La saga della famiglia Fontana si incrocia con le foibe e con l’esodo istriano, nel nuovo struggente romanzo della bresciana Francesca Scotti

Recensione di Katiu Rigogliosi per Brescia si legge

«Perché proprio l’edera?»

«Nel linguaggio delle piante e dei fiori, simboleggia, fra le altre cose, la fedeltà.»

Francesca Scotti, “La fedeltà dell’edera”

Francesca Scotti, la giovane autrice franciacortina nota al pubblico per “Vento porpora” (menzione speciale alla MicroEditoria di Qualità 2021) e Figli della lupa”, torna nelle nostre librerie con un altro toccante capitolo della saga che racconta la storia della famiglia bresciana dei Fontana.

“La fedeltà dell’Edera”, edito anche questa volta da Edikit (2022, acquista qui), racconta un frammento di vita del giovane Francesco Fontana, già comparso da bambino in “Figli della lupa” quale secondogenito di Renato Fontana e Manuela. Siamo alla fine degli anni cinquanta, in una Brescia in via di rinnovamento e che, mentre vuole lasciarsi alle spalle i terrori della seconda guerra mondiale, volge il proprio sguardo al futuro, all’innovazione, ai nuovi commerci e ai giovani che muovono i loro passi sui ciottoli del centro storico.

Francesco lavora, convive con Laura e la sera esce con gli amici, quasi sempre frequentando i cinema che negli anni cinquanta sono presenti in gran numero in tutta Brescia. È proprio durante una delle sue uscite serali che incontra Veridiana, una ragazza introversa e misteriosa con la quale arriva a stringere un rapporto particolare. A un certo punto, però, Veridiana scompare nel nulla, facendogli trovare un quaderno di memorie nel quale ha riportato la sua storia di sopravvissuta alle foibe.

Per Francesco, questa non sarà l’unica scoperta. Il giorno del suo ventiquattresimo compleanno, infatti, riceverà un messaggio di auguri totalmente inaspettato e che si rivelerà il primo di una serie di avvenimenti destinati a cambiare la sua esistenza. Sarà qualcosa, questo, che lo costringerà a confrontarsi con il passato suo e della sua famiglia, così come con le sue ferite mai rimarginate, allo stesso modo in cui la sua città e l’Italia intera devono ancora fare i conti con l’amara eredità della guerra.

Le foibe e l’esodo istriano nel racconto di una sopravvissuta

Lo guardai salire in auto e partire, presto inghiottito dalla lontananza. Restai di fuori finché anche l’ultima nota brontolante del motore non si spense, e poi tornai a casa. Meno di una settimana dopo, fu l’8 settembre. E ogni cosa, con precisa brutalità, iniziò a impazzire.

Francesca Scotti, “La fedeltà dell’edera”

Come sappiamo bene anche noi oggi – basti pensare ai vari conflitti attualmente in corso -, le guerre non sempre finiscono, non sempre abbandonano definitivamente il nostro mondo. Se l’Italia, dopo il fascismo e l’occupazione nazista, si credeva salva da nuove battaglie e indenne a nuove sofferenze, gli italiani dei Balcani non se la passavano invece per niente bene.

Attraverso il quaderno lasciato a Francesco, Veridiana, indiscussa coprotagonista del romanzo, ci racconta senza filtri né vittimismi la sua tragica esperienza di sopravvissuta alle foibe e di esule istriana, rievocando il dramma che a partire dall’8 settembre 1943 ha travolto tutta la sua famiglia e che, infine, l’ha portata a espatriare in Italia, a Brescia.

Basandosi in gran parte sulla vera storia dell’esule Mafalda Codan e per il resto attingendo a tante altre testimonianze di infoibati e di sopravvissuti, l’autrice ci guida dentro una storia cupa e angosciante, ma a tratti anche tenera e delicata. Una storia fatta di legami spezzati, di sequestri, di fughe, di morte, di terrore e di prigionia, ma anche di tenacia e di coraggio, che ha il merito di raccontare il punto di vista delle vittime civili di ogni conflitto e in particolare di quelle donne, quei bambini, quegli adulti la cui unica colpa fu, spesso, solo quella di essere italiani in terra balcanica.

Perché nelle terre del cosiddetto confine orientale, un mondo complesso e multiculturale in cui il fascismo ha portato ingiustizia, violenza e dolore, esasperando odi incrociati, bastò poco per arrivare, sin dal settembre del 1943, agli scoppi di violenza contro la popolazione italiana dell’Istria, di tutta la Venezia Giulia e della Dalmazia.

Così è accaduto che donne, bambini e semplici civili fossero sequestrati e gettati, vivi e incatenati con fil di ferro, legati in fila indiana, in fosse nel terreno profonde metri.

