Il Sebino nella tradizione orale: le “parole e storie d’acqua dolce” salvate da Rosarita Colosio

Recensione di Rosanna Romele per Brescia si legge

Nell’era della velocità, dell’immediatezza, delle distanze che si accorciano, della quasi repentina obsolescenza delle cose e degli accadimenti, c’è anche chi si cura della salvaguardia della memoria come patrimonio offerto dalla sua terra.

Tra questi, nella nostra provincia, un posto di rilievo spetta a Rosarita Colosio, ricercatrice montisolana, da ormai molti anni impegnata nel raccogliere e nel conservare le parole e le storie della tradizione orale che raccontano la vita dentro e intorno al lago d’Iseo.

Il suo ultimo lavoro, “Parole e storie d’acqua dolce” (La Quadra 2020), ha per protagonista il lago stesso e le parole e le storie, tramandate di bocca in bocca, che per secoli l’hanno definito. Un macrorganismo – il lago d’Iseo – con una sua precisa entità spesso benevola, a volte problematica, osservata e raccontata con attenzione, con tecnica e con poesia, dalle comunità che nei secoli l’hanno abitato e che hanno affidato alla trasmissione orale il loro sapere antico.

L’importanza di dare un nome alle cose

Il libro, corredato dalle bellissime foto di Angelo Danesi, è suddiviso in capitoli che affrontano in maniera sistematica gli aspetti fisici ed ecologici dell’ecosistema lago: acqua e isole, valli e torrenti, fenomeni atmosferici, flora, fauna, natanti.  

Ogni capitolo è arricchito da un glossario (interessante nomenclatura, naturalmente dialettale, usata per descrivere le varie situazioni) e da una raccolta di curiosità e modi di dire, storie e leggende.

Scopriamo così che il lago è percorso da numerosi venti, ognuno con il proprio nome che ne distingue la provenienza, la forza, l’ora del giorno o della notte in cui si manifesta. Dare un nome e riconoscere i fenomeni è retaggio di un’antica e costante pratica di osservazione che per la gente di lago ancora oggi è vitale.

Anche se le attività della pesca professionale e del trasporto merci per via lacustre sono ormai rare, infatti, i natanti da diporto sono sempre più numerosi. Per non ritrovarsi impreparati di fronte agli imprevisti della natura, saper attingere alla sapienza tradizionale per prevedere dalle correnti e dalla comparsa di nubi l’evolvere del meteo è estremamente importante.

Essere colti di sorpresa dalla famigerata sarneghera (il vento che arriva da Sarnico) può essere ad esempio letale. La sarneghera è infatti la tempesta più violenta che si abbatte sul Sebino: essa non risparmia nessun porto, è veloce e potente, avanza in una nube biancastra, sconquassa tutto e scompare rapida.

Un patrimonio in dissolvenza

Le parole legate alla pesca, agli attrezzi, alle barche e alle manovre sono destinate a scomparire prima di tutte le altre. È difficile ormai vedere i barcù o i naecc che solcano le acque del lago. Questi natanti tipici dell’Iseo non sono più usati, per quanto a Monte Isola i maestri d’ascia e i retifici lavorino ancora: un patrimonio immateriale in dissolvenza, di cui appare quasi vano il tentativo di serbarne il ricordo.

Gravemente a rischio di scomparire, le parole del lago rieccheggiano ormai quasi solo nei proverbi e modi di dire, le tracce più persistenti di una cultura dalle radici antiche.

Se ‘l vét al vé de Marù, liga la barca coi cordù

(se il vento viene da Marone, lega la barca coi cordoni)

Ecco quindi il proverbio assurgere al ruolo di modo efficace per tramandare quel sapere che l’esperienza di generazioni vissute sul lago ha accumulato, conservando l’eco di parole ma anche di gesti di cui quasi sfugge il senso.

Tracce di quel “Sapere degli Idioti” per citare il titolo di un altro bel libro di matrice bresciana pubblicato qualche anno or sono da Roberto Andrea Lorenzi. Dove naturalmente gli Idioti citati nel titolo non sono persone con scarso quoziente intellettivo, ma bensì i membri di quel popolo umile che storicamente non ha mai avuto accesso all’istruzione e che ha potuto far tesoro del proprio patrimonio culturale soltanto attraverso la trasmissione orale.

Rosarita Colosio e la gente del Sebino

Tutte le pubblicazioni di Rosarita Colosio narrano prevalentemente dell’umanità che popola i luoghi dell’autrice, così come di un passato non così lontano e ancora vivo nel ricordo degli abitanti del lago d’Iseo.

Nei due volumi de “Le donne del lago”, l’autrice racconta storie di fatica quotidiana, di scarse soddisfazioni e piccole conquiste nella vita delle donne nel corso del Novecento. Le storie, raccolte attraverso numerose interviste effettuate nei vari luoghi del Sebino, parlano del destino femminile già tracciato: lavoro, matrimonio, figli, lutti. Eppure nelle testimonianze si trova talvolta un guizzo di ribellione, un moto anticonvenzionale che fa sorridere e commuovere.

Anche nel libro “L’eroismo grigio dei lupi di lago” il tema è sempre quello del lavoro, prevalentemente maschile, dei pescatori.


Titolo: Parole e storie d’acqua dolce
Autore: Rosarita Colosio
Editore: La Quadra, 2020

Genere: Saggio illustrato
Pagine: 150
Isbn: 8895251385

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