“Gli occhi di Nausicaa”: pioggia, stagioni e interiorità nella poesia senza tempo della bresciana Marina Cherubini

Recensione di Francesco Buffoli per Brescia si legge

Laureata in filosofia, classe 1988, la bresciana Marina Cherubini con “Gli occhi di Nausicaa” (QuiEdit, 2019 – acquista qui) ha dato alle stampe la sua seconda raccolta poetica, che fa seguito a “Componiti, Mistero”, pubblicata pochi anni or sono e premiata nell’ambito della XXXIV edizione del “Premio Letteratura” assegnato dall’Istituto Italiano di Cultura di Napoli.

La poesia di Marina Cherubini, con i suoi ricercati arcaismi (“Dì”, “Ella sapea”, “stajoni”, “Ei”, “Anima trista”, “Il Desìo”) e le sue atmosfere da Grecia classica, ha il suono di un’epoca lontana ed enigmatica che si perde nelle nebbie della storia, come suggerisce anche il titolo della raccolta – una dedica alla figura mitologica di Nausicaa, “musa simbolica che ha per diversi giorni smosso le tende dei miei sogni diurni”, come rivela l’autrice nell’introduzione.

Una poesia intima, spirituale e raffinata

Il tema centrale delle poesie è quello della pioggia, che diventa il simbolo del cambiamento perenne, del rinnovamento e dello scorrere del tempo; anche i riferimenti alle stagioni (notevoli le prime due poesie, intitolate proprio “D’Esterno. Incontro alle Stagioni” e “D’Interno. Tra ragione e sentimento”) e all’acqua sono onnipresenti e rappresentano a loro volta un tassello importante della poetica di Marina, una poetica che guarda alla natura per trascendere “la realtà di questa terra” e prolungarsi verso “orizzonti mitici”.

Si apprezza in modo particolare il ritmo di alcuni testi, che nell’uso di figure retoriche che appartengono alla tradizione classica (rime, assonanze, consonanze, una notevole ricercatezza metrica) e che riescono a dar voce alla “purezza dello sguardo” invocata dall’autrice: penso a “Big Heart Bang”, o alla breve e intensa “Una stringa d’Estate”, quasi un haiku “irregolare” che riesce a costruire una sensazione precisa in pochi versi. Marina è espressiva anche quando opta per un’estetica più moderna e “libera”, come in “Quanto tempo Quanta neve”, dove si trovano alcuni dei suoi versi più personali (“La spada ho sguainato e nessuno ha detto nulla, tutto ha avuto eco nel Silenzio, una goccia che si rompeva a terra senza fare rumore”).

Nel complesso, un’opera ad alto tasso di spiritualità e molto personale, che merita un’attenta lettura e che cresce con il tempo.


Titolo: Gli occhi di Nausicaa
Autrice: Marina Cherubini
Editore: QuiEdit, 2019

Genere: Poesia
Pagine: 52
ISBN: 9788864645322

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Francesco Buffoli

Francesco Buffoli è nato a Chiari (Bs) il 18 dicembre 1982, vive a Brescia da diversi anni ed esercita sin dal 2009 la professione di avvocato. Nutre da sempre una grande passione per la lettura e la scrittura, oltre che per la musica. Tra 2004 e 2008 ha collaborato con il quotidiano Bresciaoggi, scrivendo di sport e di cultura. Dal 2007 è redattore del sito storiadellamusica.it e dal 2013 collabora stabilmente con la nota rivista Rockerilla, per la quale scrive recensioni di libri e di dischi, occupandosi principalmente di jazz e di rock alternativo; negli ultimi mesi ha iniziato a collaborare anche con la webzine Game of Goals, trattando di tematiche che si collocano al confine tra sport e cultura. Ha pubblicato una raccolta di poesie ("AmErica", premiata al festival della microeditoria di Chiari del 2016) e due romanzi ("La messa è infinita" e "Più strano del Paradiso"). La passione per la letteratura è maturata durante gli anni delle superiori, ma è cresciuta esponenzialmente nel periodo immediatamente successivo, quando Francesco ha scoperto la beat generation, il gonzo journalism e la "letteratura rock" di Lester Bangs e compagnia. Sin da allora, Francesco mostra una predilizione per gli scrittori che arrivano dal Nuovo Mondo; i suoi autori preferiti (fatta eccezione per gli europei Albert Camus ed Hermann Hesse) sono i latinoamericani Roberto Bolaño, Pablo Neruda e Gabriel García Márquez, nonché gli americani John Cheever, Jack Kerouac, Allen Ginsberg, William Carlos Williams, Don DeLillo e David Foster Wallace.

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