Tra resistenza, etica sociale e costituzione: il pensiero e lo spirito di Laura Bianchini, partigiana e ‘madre costituente’ bresciana, nella prima raccolta dei suoi scritti edita da Scholé

Recensione di Francesca Scotti per Brescia si legge

Nessuna società, in quanto tale, ha il diritto di subordinarsi le persone e di decidere sul loro destino; deve solo assicurare quelle condizioni sociali ed economiche di distensione che permettano a ciascuno di riconoscere in piena libertà la propria vocazione e di seguirla.

Laura Bianchini, “L’educazione nella Resistenza e nella Costituzione”, p. 204

Maestra, redattrice, traduttrice, professoressa di filosofia, di pedagogia e di storia. E poi, partigiana, giornalista, consultrice, parlamentare e nientemeno che una delle ventuno madri costituenti della repubblica italiana. La bresciana Laura Bianchini, classe 1903, è stata una donna sorprendente e poliedrica che ha saputo vivere il proprio tempo spendendosi fino all’ultimo per il bene collettivo e trasformando le avversità della dittatura fascista e della guerra in spunti di rinnovamento sociale.

Grazie al suo considerevole impegno nell’editoria, nella resistenza, nella scuola, nell’associazionismo e nella politica nazionale tra le file dossettiane della Democrazia Cristiana, Bianchini si inserisce a pieno titolo fra i protagonisti e le protagoniste della ricostruzione etica degli italiani all’indomani della liberazione dal nazifascismo. Una chiara testimonianza di ciò emerge dai suoi scritti, riuniti per la prima volta in una raccolta e resi finalmente a disposizione di tutti nel libro “L’educazione nella Costituzione e nella Resistenza”, dato alle stampe da Morcelliana-Scholé all’inizio del 2023 (acquista qui).

Costituiscono il volume diciassette testi dal taglio pedagogico-filosofico nei quali sono infusi l’irriducibile senso civico, l’esperienza resistenziale e il profondo spirito evangelico dell’autrice. Le articolate riflessioni si concentrano sulla formazione etica dell’Italia del secondo dopoguerra, sui valori della resistenza e sul dovere di tutelarli, sull’importanza dell’educazione scolastica, sulla dignità della persona e sull’attivismo sociale e politico come terreno in cui coltivare i principi democratici di giustizia e di libertà. Una ricca introduzione della docente Daria Gabusi accompagna alla lettura di questi preziosi micro-saggi, restituendoci il ritratto di una bresciana tenace e straordinaria, la quale, vivendo tra la Lombardia e il Lazio, ha attraversato un cruciale e turbolento pezzo di storia d’Italia contribuendo alla liberazione, alla nascita della costituzione e alla vita della repubblica.

Da esponente bresciana del cattolicesimo sociale a resistente delle Fiamme Verdi

Nei giorni della grande confusione, dopo l’8 settembre mi trovavo a Pontedilegno e venni a contatto con tutti quei poveracci che scendevano dai monti, come ruscelli, da oltre il Tonale. È da quel momento che l’iniziativa autonoma di quei giovani, cresciuti alle idee di dignità dell’uomo, di libertà nel campo della cultura e del pensiero, con gli esempi ricevuti, di dirittura morale, è intervenuta e si è messa all’azione. La Resistenza è nata da radici molto profonde.

Laura Bianchini, “L’educazione nella Resistenza e nella Costituzione”, p. 34

Laura Bianchini nasce a Castenedolo, in provincia di Brescia, il 23 agosto 1903. Nei primi anni trenta, mentre già lavora come impiegata, si laurea in filosofia e pedagogia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Attiva nella Gioventù Femminile della Fuci (di cui assumerà l’incarico di presidente) e nel Movimento Laureati (di cui sarà la grande promotrice in territorio bresciano), diventa maestra e quindi docente di filosofia e di storia a Brescia.

Frequenta l’oratorio dei padri filippini della Pace, punto di riferimento dei cattolici bresciani grazie in particolare ai padri Paolo Caresana, Carlo Manziana e Giulio Bevilacqua. Qui, intraprende un percorso di crescita etico-civile che da una forma di inerte “afascismo” la porta a un attivo, militante antifascismo. Tra la metà degli anni trenta e l’inizio dei quaranta, avvia inoltre una collaborazione con le case editrici bresciane Morcelliana e La Scuola e ottiene un posto nella redazione della rivista «Scuola Italiana Moderna».

Dopo l’8 settembre 1943, entra nella resistenza bresciana tra le file delle Fiamme Verdi. Ospita in casa propria i primi incontri tra antifascisti, così come la tipografia del foglio ribelle «Brescia libera». Nel gennaio del 1944, diversi esponenti dell’antifascismo locale sono arrestati e lei stessa è costretta a fuggire a Milano, dove trova rifugio all’istituto Palazzolo delle suore poverelle. Lungi dallo starsene semplicemente nascosta, offre soccorso ai perseguitati politici e salva diversi ebrei scortandoli fino al confine con la Svizzera. È inoltre staffetta e coordina la stampa clandestina de «Il ribelle», uno dei fogli partigiani più diffusi nel nord Italia. Ammessa nel Comitato di Liberazione nazionale dell’Alta Italia, riceve l’incarico di organizzare i primi gruppi femminili della DC.

Madre costituente e parlamentare nell’Italia repubblicana

L’Italia non si rifà se non si rifanno gli italiani.

