Iseo 1945, indagine sulla frontiera. Intervista a Tita Prestini, creatore del commissario Settembrini

Intervista a cura di Carmela Bizzarro e Andrea Franzoni per www.BresciaSiLegge.it

All’alba di mercoledì 25 aprile 1945 sulla ferrovia tra Brescia e Iseo viene trovato il corpo senza vita di Cesarina Sangalli, figlia di un dipendente del Vescovado. Il vicecommissario Fabio Settembrini, veronese di città, viene mandato sul lago da un comandante partigiano per indagare sul delitto. “La doppia morte della compagna Sangalli” (Barta, 2020 – acquista qui), il primo romanzo dello scrittore Tita Prestini, conduce con maestria il lettore nella concitazione e nell’ambiguità di un’epoca di frontiera, quella di passaggio tra la guerra e il dopoguerra e tra il fascismo e la repubblica, in cui davvero nulla può essere dato per scontato.

Abbiamo intervistato Tita Prestini, gentilmente ospitati negli spazi della Nuova Libreria Rinascita di Brescia, dopo essere arrivati a lui tramite una fitta trama di passaparola. Approfittando della sua cortesia, abbiamo approfondito le ragioni che stanno dietro questo romanzo ed abbiamo raccolto diverse anticipazioni sul futuro del ciclo dedicato al commissario Settembrini che faranno sicuramente piacere ai tanti che già stanno apprezzando questo primo episodio.

Tita Prestini, come è arrivato a scrivere e a dare alle stampe “La doppia morte della compagna Sangalli”, il suo primo romanzo?

Sono cresciuto in Toscana ma fin da piccolo ho passato molte estati sulle rive del Lago d’Iseo, luogo di origine di mia madre, un luogo che mi ha sempre affascinato ed in cui successivamente mi sono trasferito con la mia famiglia. Ho lavorato per molti anni come giornalista, come capo-redattore di cronaca, e poi nel mondo dell’editoria, frequentando prevalentemente Milano (città che amo molto, piena di opportunità – spesso non facili da cogliere però).

Quando nel 2015 ho smesso, dopo aver passato una vita con la prospettiva di scrivere al massimo per il giorno dopo (in quanto giornalista), mi è sembrato quasi subito naturale avvicinarmi alla scrittura narrativa ed in particolare al giallo storico ambientato in un’epoca che, da appassionato di storia, mi ha sempre affascinato. E mi è sembrato normale partire dal Lago d’Iseo, luogo in cui risiedo e che conosco bene, e da un periodo di frontiera – di quelli in cui tutto può succedere – come quella a cavallo tra dittatura e democrazia.

Barta, il piccolo editore toscano che ha pubblicato questo romanzo, l’ho conosciuto casualmente lo scorso anno alla fiera della MicroEditoria di Chiari: sono stato da subito colpito dalla qualità dei libri da loro pubblicati (la carta, la copertina…) e dal loro motto: “pubblichiamo solo i libri che vorremmo leggere”. Professionalità e cura che ho poi avuto modo di verificare anche durante tutto il processo di editing e pubblicazione.

“La doppia morte della compagna Sangalli” è un giallo storico che ruota attorno ad eventi accaduti il 25 aprile 1945 nella zona del lago d’Iseo. Come mai questa scelta?

Collocare la vicenda su lago d’Iseo in quei giorni mi ha permesso di raccontare una storia di frontiera nella quale non esistono certezze e in cui nulla può esser dato per scontato.

Il lago d’Iseo è già di per sé una terra storicamente di confine, dove si sono confrontati nei secoli guelfi e ghibellini, milanesi e veneziani, bresciani e bergamaschi. Una zona irrisolta non decisamente da una parte né dall’altra. In più il fascino del lago d’Iseo è indiscutibile: come molti laghi alpini ha la caratteristica di essere a volte imperscrutabile, difficilmente etichettabile. Il mistero e l’attrattiva del luogo in cui viene collocata la storia sono un aspetto strategico nella costruzione di un romanzo.

Anche il periodo, il 1945, è senza dubbio un periodo di frontiera a cavallo tra guerra e pace, tra dittatura e democrazia, tra monarchia e repubblica. Un periodo in cui il passato è fatto di morte e paura, ed il futuro è ancora oscuro: la maggior parte degli italiani respirava di sollievo per la fine del conflitto mondiale con la caduta della dittatura ma i lutti, le distruzioni, la fame, l’incertezza per il domani erano ancora al centro dei loro pensieri. Quindi ho voluto ambientare il libro nell’Italia del Nord del periodo confuso e magmatico a cavallo della Liberazione proprio perché ho voluto raccontare, in piccolo, anche quei mesi di grande cambiamento.

