Talien (2017), un viaggio padre-figlio da Rovato a Fez nel brillante docufilm d’esordio del regista bresciano Elia Moutamid

“Se tu fossi un trentenne di oggi cosa faresti?” “Emigro” “Ancora? Sempre emigrare!” “Pota se non trovi niente in Italia, cosa resti qui a fare? Va be che il tuo paese è questo, è logico, però…” “Io non so se ho voglia di farle queste cose, boh”

Abdelouahab “Aldo” e Elia Moutamid

Talien è un road movie (oggi disponibile su OpenDDB) che racconta il viaggio “on the road” svolto da un padre e da un figlio, dal bresciano di adozione Abdelouahab Moutamid e dal figlio Elia, ma è anche e soprattutto un docu-film biografico che racconta con dolcezza e senza retorica una intensa storia di migrazione, iniziata all’inizio degli anni ’80, ed il rapporto tra un padre ed un figlio.

Scritto e diretto da Elia Moutamid, Talien è la pluripremiata opera prima del regista bresciano classe ’82 proiettata in anteprima mondiale nel 2018 al Torino Film Festival.

Pretesto per il film è il viaggio intrapreso nel 2016, in un vecchio camion militare trasformato in camper, che inizia nella casa di Rovato e che ha come desstinazione la città marocchina di Fés in cui Aldo è nato ed in cui ha intenzione, dopo 36 anni vissuti in Lombardia, di tornare. Questo viaggio svolto a ritroso, costituisce però soprattutto l’occasione per ripercorrere, tra una sosta ed un paesaggio autostradale, la vita di      ed anche il suo rapporto con la famiglia e con il figlio Elia. L’arrivo in Italia, i primi lavori, l’espulsione, il tentativo di diventare imprenditore in Marocco, ma anche le complesse dinamiche familiari, le debolezze, le difficoltà del figlio a riuscire (paradossalmente) a ripetere il percorso di ascesa che comunque ha caratterizzato – tra mille difficoltà – l’esperienza del padre che ha avuto avvio in un’epoca, gli anni ’80, che appare radicalmente diversa dal presente sotto ogni punto di vista.

Talien è a suo modo una finestra sulla provincia bresciana ed in particolare sugli anni ’80, anni in cui Aldo è giunto in Italia ed in cui il figlio è nato ed ha vissuto le prime esperienze caratterizzate, al tempo, soprattutto dalla curiosità e dall’apertura dimostrata in quel tempo dai bresciani.

Il valore aggiunto del film è però forse l’umanità dei personaggi, l’ironia e la loro disponibilità a mettersi a nudo davanti alla cinepresa. Nella loro capacità di utilizzare le sfumature del linguaggio, alternando arabo dialetto e italiano, accettando però anche l’impossibilità di capirsi fino in fondo: non tanto per barriere linguistiche o culturali, quando per la sconfinata tolleranza e per l’enorme fiducia che spinge ciascuno ad accettare sospendendo il giudizio le regioni dell’altro.

Immagine

TALIEN di Elia Mouatamid.

Con Elia Mouatamid e Aldo Mouatamid.

Docu-film.

Italia 2017. 84’.

Disponibile su OpenDDB

Andrea Franzoni

Nato negli anni ’80, vive in equilibrio tra Brescia e Milano. Sociologo di formazione ed attivista per necessità, lavora in una multinazionale del marketing e della comunicazione continuando a coltivare parallelamente la sua passione per le storie ed il desiderio velleitario di contribuire a rendere la città natale un po' più aperta e consapevole. Prima di fondare "Brescia si legge", ha pubblicato un romanzo distopico (Educazione Padana, 2018) e una raccolta di racconti ('I forestieri e l'anima della città. Storie di migranti a Brescia nella seconda metà dell'800', 2019).

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