L’epopea delle Dieci Giornate di Brescia raccontata con l’immediatezza del fumetto nella graphic novel di Fondazione Civiltà Bresciana
Recensione di Francesca Scotti per Brescia si legge
D’un de’ tuoi monti fertili di spade,
Niobe guerriera de le mie contrade,
Leonessa d’Italia,
Brescia grande e infelice.Aleardo Aleardi, “Canti patrii”, 1857
Dal 23 marzo al 1° aprile 1849, la città di Brescia si ribella all’oppressione del governo austriaco dimostrando un ardore che le fa guadagnare l’appellativo di Leonessa d’Italia, in un capitolo di sangue e di coraggio che verrà ricordato dai libri di storia come le Dieci Giornate. La disperata rivolta sfocia in un’aspra sconfitta a cui segue una brutale rappresaglia da parte delle truppe austriache, ma il ricordo delle Dieci Giornate travalicherà gli anni, continuando a occupare un posto di primo piano nella memoria collettiva della città.
Grazie a un appassionato progetto di Fondazione Civiltà Bresciana, la drammatica “decade bresciana” di 173 anni fa è stata di recente rievocata in una graphic novel capace di unire, al fascino della narrativa d’ambientazione storica, l’immediatezza dell’immagine. I testi di Costanzo Gatta e di Clotilde Castelli, nitidi ed essenziali, danno fiato e sentimento alle illustrazioni di Rodolfo Garofalo, le quali si intrecciano a dipinti raffiguranti personaggi e momenti cruciali delle Dieci Giornate, in un sapiente ed equilibrato amalgama che conferisce pieno risalto al tema trattato.
Ispirandosi a un’idea del suo fondatore monsignor Antonio Fappani, Fondazione Civiltà Bresciana ha raccolto la sfida di un’epoca in cui l’immagine sembra poter comunicare con più efficacia della parola scritta e ha così confezionato un testo innovativo, curato e avvincente. Una vera guida alla Brescia delle Dieci Giornate, ai suoi protagonisti e alle sue protagoniste, alle sue rappresentazioni nell’arte e ai suoi luoghi e monumenti. Un lavoro che va ad affiancare saggi e documenti già presenti negli archivi, nel rinnovato intento di ricostruire e di tramandare, generazione dopo generazione, un fondamentale tassello di storia bresciana.
Un’ottocentesca e ribelle Brescia a fumetti
Basta la prima pagina della graphic novel di Fondazione Civiltà Bresciana perché il lettore si ritrovi a respirare in una Brescia ribollente di patriottismi esasperati, di correnti rivoluzionarie, di insofferenza verso un governo straniero che regna con pugno di ferro a suon di divieti, tasse e intimidazioni.
La ribellione di Brescia si accende il 23 marzo 1849 sotto la guida di un comitato di pubblica difesa e, coinvolgendo ampi strati della popolazione cittadina, si protrae per dieci giorni di fuoco e di resistenza, di guerra e di orrori, nei quali brillano tuttavia anche lampi di umanità ed esempi di nobiltà d’animo. Il racconto a fumetti, basato su autorevoli fonti d’archivio, intriga e avvolge col suo flusso armonico di splendidi dettagli, nomi, episodi, sottigliezze e curiosità.
Introduce la graphic novel un’esaustiva illustrazione degli antefatti che portano alla ribellione di Brescia, inquadrando il fatto nel più ampio contesto delle guerre risorgimentali italiane. In appendice, una serie di interessanti documenti fra cui il prezioso resoconto delle Dieci Giornate a opera di padre Maurizio Malvestiti, un accurato elenco dei bresciani e delle bresciane rimasti uccisi nell’insurrezione e i profili biografici delle figure di spicco della rivolta.
Un libro che si legge come un romanzo d’avventura
I testi di Costanzo Gatta e di Clotilde Castelli, chiari e incisivi, si accompagnano alle illustrazioni di Rodolfo Garofalo, a mappe della città dell’epoca e alle opere di artisti che hanno ritratto le Dieci Giornate. Ci immergiamo così in un universo libresco popolato da figure sia storiche che immaginarie, le quali ci guidano alla riscoperta dell’infelice insurrezione che ha reso Brescia Leonessa d’Italia.
