Tra vicende private e un sistema di affari illeciti: “Il verso delle parole”, secondo capitolo della serie del capitano Spadafora

Letto e recensito da Silvia Lorenzini per Brescia si legge

Ogni omicidio ha sempre dietro di sé una storia. Noi dobbiamo trovare il filo tra le tante possibili ipotesi e proprio perché sono tante, e tutte credibili, bisogna vagliarle con attenzione estrema, fino a scovare l’unica giusta, quella vera.

G. D’Aguanno, Il verso delle parole, pagina 101

Classe 1984, ama la musica dei Queen, odia giacca e cravatta. È un militare dall’anima di investigatore, insofferente della disciplina e appassionato conoscitore di tutti gli episodi della serie dell’ispettore Derrick. Roberto Spadafora, capitano dei carabinieri, creato dalla penna di Gian Luca D’Aguanno, torna con la sua seconda indagine nel nuovo romanzo “Il verso delle parole “ (Mannarino Editore, 2023, acquista qui).

Se nel corso della sua prima investigazione (“Il terzo vizio”, già recensito qui), Spadafora aveva avuto a che fare con un’efferata vicenda dai risvolti legati al terrorismo brigatistico, questa volta Spadafora ha per le mani un insolito caso di apparente suicidio: una gelida mattina del dicembre 2019 una giovane e assai avvenente ragazza sudamericana viene rivenuta cadavere all’interno dell’agenzia di viaggio per cui lavora.

Le indagini dello scrupolosissimo Spadafora porteranno progressivamente alla luce vicende private tenute nascoste, nonché un sistema di affari illeciti che ruotano attorno a un’opera d’arte da tutti creduta perduta.

Un nuovo giallo nel microcosmo di Spadafora

Il romanzo si offre al lettore come un episodio a sé, indipendente dal primo volume di quella che si avvia a divenire, nelle intenzioni di D’Aguanno, quantomeno una trilogia. Eppure, i lettori che hanno amato il primo episodio, avranno il piacere di trovare in questo romanzo lo sviluppo delle vicende legate ai personaggi che contornano Spadafora e lo affiancano nelle sue indagini: il maresciallo Nicola Lopez, di origini sudamericane, ma in realtà “romano de’ Roma”, il tenente della scientifica Ilaria Setti, il medico legale Michela Ferri e il magistrato Silvia Conti. Spadafora, invece, è sempre lui: abita in centro, frequenta pochissimi amici in virtù della sua indole riservata, non ama il calcio ed è ancora celibe, ma coinvolto in una relazione con una studentessa universitaria. 

Il romanzo segue tutte le regole canoniche del giallo classico: un omicidio, un investigatore che indaga, gli indizi disseminati con cura nel corso della vicenda, tanti potenziali sospetti e la spiegazione finale della dinamica del delitto. Come nel giallo classico, dunque, sta all’abilità del lettore il saper distinguere gli indizi che contano da quelli inessenziali, mettere in relazione circostanze che apparentemente non hanno in nulla in comune, con tanta logica e una buona dose di intuizione.

Un tenente colonnello dei carabinieri con la passione per la scrittura

“Il verso delle parole”, come già il romanzo d’esordio di D’Aguanno, presenta, inoltre, la peculiarità di valorizzare con particolare precisione il resoconto dell’iter delle indagini.

L’autore Gian Luca D’Aguanno è, infatti, tenente colonnello dei carabinieri, con un’esperienza pluridecennale nel nucleo investigativo dell’Arma prima a Verona,  poi a Brescia, città in cui risiede ormai da trentatré anni. La ricchezza di quest’esperienza personale e professionale dell’autore (D’Aguanno ha curato le indagini di circa un centinaio di casi di omicidio!) è chiaramente riscontrabile nel romanzo e viene tradotta in uno stile narrativo piacevole e godibile che, intrigando il lettore nella risoluzione del caso, allo stesso tempo lo induce ad affezionarsi ai personaggi, ciascuno con le sue piccole abitudini e vicende esistenziali fatte di alti e bassi, come quelle di ciascuno di noi.