Anche i personaggi, infine, sono “figli” di questo periodo confuso e magmatico. Quasi tutti i personaggi del libro vivono un’esistenza precaria tra la fame del passato e l’attesa del benessere; molti di loro sono anche in bilico tra il bene e il male.

Il suo romanzo è ambientato in un periodo – come ha giustamente notato – magmatico. Come scrittore, come ha trovato il giusto compromesso tra il suo vivere immerso nella nostra epoca (con i suoi modi di pensare, etc.) e la necessità di provare non solo ad aderire ai fatti ma anche a riprodurre la mentalità del tempo?

Il romanzo è ambientato in un preciso momento storico sul quale ho dovuto svolgere un lavoro preliminare di ricerca, così da inserire in modo corretto la storia romanzata nel contesto di quei giorni così difficili, lasciandomi talvolta ispirare da vicende e personaggi realmente esistiti (magari in altro contesto) ed intrecciando le vicende romanzate con elementi storici raccolti cercando fonti, leggendo libri, consultando archivi.

Bisogna però ricordare sempre che un libro di questo genere – giallo o noir che sia – resta principalmente un romanzo, quindi è frutto della fantasia dell’autore. I personaggi sono inventati, così come le loro azioni che devono essere però inserite in un contesto storico del quale si possono parzialmente adattare alcuni aspetti marginali, mettendoli al servizio della narrazione romanzesca perché la trama funzioni. Dev’essere tutto credibile, inserito in un contesto rigoroso, ma non è necessariamente tutto vero : perché non va mai dimenticato che il romanziere è un narratore, uno che inventa, ma non è uno storico.

Qual è la caratteristica fondamentale del suo commissario Settembrini?

Il commissario Settembrini è un personaggio contraddittorio, è – ad esempio – onestissimo ma se può trovare una via traversa per arrivare all’obiettivo non esita a seguirla. È un personaggio pieno di contraddizioni, che non capisce bene sé stesso.

È come noi, in un certo senso: io stesso – si può dire – ho passato la vita senza essere sicuro se quello che stessi facendo fosse giusto o sbagliato. Quelli della mia generazione sono sempre stati attraversati dal dubbio, così come Settembrini. In questo il mio commissario è una persona assolutamente normale: fa una cosa ma non sa se ha fatto bene a farla, vorrebbe essere in un certo modo ma non è sicuro se vuole esserlo, vuole calarsi in una realtà che un po’ che lo respinge ed allo stesso tempo ha paura di andare troppo a fondo… È un personaggio complesso: d’altra parte è riuscito a fare il poliziotto durante il fascismo! Senza mai aderirvi completamente, concentrandosi sul suo lavoro, ma evidentemente scendendo in qualche modo a patti con la situazione.

Nei prossimi romanzi del ciclo, comunque, anche Settembrini avrà un’evoluzione: diventerà in un certo senso più consapevole, comincerà a leggere qualche libro…

Ci sembra di capire che la vicenda del commissario Settembrini avrà un seguito. Ha già cominciato a lavorare al secondo romanzo?

Sì, il ciclo del commissario Settembrini è destinato a proseguire. Il secondo romanzo, che in realtà ho già consegnato all’editore (attualmente è in fase di editing), sarà però – come si intuisce dalla chiusura del primo – ambientato a Milano: questo perché conosco bene la città, conosco un sacco di storie di Milano, e poi ho pensato un po’ di sprovincializzare questo ciclo.

A Milano possono succedere più cose di diverso genere rispetto a quelle che possono succedere in una realtà di provincia come questa. Nel secondo romanzo, Settembrini avrà poi così modo di proseguire il suo personale percorso che dalla città di Verona l’ha portato a doversi immergere in un paesino di pescatori, Iseo, riuscendo a calarsi abbastanza bene ma andandone via anche volentieri. Nel prossimo libro Settembrini si dovrà confrontare con la grande città: anche qui, va detto, Settembrini non si troverà del tutto bene.

Al momento ho cominciato a scrivere il quarto romanzo, e allo stesso tempo sto chiudendo il terzo episodio. Il terzo è stato un parto difficilissimo nel senso che l’ho scritto, poi mi sono reso conto che c’erano troppi omicidi e ne ho tolti un paio, e adesso mi mancano gli ultimi tre capitoli. Ha dentro di sé il periodo della cosiddetta conquista dell’Etiopia, un periodo interessantissimo su cui gli italiani hanno buttato un velo illudendosi che questa non fosse stata una guerra di conquista atroce ma una specie di scampagnata. Il terzo capitolo della saga parlerà anche di questo.


Titolo: La doppia morte della compagna Sangalli
Autore
: Tita Prestini
Editore: Barta

Genere: Giallo
Pagine: 384
Isbn: 978-88-98462-21-6

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