“Discanto”: quando ambizione e sete di potere hanno il sopravvento sull’idea di Giustizia nel legal thriller ambientato nel Tribunale di Brescia scritto dall’avvocato Giovanni Papaleo

Da un lato era un po’ irritato dal cambiamento inaspet­tato, dall’altro era davvero contento di poter spazzar via un po’ di polvere e ruggine dalla sua vita, e chissà, magari questa storiaccia gli avrebbe consentito anche qualche pic­cola “mala azione”, una di quelle che uno scrittore sicilia­no, Brancati, considerava necessarie per sentirsi, davvero, ancora vivi.

Discanto – Giovanni Papaleo – pg.79

Di famiglia siciliana, come il cognome suggerisce, Giovanni Papaleo è nato a Padova, ma risiede da anni a Brescia dove svolge la professione di avvocato. I rimandi alle origini “miste” si rincorrono in tutte le pagine del libro, fra personaggi e modi di dire che richiamano sia le radici sicule sia quelle venete. Ma è Brescia, con il suo Tribunale, le vie cittadine, i suoi locali e caffè, a fare da sfondo alla vicenda narrata in “Discanto” (Arpeggio Libero, 2023 – acquista qui).

Il romanzo racconta dell’indagine condotta dal Tenente Colonnello Marcello Squillante del Comando provinciale di Brescia in seguito al ritrovamento del corpo senza vita di un magistrato, Cosimo Verderame, proprio nella sua stanza del Palazzo di Giustizia cittadino.

Si tratta di morte naturale, suicidio oppure omicidio? Gli indizi non mancano e i sospetti non tardano a spingere Squillante su una strada che lo porta a scoprire il lato oscuro della Giustizia, fatto di magistrati che si sentono al di sopra della legge e dell’etica pubblica, di corruzione, ambizioni personali e comportamenti privi di scrupoli. Un’indagine che smuoverà la routine un po’ sonnolenta del Tenente Colonnello, nonché la prima che lo porterà fuori dal quotidiano tran tran a cui il servizio in un Comando di provincia lo aveva fino ad ora abituato.

La storia prende da subito una direzione ben chiara, quando si concretizza la convinzione che la morte di Verderame non sia naturale, ma sia invece legata a una causa di cui il giudice aveva appena scritto la sentenza: l’impugnazione del licenziamento di Ugo Van Osten, noto medico dell’ospedale cittadino sorpreso a rubare un ingente quantitativo di un farmaco antitumorale del valore di svariate migliaia di euro.

Le cose stanno realmente così o c’è dell’altro?

Coadiuvato dalla cancelliera della sezione lavoro del Tribunale Cristina Cortesi, dal Pubblico Ministero di Venezia Bianca Gigli e da una serie di personaggi minori che fanno parte della rete di contatti di Squillante, il Tenente Colonnello deve dare fondo a tutta la propria arte investigativa non solo per venire a capo della faccenda, ma anche per difendersi dagli attacchi mediatici di un cinico giornalista di Tele Brescia-Padana al soldo della PM Rossella Cecchini, donna ambiziosa e senza scrupoli. Proprio sulla Cecchini a un certo punto si indirizzano i sospetti: non solo risulta essere stata l’amante della vittima, ma è anche l’ex moglie proprio del medico accusato del furto dei medicinali oncologici, il quale la ricatta per i passati favori accordati allo scopo di spianarle la strada in Magistratura.

L’ipocrita sfacciataggine ormai imperava ovunque, e il peggio era che vi si ricorreva senza remore, certi del fat­to che essendo tutti vicendevolmente ricattabili, nessuno pagava il prezzo delle sue infamie, perché nessuno voleva venir ripagato, nel caso, con la stessa moneta.

Discanto – Giovanni Papaleo – pg. 106

Intrighi e intrecci fra i personaggi non mancano, dunque, nel romanzo dell’avvocato Papaleo. In ballo ci sono interessi personali e professionali frutto di un arrivismo senza limiti e di un carrierismo esasperato, oltre che di un ego smisurato. Il messaggio che sembra volerci indicare l’autore è che gli ideali di onestà e giustizia che dovrebbero caratterizzare l’attività dei giudici rimangono troppo spesso lettera morta, il che porta inevitabilmente a una sostanziale sfiducia nel concetto stesso di Giustizia. Soprattutto quando a fallire è l’operato stesso di chi si ritiene parte di una “casta di eletti”, ma non è altro che un semplice essere umano.

Ah, però! Ma sono magistrati o politici che si affronta­no per un seggio in Parlamento? Da non crederci, anzi, io proprio non l’avrei mai pensato quando mi sono laureata in Legge; al tempo avevo una visione quasi angelicata della Giustizia e dei magistrati, che ritenevo la servissero senza secondi, bassi fini, per me erano quasi delle vestali di Dike, insomma, pensa che ingenua.

Discanto – Giovanni Papaleo – pg.151

Titolo: Discanto
Autore: Giovanni Papaleo
Editore: Arpeggio Libero, 2023

Genere: Legal thriller
Pagine: 196
ISBN: 9788833521336

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