedana della lambretta, nell’affanno, vidi le scarpe che stavano guizzando via come fossero trote. Con gesto istintivo e fulmineo riuscii ad afferrarne una e a scaraventarla d’impulso al di là del torrente: un istantaneo tocco di gas e la lambretta mi trascinò fuori dal guado. Mi trovai così con i piedi doloranti fra sassi spigolosi. Una breve sosta per rinfrancarmi e per infilarmi nel piede sinistro, senza calza, l’unica scarpa rimastami e ripartii.

Romeo Seccamani – Ricordiracconti – pag. 47

Il quarto “ricordo”, messo per iscritto nell’ottobre 2019, rappresenta un cambio di registro in senso culinario. È infatti tutto dedicato ad un dolce tipicamente bresciano (della Val Sabbia?) gustato da bambino e al ritrovamento di quel medesimo sapore, molti anni dopo e inaspettatamente, in un altro simile prodotto della cucina camuna. Si tratta del “scalitù” che, intinto nel latte, era una vera prelibatezza. Chissà se qualcuno lo ricorda…

Eccezionale nel racconto è la descrizione del ricordo gustativo latente, resa dall’autore con particolare efficacia.

Il quinto “racconto” non è esattamente un “ricordo” come gli altri, ma un piccolo romanzo che, per certi versi, ricorda un’altra recente opera letteraria dello stesso autore: “L’Orma”. C’è l’analoga atmosfera di distacco dalla civiltà contadina, l’orizzonte apocalittico, la critica all’attuale modernità, la poesia nel sogno. In più, c’è la questione dell’epidemia mondiale da virus realmente accaduta. “2020: l’uomo e il gelso” è stato scritto in pieno periodo pandemico.

L’opera si chiude con un breve scritto profondamente poetico, di recente stesura: “La bellezza”. Una paginetta e mezza tra il filosofico e il romantico, in cui si esprime quella rara eleganza di scrittura tipica di Romeo Seccamani, lineare, pulita, evocativa.

Dal cuore della terra, nell’invisibile calma, con continua silente esplosione germoglia e fiorisce l’infinita varietà della sua natura, entro cui prende sviluppo ed evolve il mondo animato, dove  si afferma e impera il genere umano particolarmente dotato di Senso.

Romeo Seccamani – Ricordiracconti – pag. 73


Titolo: Ricordiracconti
Autore: Romeo Seccamani
Editore: Liberedizioni, 2024

Genere: Racconti
Pagine: 74
ISBN: 9791255520443

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