“Aggrappati alle nuvole”: la tragica vicenda degli ‘scemi di guerra’ nel nuovo romanzo di Emma Cremaschini
Letto e recensito da Chiara Massini per Brescia si legge
La guerra non è stata tremenda perché ha trasformato me, bensì perché mi ha mostrato cose che nessun uomo dovrebbe mai vedere, che nessun uomo dovrebbe mai creare.
“Aggrappati alle nuvole”, Emma Cremaschini
È l’autunno del 1918 e il piccolo Memo si sveglia nel cuore della notte a causa di un incubo: ha sognato che il padre faceva ritorno dalla guerra ma senza i tratti del volto, un particolare inquietante che mette in agitazione la madre e le fa provare quel senso di inquietudine tipico dei presagi. Il brutto sogno diventa purtroppo realtà, quando poche settimane dopo il padre scende da quel treno che lo sta riportando finalmente a casa con lo sguardo vacuo, la posa incurvata in avanti, il viso segnato da esperienze che nessuno può comprendere. Presto tutti si rendono conto che la guerra lo ha cambiato per sempre, distorcendo il suo delicato equilibrio interiore.
Inizia così la storia di “Aggrappati alle nuvole” (LuoghiInteriori, 2023), terzo romanzo della giovanissima scrittrice bresciana Emma Cremaschini, vincitore della XVI edizione del Premio Letterario “Città di Castello”. Un libro ancor più maturo e convincente dei precedenti, perché scava in maniera più profonda nella psiche dei personaggi, in particolare in quella di Vincenzo, eroe bresciano della Prima Guerra Mondiale, tornato psicologicamente devastato da quest’esperienza.
Raccontando come, le conseguenze della guerra, cambino la vita non solo di chi la guerra l’ha vissuta direttamente ma anche di chi gli sta intorno: la sua famiglia che non vedeva l’ora di riabbracciarlo e ora non sa più come avvicinarsi a lui e riconoscere in quella persona il proprio padre, marito e figlio.
Scemo di guerra
Sono un esempio perfetto di come sono ridotto, di come mi hanno ridotto e di come mi sono ridotto. Un mucchio di scarabocchi illeggibili fatti con la sinistra.
“Aggrappati alle nuvole”, Emma Cremaschini
Vincenzo è uno “scemo di guerra”, come vengono chiamati coloro che sono reduci dalla guerra di trincea e che portano sulle spalle e nell’animo il fardello di ciò che hanno visto e vissuto. Lui respira e cammina, ma nei suoi occhi non c’è più la vita; è un fantasma, un automa e la sua famiglia non sa come aiutarlo. La moglie Lucia e la figlia Laura cercano in ogni modo di riportare a galla l’uomo che è stato, ma i progressi sono minimi.
Un giorno entra in scena Edoardo, un giovane psichiatra, incaricato dal suo superiore di studiare gli “scemi di guerra” per scriverci un articolo e, chissà, forse trovare una cura. Venuto a conoscenza della storia di Vincenzo, decide di approcciarsi al suo caso passando prima dai racconti delle donne a lui più vicine e cercando così di ricostruire tutto il suo percorso. Ma l’aiuto più prezioso arriverà dal paziente stesso che da quando è tornato a casa ha cominciato ad annotare su un diario il suo stato d’animo. Un riflesso amaro di quell’uomo un tempo così amante della vita e dell’arte in ogni sua forma.
Il libro è un alternarsi di punti di vista, un puzzle spezzettato in tante tessere che restituiscono alla fine un quadro completo. C’è il racconto di Lucia, moglie innamorata che non perde mai la speranza di rivedere in Vincenzo l’uomo che ha sposato; c’è la versione della figlia Laura che ha bisogno di quel padre assente per troppo tempo e ora lui stesso così bisognoso di aiuto; ci sono le parole di Vincenzo, un uomo devastato che mette per iscritto tutta la sua indifferenza alle cose del mondo e che annota tutti i più piccoli dettagli dei giorni che passano; e c’è infine la versione di Edoardo che incontra quell’uomo a distanza di due anni dal suo ritorno e che deve riannodare i fili della storia per riuscire a spiegare e curare il disturbo post-traumatico dei reduci.
La profondità dei sentimenti
Le nuvole sono in accordo con il mio stato d’animo e non pretendono che io compia dei progressi. Me ne sto lì, aggrappato alle nuvole, sperando che mi trascinino con loro, fin dove finiscono, fin dove finisce il cielo. Chissà dove finisce il cielo…ma che importanza ha scoprirlo?
“Aggrappati alle nuvole”, Emma Cremaschini
L’autrice, nonostante la giovane età, è riuscita con delicatezza e precisione a descrivere il fenomeno complesso dello “shell shock”, shock da bombardamento o, come lo chiameremmo oggi, disturbo da stress post-traumatico, che colpì moltissimi soldati tornati dal fronte con gravi disturbi mentali. La storia, ambientata nelle campagne della Bassa Bresciana, restituisce un’altra faccia del conflitto, quella che tutti noi troppo spesso dimentichiamo. La guerra finisce ma le macerie che lascia dietro di sé non sono solo quelle visibili ad occhi nudo. Le conseguenze in chi resta spesso sono devastanti.
Emma Cremaschini anche in questo libro riscostruisce in maniera fedele uno spaccato di storia d’Italia, aggiungendo il suo ormai marchio di fabbrica, la profondità dei sentimenti che sono un motore e una cura per tutti i suoi personaggi.
Titolo: Aggrappati alle nuvole
Autrice: Emma Cremaschini
Editore: LuoghiInteriori, 2023
Genere: Romanzo storico
Pagine: 292
ISBN: 9788868644338
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