Il Brigadiere del Carmine 5: nella Brescia del ’29, tra colonie estive, sfollati e delitti da risolvere

Recensione di Katiu Rigogliosi per Brescia si legge

1929: anno nero per la borsa americana, ma anche anno in cui in Italia cominciano a fioriere le colonie per bambini. Proprio in uno di questi campi estivi, il Brigadiere del Carmine (ormai prossimo alla pensione) si ritroverà a dover indagare: verranno infatti ritrovati cadaveri, nel corso dei quattro anni coperti dal romanzo, prima il corpo di una giovane insegnante e quindi di una ragazzina.

“Il Brigadiere del Carmine va in colonia. Brescia 1929-1932” (Liberedizioni, 2021 – acquista qui) è il quinto capitolo della saga del brigadiere bresciano frutto della penna del giornalista ed apprezzato giallista bresciano Enrico Mirani (qui le recensioni dei capitoli precedenti). Anche in questo nuovo episodio, aiutato dal suo fido collaboratore Serafini, Setti riuscirà a risolvere entrambi i casi; trovandosi però davanti a torbidi passioni, omertà dilaganti, paure da nascondere e cambiamenti urbanistici e culturali di portata epocale.

Brescia tra il 1929 e il 1932

Dai duecento scolari del 1928 si era passati agli attuali duemila e trecento, divisi tra i campi estivi in Castello, a Fiumicello, Mompiano, Fornaci, Stocchetta e nello Stadium di Porta Venezia.

“Il brigadiere del Carmine va in colonia. Brescia 1929-1932”, Enrico Mirani

L’affermazione del modello “colonia”, cioè dei luoghi dove i piccoli cittadini – con un piccolo contributo mensile pagato dalle proprie famiglie o sovvenzionato dal comune – potevano prendere il sole, giocare, mangiare pasti abbondanti e socializzare in maniera controllata con altri bambini seguiti da maestre ed insegnanti, non è certo l’unico cambiamento significativo che fa da sfondo al nuovo giallo storico di Enrico Mirani.

Questo nuovo capitolo del Brigadiere, infatti, colpisce – oltre che che per la storia principale – proprio per l’entità dei cambiamenti storici ed urbanistici che mutano la fisionomia di Brescia per sempre, nel bene o nel male.

L’abbattimento del quartiere delle pescherie

Il Brigadiere chiese quale era la meta soltanto quando furono in via Sant’Eustacchio, diretti in auto alla periferia nord di Brescia. Serafini alzò le spalle, sapeva solo che oltre il Mella, superato Ponte Crotte, il Comune e alcune opere pie stavano costruendo un nuovo quartiere per gli sfrattati delle Pescherie.

“Il brigadiere del Carmine va in colonia. Brescia 1929-1932”, Enrico Mirani

Il cambiamento maggiore che interessò la città in questi anni fu senz’altro l’abbattimento del quartiere delle Pescherie per la conseguente realizzazione di Piazza della Vittoria, ad opera dell’architetto Piacentini – ideologo del monumentalismo del Regime in tutto il ventennio fascista (sue anche, ad esempio, il centro piacentiniano di Bergamo o l’aula magna dell’Università La Sapienza di Roma). 

Più di 2000 persone, famiglie, bambini, anziani, piccoli furfanti ed oneste lavoratrici, senza contare le botteghe, i negozi, gli alimentari, furono “coinvolti” dall’iniziativa urbanistica. Tutti sfrattati e quindi traslocati in un nuovo quartiere di baracche costruite appositamente lontane, all’estrema periferia occidentale della città (nell’area del villaggio San Vincenzo, Quartiere Chiusure), denominato Villaggio degli Sfrattati e dismesso, con l’abbattimento dell’ultima baracca, solo nel 1967.

Un quartiere che, per chi si ritrovò catapultato (“confinato”?) in una stanza con altre 7 persone, senza bagni, senza fogne, in catapecchie spacciate per case lontane da tutto, sarebbe stato spesso fonte di malaffari e vita grama.

Il luna park a Campo Marte

Il fracasso della latta colpita si confondeva con le note dell’orchestra, che nei pressi dettava il ritmo dei balli. Migliaia di bresciani occupavano Campo Marte trasformato in un grande luna park.

“Il brigadiere del Carmine va in colonia. Brescia 1929-1932”, Enrico Mirani

Uno degli altri luoghi menzionati nel romanzo, che subì sempre in quegli anni una grandissima trasformazione connotabile in maniera senz’altro più positiva, fu il parco Campo Marte.

Utilizzato originariamente dai militari austriaci per l’addestramento, negli anni ha ospitato militari, fiere di cavalli, circhi (nota a tutti la permanenza di qualche giorno del Circo di Buffalo Bill nel 1906) sino a cambiare nuovamente pelle e, poco prima della Prima Guerra Mondiale, diventare un campo aviazione.

Entrato tra le proprietà del Comune nel 1925, da allora tornò ad ospitare luna park – come menzionato nel romanzo – fiere e manifestazioni di vario genere.

Solo alcuni tra gli esempi dei luoghi cittadini e dei momenti storici che, anche questo romanzo di Mirani, contribuisce (attraverso gli occhi impegnati ad approfondire e indagare del Brigadiere) a raccontare ed a vivificare.


Titolo: Il brigadiere del Carmine va in colonia. Brescia 1929-1932
Autore: Enrico Mirani
Editore: Liberedizioni, 2021

Genere: Giallo
Pagine: 212
ISBN: 9791280148353

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Katiu Rigogliosi

Diplomata alla scuola d'Arte al corso di operatrice d'arredamento, nella vita si occupa di progettazione di interni, realizzando meravigliose SPA in giro per il mondo. Nata a Milano, cresciuta tra Piacenza e Bergamo, maturata sotto la mole di Torino, risiede oggi nella provincia al di là del fiume Oglio. Legge da quando ha memoria e non disdegna nessun genere, anche se le si illuminano gli occhi quando si tratta di sparatorie, uccisioni ed indagini. Gestisce un gruppo di Staffette Letterarie su Facebook, perché crede che la lettura condivisa in ogni parte d'Italia sia la cosa migliore che possa esistere.

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