L’abilità dell’autore di intrecciare il racconto passo per passo delle indagini con la vivida rappresentazione dei personaggi è valsa al romanzo una meritata menzione al IX Premio Letterario Internazionale Festival Giallo Garda 2023 per la sezione inediti.

Un racconto puntuale e affettuoso della Brescia contemporanea

Quella sera, Spadafora decise di tornare a casa a piedi per prendere un po’ d’aria. Passeggiare gli piaceva molto, soprattutto quando attraversava il centro e mescolarsi tra la gente lo aiutava a respirare la città e interagire con la collettività […]. Spadafora non seguiva quasi mai lo stesso percorso e non c’era un motivo preciso; aveva solo voglia di cambiare per non considerare tutto abitudinario. Quella volta, la scelta cadde su via Musei. Gli piaceva quella strada, fiancheggiata da antichi palazzi nobiliari e senza negozi. Spadafora alzò la testa verso le luminarie appese tra gli edifici; un fascio di luce uniforme che si perdeva in fondo alla via. Dopo pochi minuti, arrivò davanti al Capitolium, il tempio nella piazza del foro, una delle attrazioni turistiche di Brescia, che fa parte della più vasta area archeologica romana dell’intero Nord Italia. Da lì, proseguì fino all’imbocco della galleria Tito Speri, costruita sotto il Colle Cidneo come rifugio antiaereo durante l’ultima Guerra e completata solo nel 1951. Spadafora si fermò in piazzetta Vescovado proprio davanti alla Curia, in un bar che aveva tavolini all’aperto, riscaldati da funghi caloriferi.

G. D’Aguanno, Il verso delle parole, pagina 232

La copertina del romanzo raffigura Spadafora che, avvolto in un giaccone per proteggersi dai rigori invernali, con indosso gli irrinunciabili jeans sdruciti e gli occhiali da sole, la sigaretta in bocca, passeggia per Piazza Vittoria. Le avventure del giovane capitano dell’Arma sono inserite sullo sfondo, realisticamente descritto, della città della Leonessa: i locali, i monumenti, i palazzi storici, le vie dello shopping. Spadafora, per ragioni di praticità, vive in Corso Mameli e nella sua routine quotidiana la passeggiata negli angoli più caratteristici di Brescia è una consuetudine e un piacere.

Il personaggio condivide con il suo creatore la circostanza di essere bresciano d’adozione: nato in Abruzzo, dopo aver studiato alla Sapienza di Roma, Spadafora è entrato nei Carabinieri ed è per questo che, a seguito di un trasferimento, dal 2017 si trova a vivere a Brescia, città in cui si è perfettamente ambientato. L’autore descrive con precisione i luoghi in cui i personaggi si muovono, osservando con occhio attento le vetrine addobbate per il Natale e i bar affollati per il rito del pirlo: nell’ottica di un’indagine nessun elemento deve essere trascurato, ragion per cui i percorsi e i tempi di spostamento dei personaggi diventano aspetti su cui il lettore, se vuole partecipare al gioco investigativo del romanzo, deve essere ragguagliato.

Seguendo Spadafora, il lettore è condotto a soffermare lo sguardo sull’orologio secentesco di Piazza della Loggia contornato dai Macc dèle ùre, sulla Maddalena innevata, sugli ippocastani che circondano il rettangolo interno di Pazza Tebaldo Brusato. Tutti particolari che i lettori bresciani ben conoscono, ma che nel romanzo possono essere riscoperti attraverso lo sguardo attento, e in fin dei conti carico di affetto, che Spadafora riserva a Brescia.


Titolo: Il verso delle parole. La seconda indagine del capitano Spadafora.
Autore: Gian Luca D’Aguanno
Editore: Mannarino, 2023

Genere: Gialli e Noir
Pagine: 331
ISBN: 9781234567897

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Silvia Lorenzini

Bresciana, laureata in Lettere Classiche presso l'Università di Pavia. Ha trascorso anni a girovagare fra la Germania e l'Inghilterra per ragioni di studio, di lavoro e di amore. Dal 2005 insegna Italiano e Latino in uno dei licei cittadini. Appassionata di storia locale, adora la montagna, la musica, i libri e non saprebbe vivere se le mancasse anche solo una di queste tre cose.

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