Da Tito Speri a don Pietro Boifava e ai tanti altri, la storia delle Dieci Giornate, con le sue barricate, i terribili bombardamenti e il sacco degli austriaci, sembra accadere di nuovo proprio sotto i nostri occhi attoniti, nella cornice di carta di un libro. La narrazione scorre come un romanzo storico straripante d’avventure, portando al contempo a riflettere sul dolore e sul tragico destino di una città che ha osato alzare la testa e cercare di far valere i propri diritti per potersi dire libera.
Non vi è retorica nei testi e nelle immagini presentati, bensì la sincera rappresentazione di un fitto ventaglio di personalità. Troviamo chi è veramente capace di atti eroici e di grande generosità, ma anche spie e spiriti vendicativi, doppiogiochisti e mediatori. Ci scontriamo con la crudezza di una rivolta cittadina e al contempo cogliamo parole che ci raggiungono con speranza e ironia. Le battute dei popolani sono riportate in dialetto bresciano e questa è certamente una scelta che conferisce realismo e spontaneità ai dialoghi.
Sebbene non venga edulcorata l’efferatezza del sacco operato dalle truppe austriache in seguito al soffocamento della rivolta, gli autori e l’illustratore hanno compiuto un ottimo lavoro nel rendere i testi e le immagini che raccontano i truci fatti accessibili anche a un pubblico giovanile. È infatti ai giovani che, in particolar modo, si rivolge la graphic novel, con l’auspicio di appassionare a un importante pezzo di storia bresciana anche quelle generazioni che spesso sembrano attratte più dalle immagini che dalle parole. Il libro rimane a ogni modo ampiamente apprezzabile altresì da un pubblico adulto, che vi può ritrovare un modo fresco e nuovo di raccontare un’epopea del passato.
Donne alla guerra: le leonesse delle Dieci Giornate
Si dice “guerra” e subito si pensa solo agli uomini. Le donne, tuttavia, sono ben presenti in qualsiasi conflitto, per quanto si tenda a relegarle a un ingiusto secondo piano. La graphic novel di Fondazione Civiltà Bresciana, rinunciando a seguire la corrente, dedica il giusto e doveroso spazio alle tante bresciane che, in svariati modi, partecipano alla ribellione delle Dieci Giornate.
Facciamo così la conoscenza di Carolina Santi, che, incurante dei rischi, aiuta clandestinamente i combattenti, specialmente prestando rifugio e cure ai feriti. Ci lasciamo ispirare dal coraggio di Ricciarda Gorno Franzosi, di soli diciassette anni, che salva un patriota ferito facendogli scudo col suo stesso corpo. Incontriamo Suor Chiara, staffetta e vedetta, pronta a lasciare la protezione delle mura conventuali per portare cibo e conforto ai combattenti, venendo per questo in seguito decorata con una medaglia d’argento al valore. A porta Torrelunga, ci sorprende Genoveffa Tellaroli, la quale arresta l’avanzata di alcuni austriaci bersagliandoli con una fitta sassaiola da una finestra della sua abitazione. E non vogliamo dimenticare la nobildonna Bona Vigliani Aliprandi, che per giorni e giorni resta schierata sulle barricate.
In tutto il libro, poi, aleggia la presenza di Angela Contini, che con costanza e impegno prende parte a tutte e dieci le giornate di lotta, confermandosi come il simbolo della partecipazione femminile alla rivolta. È proprio alla Contini che, nel 1909, viene dedicata l’antica contrada delle Consolazioni, più tardi rinominata in contrada Sant’Urbano. Nel 1965, le vengono intitolate una via del quartiere di Fiumicello e una scuola professionale femminile.
Queste sono solo alcune delle leonesse delle Dieci Giornate, salde e invincibili nella loro umanità tutta femminile che non necessita di artigli né di ruggiti. A loro si aggiungono tutte le altre donne che hanno pagato, a prezzo altissimo, la rappresaglia dell’esercito vincitore. In loro, ammiriamo anche quelle il cui nome non è stato tramandato. Donne fino in fondo, anche patriote, ognuna decisa a mantenere fino in fondo il proprio posto sulle barricate della storia.
Titolo: Le X Giornate di Brescia a fumetti
Autori: Costanzo Gatta e Clotilde Castelli (testi), Rodolfo Garofalo (illustrazioni)
Editore e curatore: Fondazione Civiltà Bresciana, 2022
Genere: Graphic novel
Pagine: 227
ISBN: 9788855901161
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