Mille anni di storia bresciana nel libro che ricostruisce le vicende della nobile famiglia Chizzola

Ciò che rimane del castello Chizzola di Maclodio

Spesso ripenso alle centinaia di ore che sono servite per ricostruire un albero genealogico con più di mille nomi e un periodo storico di ottocento anni, per creare gli schedari e, alla fine, anni dopo, per riportare tutto in un programma digitale. Forse avrei potuto dedicare questo tempo al mio lavoro e sicuramente ne avrei tratto un guadagno, ma penso che i soldi, da soli, non possano dare la soddisfazione che mi ha dato questa esperienza, l’aver ritrovato i documenti, l’aver esaminato tutte le carte processuali e quant’altro esiste del nostro passato e l’aver reso possibile la loro consultazione alla famiglia, riunendole in un unico archivio.

Lothar Chizzola, Storia della famiglia Chizzola, p. 1

L’autore è l’ing. Lothar von Chizzola, residente a Vienna, che ha deciso di pubblicare nella città d’origine della sua famiglia questo libro di memorie, trovando nel giovane editore San Faustino di Marco Gussoni un valido aiuto locale. Ne è nato un volume prezioso, sintesi di decenni di ricerche, alle quali hanno contribuito personalità di spicco della Brescia intellettuale: dal conte Fausto Lechi a monsignor Paolo Guerrini, dallo storico Fabrizio Pagnoni al dottor Giovanni Averoldi, per citarne solo alcuni.

La ricostruzione di fatti e personaggi di famiglia, con rammarico non esaustiva per scarsità delle fonti reperibili, offre una visione d’insieme senza potersi dire “opera storica” vera e propria. Tuttavia ricchissima, è essenzialmente la ricostruzione ragionata dell’albero genealogico dei nobili Chizzola, alleggerita dalla forma in prima persona, che rende la lettura piacevole come l’appassionata confidenza di un nonno ai suoi nipoti.

Tutto ciò che viene narrato è frutto di fonti certe ed attendibili, che l’autore ha rintracciato e selezionato, senza lasciare spazio alla fantasia, nel rispetto degli avi e con intento di lascito ai posteri. Novecento anni di storia privata, personale, e, al contempo, cittadina, che viene consegnata alla collettività da un discendente: Lothar figlio di Silvio, figlio di Karl, figlio di Paul, quest’ultimo responsabile dello spostamento dei Chizzola oltralpe.

Una lunga e dettagliata descrizione dell’origine del nome e della sua diffusione nel Nord Italia farà certamente piacere agli appassionati di genealogia, mentre le dissertazioni sul blasone di famiglia, la sua evoluzione e le varianti, appagherà l’interesse degli araldisti. Inoltre, dagli approfondimenti su singoli personaggi del casato, si evincono numerose informazioni di carattere storico e culturale, importanti per completare la storia di altre famiglie bresciane (come i Calini, i Ducco, i Luzzago, i Maggi) e, tout court, della città di Brescia.

Non mancano aneddoti divertenti, simpatiche descrizioni di personaggi eccentrici che hanno perturbato la nobile storia della famiglia:

L’autore Fiammeno ha annotato nel 1466 un Francesco Chizzola, gran ghiottone e considerato matto. Riporta anche alcuni suoi detti, ovvero: “è meglio esser matto che ladro o disonorato”. Ad uno, cui chiese se fosse savio gli rispose che: “Or veramente ti conosco per matto, perché il primo ramo della pazzia è tenersi savio, il secondo asserire di esserlo”; e cose simili.

Lothar Chizzola, Storia della famiglia Chizzola, p. 22

Tutto il territorio bresciano è interessato dalla presenza dei Chizzola, a partire dalla probabile origine del casato nel paese di Collebeato. I loro possedimenti sono rintracciati a Calvisano, Castrezzato, Chiari, Erbusco, Gussago, Maclodio, Rovato… Su alcuni personaggi l’autore si sofferma raccontando l’intera vita in una manciata di pagine, dense di informazioni anche dettagliate. È il caso, per esempio, di Maffeo Chizzola che, tra le tante cose, fu anche podestà di Genova nel corso del XIV secolo, prima di essere decapitato nella piazza principale di Brescia, nonostante un passato da fervente promotore della pace.

Dopo aver trattato del Nord Italia, di Brescia e di Cremona, il volume va cronologicamente a concludersi con una sezione dedicata all’Austria e con le tavole genealogiche complessive.

Il libro è un condensato di storia straordinaria, perché illuminata da un nuovo lume indagatore che ci è giunto, oggi, da Vienna: il punto di vista inedito dei Chizzola. Carestie, guerre, epidemie di peste, migrazioni, intrecci parentali e dinamiche di successione… tanti sono gli aspetti toccati dall’autore in pagine di grande interesse per i cultori, più o meno esigenti, della storia bresciana.

Le 251 pagine, molto ben curate dall’editore San Faustino, sono illustrate a colori, con immagini di luoghi, opere d’arte e manufatti, riproduzioni di documenti, spartiti musicali, stemmi araldici, quadri di famiglia e, naturalmente, alberi genealogici.

[…] la prima notizia documentata della Famiglia Chizzola è esattamente di novecento anni fa, quando Jacobinus e Johannes Orsatinus de Chizolis sono caduti nella guerra tra papa Urbano II e l’imperatore Arrigo III, nell’anno 1092. Furono santificati e giacciono nel pozzo della cripta della chiesa di Sant’Afra [Sant’Angela Merici] a Brescia. Un vecchio libro di epoca barocca racconta perfino che nella famiglia ci furono due Santi, Eustachio e Iosafatto de Chizolis, oltre 900 anni prima, nel II Secolo […]. Con una così lunga storia qui radicata di più di duemila anni, la breve assenza da Brescia di nemmeno duecento anni non è un’interruzione significativa: noi ci sentiamo ancora bresciani!

Discorso in occasione della nomina di cittadino onorario di Maclodio di Lothar Chizzola, 27 settembre 1992, p. 46

Titolo: Storia della famiglia Chizzola
Autore: Lothar Chizzola
Editore: San Faustino, 2023

Genere: Saggio
Pagine: 251
ISBN: 978-88-944985-0-9

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