Laura Bianchini, “L’educazione nella Resistenza e nella Costituzione”, p. 55

Dopo la guerra, nel settembre del 1945, Laura Bianchini viene proposta dalla DC come consultrice nazionale. La partecipazione ai lavori della consulta, nella quale è segretaria della commissione per l’istruzione e per le belle arti, rappresenta per lei, così come per le altre dodici consultrici su un totale di 304 componenti, un vero e proprio battesimo politico. Per la prima volta, nella storia dell’Italia unita, le donne hanno infatti parte a un’assemblea legislativa, sebbene non ancora elettiva.

A marzo del 1946 viene eletta nel comitato nazionale e dirige quindi per un periodo «Azione femminile», supplemento settimanale del «Popolo». Nell’aprile dello stesso anno, al congresso nazionale della DC, viene eletta al consiglio nazionale entrando nella direzione del partito. Nel giugno seguente, è tra le ventuno donne elette all’assemblea costituente.

Terminati i lavori della costituente, nel 1948, entra in parlamento come deputata nelle file di Giuseppe Dossetti. I suoi sforzi sono soprattutto focalizzati sul progetto di riforma della scuola proposto dal ministro della pubblica istruzione, il democristiano Guido Gonnella.

Esce dalla vita parlamentare nel 1953 e torna alla sua prima vocazione, l’insegnamento, che esercita fino al 1973 con la cattedra di storia e filosofia del Liceo classico Virgilio di Roma. Muore nella capitale nel 1983, all’età di ottant’anni.

Gli scritti: pedagogia, attivismo politico-sociale e cristianesimo militante

Non può esservi una educazione della persona umana senza educazione sociale perché non può esservi la persona umana senza la società. […] Perché vi sia una vera educazione il fanciullo, l’adolescente, il giovane, devono prendere coscienza di ciò che sono in sé […] e di ciò che devono agli altri uomini nelle relazioni sociali in quanto capaci di realizzare una particolare vocazione.

Laura Bianchini, “L’educazione nella Resistenza e nella Costituzione”, pp. 128-129

Laura Bianchini appartiene alla generazione di italiani e di italiane che nel secondo dopoguerra si è ritrovata a dover affrontare la questione della ricostruzione della politica e della società, della ridefinizione di un’etica nazionale, della formazione dei cittadini in seguito alla crisi morale lasciata in eredità dal fascismo. I suoi scritti raccolti nel volume di Morcelliana-Scholé approfondiscono proprio queste tematiche, esplorando in special modo il legame fra individuo e società, le proposte formative per insegnanti ed educatori, il rinnovamento della scuola, l’importanza della formazione professionale, il rischio di incorrere in nuove forme di fascismo e la necessità di prepararsi a fronteggiarle, la vita intesa come impegno sociale e come testimonianza.

In queste dense pagine, all’impegno educativo corrisponde sempre l’impegno culturale, così come l’educazione della persona è sempre legata all’educazione sociale della stessa. Educare al sociale, come ci spiega l’autrice stessa, significa instillare nei cittadini un urgente senso di responsabilità nei confronti del bene comune, lo stesso che ha portato una parte della popolazione alla lotta resistenziale al nazifascismo.

Sostenuta e motivata da una sincera fede cristiana, Bianchini vede i cattolici come cittadini tenuti a impegnarsi attivamente nella politica tanto quanto chiunque altro, assumendo anche ruoli dirigenziali, per dar forma spirituale al nuovo ordine sociale ed educare alla vita democratica. Il cristianesimo è dunque per lei una forza interiore da incanalare costantemente nel rinnovamento politico, a pieno contatto con i problemi concreti delle persone e di tutto il paese. In questo senso, il cristianesimo sociale è anche chiamato a essere collante fra diverse visioni del mondo e diverse fazioni politiche, nel rispetto delle idee di ogni individuo, imparando a crescere e a cooperare in una società variegata che non perda mai di vista il suo radicamento nei principi della democrazia.

Gli scritti di Laura Bianchini, redatti con una scrittura chiara e capaci di amalgamare cultura filosofica, riflessione pedagogica e argomentazioni socio-antropologiche, ci fanno conoscere e riscoprire una bresciana d’eccezione del secolo scorso, una donna colta e coraggiosa che ha agito in modo tangibile e considerevole nel proprio tempo a beneficio della collettività. “L’educazione nella Costituzione e nella Resistenza” si rivela quindi un libro necessario e di grande interesse, oltre che un compendio sui valori della nostra costituzione, sugli ideali di giustizia sociale, eguaglianza e dignità della persona difesi con il sangue e con la vita nella resistenza e che è dovere di chiunque, in ogni tempo e in ogni condizione, salvaguardare e coltivare.


Titolo: L’educazione nella Resistenza e nella Costituzione
Autrice: Laura Bianchini

Curatrice: Daria Gabusi
Editore: Morcelliana-Scholé, 2023

Genere: Raccolta di saggi
Pagine: 256
ISBN: 9788828404422

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Francesca Scotti

Classe 1991, vive tra Brescia e la Franciacorta. Ha studiato letteratura inglese e tedesca, laureandosi con una tesi sui rapporti fra la cultura tedesca e il nazionalsocialismo. Legge e scrive per vivere. È autrice della raccolta di racconti “La memoria della cenere” (Morellini, 2016) e dei romanzi “Figli della Lupa” (Edikit, 2018), “Vento porpora” (Edikit, 2020), "La fedeltà dell'edera" (Edikit, 2022) e "Come musica azzurra" (Edikit, 2024). Anima rock alla perenne ricerca di storie della resistenza bresciana, si trova maggiormente a suo agio tra le parole dei libri e sui sentieri di montagna.

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