Inghiottitoi oppure foibe, è così che si usa chiamare le voragini naturali sparse in Istria e in tutti i territori carsici. Fra i due termini, il primo è quello che meglio riesce a restituirmi il senso di strangolamento provato nel luogo in cui mi hanno condotta quel giorno.

Francesca Scotti, “La fedeltà dell’edera”

È proprio questa immane tragedia di civili che si respira nel racconto di Veridiana. Un racconto che dischiude tutta la sofferenza che la protagonista femminile si porterà dietro per tutta la vita, nel suo animo di fantasma che cammina, nei suoi occhi di sopravvissuta.

E l’autrice Francesca Scotti è bravissima a far trasparire tutto il dolore, tutta la rabbia, tutte le lacrime che questa giovane donna provava, che questa giovane donna portava dentro di sé.

Al contempo, non vengono taciuti i soprusi del fascismo contro le minoranze slave nell’Istria italiana, così come anche la brutalità dell’invasione italo-tedesca della Jugoslavia e i conseguenti orrori contro gli slavi impegnati a cercare di liberare le proprie terre. Nel corso della sua odissea istriana, difatti, Veridiana non si imbatte soltanto in ex combattenti e coloni in cerca di vendetta, ma incontra anche uomini e donne slavi che, pur avendo patito la guerra o essendosi battuti per la libertà, comprendono la sua tragedia e la aiutano in svariati modi, portandola inoltre a conoscere anche la loro storia, il loro punto di vista nel quadro del confine orientale sconvolto dall’incursione del fascismo e dalla seconda guerra mondiale.

Potersi sentire a casa, attraversando diversi tipi di esilio

I nostri protagonisti, Francesco e Veridiana, riusciranno però a superare le privazioni, le sofferenze e le paure sperimentati per vie diverse da ciascuno dei due. Riusciranno a rappacificarsi con il proprio passato, a ritrovare se stessi e a scoprire che dalle ceneri di una guerra può nascere un fiore, un fiore bellissimo fatto di vita e di amore.

Riscopriranno che chi è stato su questa terra prima di noi non ha combattuto invano, e che se anche è stato mandato al fronte con un vecchio fucile e vestito di stracci, ciò che gli dava la forza per combattere e reagire ai soprusi era l’amore: amore per la famiglia, per i propri cari, per la propria terra, per la propria città.

Ma io vivevo delle pietre con cui erano lastricate le stradine che portavano a un castello che tanto amavo, luogo di passate memorie e di passati dolori. Vivevo del suono dell’acqua nelle tante fontane, dei campanili di chiese intrappolate fra le case come briciole di pane in una mano, dei resti romani eternamente ben fatti nella propria consunzione, dei cieli nebbiosi e dell’umidità che sapeva di marmo, di presepi, di notti ventose e di dolci inverni. Era la mia città piccola e dal sapore provinciale, la mia Brescia che non temeva di risultare sconfitta in concorsi di grandezza, che sapeva aspettare e starsene muta. 

Francesca Scotti, “La fedeltà dell’edera”

Una giovane bresciana innamorata della letteratura e della grande storia

Francesca Scotti, bresciana classe 1991, laureata in lingua e letteratura inglese e tedesca, ha una passione smodata per la storia, e torna ampiamente a confermarcelo anche in questo romanzo.

Come nei suoi romanzi precedenti, la ricerca storica e la dedizione, per non parlare dell’umanità con cui si affaccia ad affrontare certe tematiche, è superlativa.

Inoltre, al termine del romanzo, l’autrice ci regala anche la lettura del suo racconto “Fazzoletto rosso e il lupo”, dedicato alla resistenza e con cui ha vinto il premio internazionale “Settembre a Milano” nel 2012.

Se esiste una risposta al dolore di cui sono impregnate le nostre vite, l’ha seppellita la neve insieme al lupo, quel lontano inverno di guerra.

Francesca Scotti, “Fazzoletto Rosso e il lupo” (racconto incluso in appendice a “La fedeltà dell’edera”)

Titolo: La fedeltà dell’edera
Autrice: Francesca Scotti
Editore: Edikit, 2022

Genere: Romanzo storico
Pagine: 236
ISBN: 9791280334718

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Katiu Rigogliosi

Diplomata alla scuola d'Arte al corso di operatrice d'arredamento, nella vita si occupa di progettazione di interni, realizzando meravigliose SPA in giro per il mondo. Nata a Milano, cresciuta tra Piacenza e Bergamo, maturata sotto la mole di Torino, risiede oggi nella provincia al di là del fiume Oglio. Legge da quando ha memoria e non disdegna nessun genere, anche se le si illuminano gli occhi quando si tratta di sparatorie, uccisioni ed indagini. Gestisce un gruppo di Staffette Letterarie su Facebook, perché crede che la lettura condivisa in ogni parte d'Italia sia la cosa migliore che possa esistere.

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