I 600 giorni di Brescia capitale della Repubblica di Salò nei notiziari della Guardia nazionale repubblicana

Recensione di Francesca Scotti per Brescia si legge

Chi oggi passeggia sulle sponde bresciane del lago di Garda fatica certamente a capacitarsi che, fra il 1943 e il 1945, luoghi tanto azzurri e ridenti siano stati la scacchiera su cui si sono giocate le sorti degli ultimi, irriducibili difensori del fascismo. È infatti proprio tra Gargnano e Salò che negli ultimi mesi del ‘43 si è instaurata la Repubblica sociale italiana (Rsi), anche conosciuta come Repubblica di Salò, ultimo tentativo del regime fascista di aggrapparsi alle proprie rovine e di mantenere il dominio sull’Italia.

Nel saggio “Brescia capitale della Repubblica sociale italiana” (Unicopli, 2019 – acquista qui), la storica e docente Elena Pala offre ai lettori il distillato di un imponente lavoro di ricerca condotto sui notiziari della Guardia nazionale repubblicana (Gnr) riferiti a Brescia e alla sua provincia. Tramite i rapporti provenienti dall’organo armato dell’Rsi, il testo si propone di arricchire il quadro di conoscenze e di studi sui 600 giorni della Repubblica fascista di Mussolini e sulla guerra di liberazione a partire dal quadro locale della provincia di Brescia, che dell’Rsi è appunto stata, suo malgrado, la culla.

Uno studio ravvicinato del fascismo repubblicano in terra bresciana, condotto con metodo obiettivo e certosino. Un saggio che, partendo dal contesto provinciale dell’epicentro dell’RSI, ci parla al contempo della situazione di tutta un’Italia serrata nel pugno di ferro del nazifascismo. Un libro puntuale e necessario, che ha il merito di rendere accessibile a studiosi e a interessati una prospettiva storica solitamente trascurata, ma proprio per questo di rilevante interesse e di fondamentale importanza nell’ambito del sapere collettivo.

Storia di una repubblica fascista che vede la luce sulla riviera gardesana

Si tratta, è vero, di una base documentaria in una parte preponderante sbilanciata sul fronte fascista, il che ha richiesto un surplus di consapevolezza metodologica attenta e vigile. Bisogna dire, però, che la disponibilità di una messe particolarmente ricca di documenti inediti di parte fascista offriva comunque il vantaggio di mettere lo studioso nelle condizioni di esaminare nel concreto e dall’interno l’operare sul territorio degli apparati dello Stato repubblicano e del partito fascista di cui è perlopiù dall’esterno che si sono valutati comportamenti e scelte.

Elena Pala, “Brescia capitale dell’Repubblica sociale italiana”, Unicopli, 2019, p. 8 (capitolo introduttivo)

Basandosi sulla rigorosa analisi di un ricco spettro di fonti d’archivio e di documenti inediti, il prezioso saggio di Elena Pala si struttura in tre parti. Nella prima, l’autrice analizza il complesso egli eventi militari, politici e amministrativi adottati dal comando nazista all’indomani dell’8 settembre 1943 con lo scopo di assicurarsi il pieno controllo del territorio bresciano e di garantire la continuità dello stato attraverso le autorità italiane operanti in provincia.

Nella seconda sezione, leggiamo delle deliberazioni assunte dall’Rsi al momento del suo insediamento e dell’impatto da queste generato nella vita della provincia. Particolarmente accurata si rivela la disamina, supportata dalla maggior ricchezza di dati possibile, del manifestarsi e dell’evolversi del cruciale fenomeno della dissidenza che si mette in moto, innanzitutto tramite la diserzione, nella popolazione locale.

La terza e ultima parte del libro sottopone ad attento esame la concreta attività della Guardia nazionale repubblicana nel Bresciano. La Gnr, formata dalla fusione della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale con l’Arma dei carabinieri e con la Polizia d’Africa italiana, si organizza in tutto il territorio della Repubblica di Salò sin dal novembre del ’43, venendo inoltre affiancata, a partire dal giungo del ’44, dalle Brigate nere.

I compiti della Gnr consistono, oltre che nella lotta al movimento di resistenza tramite rastrellamenti anti-partigiani, in operazioni volte a tutelare l’ordine e la sicurezza dei cittadini, nonché a garantire l’osservanza degli obblighi prescritti dalla penuria generale di viveri. L’edizione critica dei rapporti della Gnr riguardanti il Bresciano, riportata in appendice, si rivela una fonte diretta e significativa, un’autentica gemma nel contesto della ricerca storica sia locale che nazionale.

