La Brescia dei Longobardi e la famiglia di re Desiderio in un libro per l’infanzia ricco di interessanti curiosità

Recensione di Francesca Scotti per Brescia si legge

Cos’accadeva nella Brescia dell’VIII secolo, durante il regno del re longobardo Desiderio? Chi era la bellissima e magnanima Ansa, una delle più importanti regine del Medioevo, oggi ingiustamente semidimenticata? Qual è l’origine del nome di via del Serpente, una delle più antiche vie della città, che con il rettile in realtà non c’entra proprio nulla? Dove si trovava la corte del duca e perché Brescia, a quel tempo, sulle monete compariva come Brexia anziché Brixia?

Sono solo alcune delle interessanti curiosità a cui il dirigente scolastico e scrittore Delfino Tinelli, parmense per nascita e bresciano d’elezione, risponde nel suo libro per l’infanzia “Longobardi. La regina Ansa, il re Desiderio e la loro famiglia” (Mannarino, 2022 – acquista qui). Un libro per bambini e per ragazzi, sì, perché l’amore per la storia va coltivato e instillato nelle menti sin dalla giovane età.

Un nonno racconta la Brescia longobarda del re Desiderio, con semplicità e con passione, ai nipotini Jacopo e Alma. È l’espediente narrativo che consente un viaggio, breve ma incredibilmente denso e coinvolgente, in una città medievale all’avanguardia e dal ruolo tutt’altro che marginale. Desiderio e la sua famiglia, al di là di titoli e di corone, diventano per i lettori dei veri e propri amici, delle persone care di cui si vorrebbe cambiare il triste destino. E mentre leggiamo di loro, a prescindere dalla nostra età, scopriamo aneddoti e sottigliezze, vere chicche storiche trascurate dai libri di scuola e, spesso, persino dalle guide turistiche dedicate a Brescia.

Quando Brescia era la “seconda Pavia” dei Longobardi

I Longobardi erano soltanto un popolo straniero dai costumi barbari, disceso con ferro e fuoco nella penisola italiana per stabilire il proprio dominio approfittando della caduta di Roma? Ognuna delle preziose pietre che compongono la croce di Desiderio, tesoro d’alta oreficeria conservato proprio a Brescia e ammirato da turisti di tutto il mondo, potrebbe dissentire. E difatti, i Longobardi sono stati anche e indubbiamente portatori di una cultura raffinata e avanzata. A Brescia, così come in gran parte dell’Italia, hanno saputo instaurare un regno stabile e fiorente, contribuendo a sfatare lo stereotipo secondo cui il Medioevo sarebbe un periodo storico caratterizzato unicamente da caos e declino.

Come dimostrano i reperti esposti nel museo di santa Giulia, i Longobardi hanno ricoperto un ruolo notevole nella storia di Brescia, tanto che la città è annoverata tra i siti italiani con la più alta concentrazione di tracce storiche risalenti alla loro dominazione. Durante il regno longobardo, Brescia costitutiva infatti un ducato addirittura più importante di quello di Milano ed era addirittura detta la “seconda Pavia”, a sottolineare il fatto che per i monarchi fosse inferiore soltanto alla capitale regia.

Il nonno narratore del libro di Tinelii, rispondendo alle domande incalzanti dei nipoti, ci parla di Desiderio, l’ultimo re longobardo, e di tutta la sua famiglia, ponendone in luce i svariati punti di contatto con la storia di Brescia. Spicca naturalmente la principessa sposata e ripudiata da Carlo Magno, chiamata Ermengarda da Manzoni nell’”Adelchi”, ma il cui vero nome non sopravvive in alcun documento storico. Tinelli non manca ovviamente di citare i celebri, toccanti versi che hanno contribuito a nutrire la leggenda, molto sentita dai bresciani, secondo cui Ermengarda sarebbe morta proprio nel monastero di santa Giulia.

Ansa, regina “brescianissima” e dimenticata

Ma a svettare su ogni altra figura storica presentata nel racconto è la regina Ansa, profondamente amata dai bresciani durante la sua vita e definita addirittura “precellentissima” nelle fonti storiche, contro l’”eccellente” riservato al marito e al figlio Adelchi e perciò elevata al di sopra degli stessi re in senso morale e affettivo.

Bresciana e nobile per nascita, Ansa è elogiata nell’“Epitaphium Ansae reginae” dello storico Paolo Diacono per aver dato luogo a innumerevoli opere dalla valenza sociale, religiosa e culturale. Nella sua città natale, ha in primis il merito di aver fondato il monastero di san Salvatore, successivamente ampliato e dedicato a santa Giulia. Ha inoltre collaborato alla costruzione del monastero benedettino maschile di Leno – oggi purtroppo scomparso –, rimasto per secoli secondo, per grandezza e importanza, solo a quello di Montecassino. Ma non finisce qui: Ansa, molto amata dal popolo in virtù della sua bontà e della sua saggezza, è persino riuscita a mitigare in più occasioni le pene emesse dal marito Desiderio, notoriamente dure e inappellabili.

Con il suo “Adelchi”, Manzoni ha salvato Ermengarda dall’oblio, consacrandola come l’emblema di tutte le vittime delle trame di potere. Ed ecco però che, accanto alla potente versione letteraria di Ermengarda, la figura storica di Ansa sembra a torto rimpicciolire e svaporare. A lei, difatti, nessun poeta di fama internazionale ha dedicato versi immortali a distanza di secoli, e questo è uno dei motivi che hanno contribuito a intesserle intorno una cortina di dimenticanza.

Il libro di Tinelli, nella sua fresca semplicità, vuole rendere giustizia ad Ansa e proporsi come un piccolo ma sentito tributo a una donna del passato dalla grande statura umana, a una longobarda “brescianissima” in grado di lasciare tracce che, nonostante le lacune degli storici, ancora riemergono e si impongono come fonte di ispirazione e di ammirazione, sia nella sua città natale che altrove.

Si dice che, in seguito alla caduta del regno longobardo per mano dei Franchi e alla morte sopravvenuta in esilio, Ansa sia stata sepolta nella sua Brescia, sotto la torre della basilica di san Salvatore. Non esistono prove al riguardo, in quanto i resti della regina non sono mai stati rinvenuti. Noi speriamo che sia effettivamente così, vogliamo crederlo. E che il libro di Tinelli, un preciso e tenero ritratto di Ansa che si rivolge ai bambini per poter parlare agli adulti risvegliando in loro l’impronta dell’infanzia, sia solo il primo passo alla riscoperta di una figura che tanto ha contato nel passato nella nostra città ricca di storia e di bellezza, eletta capitale della cultura insieme a Bergamo nell’anno corrente.


Titolo: Longobardi. La regina Ansa il re Desiderio e la loro famiglia
AutoreDelfino Tinelli
EditoreMannarino, 2022

Genere: Narrativa per l’infanzia
Pagine: 52
Isbn: 9791259660152

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Francesca Scotti

Classe 1991. Cresciuta in Franciacorta, vive a Brescia, sua città natale. Ha studiato letteratura inglese e tedesca, laureandosi con una tesi sui rapporti fra la cultura tedesca e il nazionalsocialismo. Legge e scrive per vivere. È autrice della silloge di racconti “La memoria della cenere” (Morellini, 2016) e dei romanzi “Figli della Lupa” (Edikit, 2018), “Vento porpora” (Edikit, 2020) e "La fedeltà dell'edera" (Edikit, 2022). Anima rock alla perenne ricerca di storie della resistenza bresciana, si trova maggiormente a suo agio tra le parole dei libri e sui sentieri di montagna.

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