Afascismo e antifascismo nei notiziari bresciani della Gnr

Abbiamo utilizzato il fondo “Notiziari della Guardia nazionale repubblicana (Gnr) (conservato presso la fondazione Micheletti di Brescia), di cui in appendice si riporta l’edizione critica relativa ai rapporti riguardanti il Bresciano. Esso raccoglie i comunicati scritti inviati quotidianamente dal novembre ’43 all’aprile ’45 in via riservata al duce, al comandante generale della Gnr, Renato Ricci, al tenente Niccolò Nicchiarelli e a pochi altri gerarchi fascisti. Si tratta di una fonte cruciale perché permette, seppur attraverso la lente deformante dell’occhiuta vigilanza dell’autorità saloina, una conoscenza dettagliata e articolata della vita provinciale.

Elena Pala, “Brescia capitale dell’Repubblica sociale italiana”, Unicopli, 2019, pp. 9-10 (capitolo introduttivo)

Nello specifico, tramite i notiziari stilati a uso interno dalla Gnr, si profila il panorama di una provincia bresciana stremata dalla guerra e dalla dittatura, attraversata da un lato da un profondo afascismo favorito dalla volontà, specialmente delle classi popolari, di estraniarsi dalla politica, ma anche da correnti di vero e proprio antifascismo che convogliano, prima sporadicamente e poi con sempre maggiore spessore, nel movimento di liberazione bresciano.

Si legge perfettamente, tra le righe fitte di nomi e di luoghi bresciani, infarcite di gergo militare e di assunzioni ideologicamente connotate, la struttura di una società dilaniata, lacerata in due fronti, con i resistenti che combattono contro le truppe tedesche ma anche contro gli italiani stessi, ovvero coloro che si sono arruolati nell’Rsi e che continuano a servire il fascismo. Troviamo tutti gli elementi della terribile guerra locale in atto, raccontati in questo caso dal punto di vista della parte oppressiva, ossia di un regime dittatoriale che ha trascinato il paese fin dentro il fuoco e il sangue della guerra, alleandosi oltretutto con la Germania nazista.

La Gnr non manca certo di nominare coloro che rappresentano la sua spina nel fianco: i resistenti, di qualunque formazione e orientamento politico, chiamati nei rapporti “ribelli” o, ancor più spesso, “banditi”. Di frequente, i testi riportati pongono l’accento su ruberie e malefatte compiute da taluni resistenti o semplici cani sciolti nei confronti dei civili. Tali notizie, riportate con zelante dovizia di particolari, vengono opportunamente strumentalizzate tramite la propaganda dell’Rsi per scongiurare il supporto della popolazione nei confronti della resistenza.

Emerge inoltre chiaramente la connivenza di larghe fasce della popolazione, sia in città che in provincia, con i resistenti. L’attività dei resistenti di montagna, che appare come la più rilevante o comunque quella che maggiormente preoccupa l’Rsi, raggiunge l’apice della sua maturazione e della sua strutturazione organizzativa nell’estate del ’44, proprio quando l’operato di sorveglianza della Gnr entra inesorabilmente in crisi, a fronte di un totale di forze non sufficiente a controllare un territorio troppo vasto.

Un fitto apparato di note a piè di pagina favorisce la comprensione dell’edizione critica dei notiziari, fornendo le giuste chiavi di lettura e confermando il valore storico e letterario del saggio.


Titolo: Brescia capitale della Repubblica Sociale Italiana. I notiziari della Guardia nazionale repubblicana
Autrice: Elena Pala
Editore: Unicopli, 2019

Genere: Saggio
Pagine: 427
ISBN: 9788840021003

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Francesca Scotti

Classe 1991. Cresciuta in Franciacorta, vive a Brescia, sua città natale. Ha studiato letteratura inglese e tedesca, laureandosi con una tesi sui rapporti fra la cultura tedesca e il nazionalsocialismo. Legge e scrive per vivere. È autrice della silloge di racconti “La memoria della cenere” (Morellini, 2016) e dei romanzi “Figli della Lupa” (Edikit, 2018), “Vento porpora” (Edikit, 2020) e "La fedeltà dell'edera" (Edikit, 2022). Anima rock alla perenne ricerca di storie della resistenza bresciana, si trova maggiormente a suo agio tra le parole dei libri e sui sentieri di montagna.

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