Da Zanardelli a Brescia capitale della cultura, una città complessa in bilico tra passato e futuro nella nuova edizione della ‘Storia di Brescia’ scritta da Corsini e Zane

In questo quadro se si eccettua l’amministrazione di Adriano Paroli (2008-2013), dopo che con Paolo Corsini (1998 – 2008) un ciclo di centrosinistra vede quasi un fisiologico esaurimento – dunque la propensione ad un ricambio, a sperimentare nuove soluzioni – la città mantiene la continuità di una tradizione amministrativa di governo alla quale sono riconducibili pressoché quasi tutte le scelte operate di modernizzazione urbana e di coesione del tessuto sociale: in sostanza sviluppo e progresso costituiscono un fattore di riconoscibilità e le ragioni del successo di Emilio Del Bono (2013 – 2023) e oggi di Laura Castelletti.

Nuova storia di Brescia (1861 – 2023). Politica, economia, società – P. Corsini e M. Zane – pgg. 12 e 13

Il voluminoso saggio che presentiamo riprende e completa, con l’illustrazione del periodo dal 1992 al 2023, un precedente volume edito nel 2014 presso la casa editrice Laterza, ad oggi esaurito ed introvabile.

“Nuova storia di Brescia (1861 – 2023). Politica, economia, società” (Scholé, 2023 – acquista qui) è l’esito di una ricerca condotta a quattro mani da due autori che non hanno sicuramente bisogno di alcuna presentazione. Paolo Corsini è stato consigliere comunale, sindaco tra il 1992 ed il 1994 e poi tra il 1998 ed il 2008, ed ancora deputato e senatore, e prima di tutto questo docente universitario e riconosciuto studioso. Marcello Zane, storico e giornalista, è noto per le sue molteplici ricerche, pubblicate con diverse case editrici, riguardanti la storia di Brescia e della sua provincia analizzata da punti di vista sempre diversi, dal profilo della storia economica e sociale a quello dell’evoluzione del design, senza tralasciare il tema dell’impatto ecologico delle trasformazioni intervenute nel tempo.

Il testo analizza il periodo considerato dividendolo in quattro fasi: la prima parte racconta la storia di Brescia post-unitaria e zanardelliana (1861-1915); la seconda riguarda il periodo successivo alla prima guerra mondiale ed a quello fascista (1915-1945); la terza illustra la città repubblicana (1945-1992) ed, infine, l’ultima attiene al periodo a noi contemporaneo (1992-2023).

Ogni periodo considerato è studiato sotto i diversi profili politici, economici e sociali che l’hanno contraddistinto, e dalle pagine emergono i moltissimi personaggi che hanno reso celebre la città, di caratura nazionale e non solo. Tra i molti, ricordiamo Giuseppe Zanardelli, primo ministro, ministro di grazia e giustizia e padre del codice penale che porta il suo nome (in cui è sancito il diritto di sciopero, l’eguale tutela di tutte le religioni e che – primo in Europa – abolisce la pena di morte); Giovan Battista Montini, eletto al soglio pontificio con il nome di Paolo VI; Giuseppe Tovini, educatore, consigliere provinciale e comunale, creatore di molteplici istituti bancari ed ispiratore di innumerevoli iniziative ed istituzioni (tra cui l’asilo d’infanzia San Giuseppe in Via Moretto); i moltissimi industriali – a volte provenienti dall’estero – che hanno partecipato alla costruzione dell’anima e dell’architettura della città, come Giulio Togni, le famiglie Wuhrer, Tempini, Petitpierre, Martin e Lucchini e molti altri ancora, che qui non è possibile riportare ma che, coralmente, hanno contribuito alla realizzazione di un progetto di città eletta a modello di coesione sociale e pacifica coabitazione.

La storia politica della città, così com’è illustrata nel libro, non è più una materia per pochi cultori ma è viva e innerva tutto il racconto: se nei primi anni del Novecento ricorrono i nomi della nobiltà e dell’alta borghesia locale (come i Lechi, gli Avogadro, i Maggi, i Bettoni Cazzago) successivamente il quadro si modifica, con l’intervento di esponenti di diversi ceti sociali ma, purtroppo, con una sempre modesta rappresentanza femminile. Ad esempio, a pag. 268 e 269 del volume sono riportati 55 nominativi di persone di sesso maschile appartenenti al PCI e che rivestono cariche pubbliche di varia tipologia, a fronte di solo 11 donne.

La città, per via di una definizione tranchante di Romano Prodi, è stata a lungo conosciuta come “ricca ed ignorante”. Il libro e la storia svelano una realtà affatto diversa: da un’economia inizialmente basata sull’agricoltura e su piccoli opifici, ecco che nascono le grandi fabbriche dai cui centri di ricerca e sviluppo usciranno invenzioni e nuovi brevetti di portata mondiale.

Nel 1946 Francesco Lonati avvia sempre a Rezzato – negli spazi della cascina Razzica – una piccola azienda, il nucleo storico di quello che diventerà un grande gruppo meccano-tessile di livello mondiale. Il comparto acquista nel breve volgere di alcuni anni un ruolo preminente. Brescia ne è ancora oggi indiscussa leader. Emulazione e continuo ammodernamento costituiscono passepartout per alcuni tecnici che, come Santoni o Lonati e altri, intorno a un brevetto geniale costruiscono successi da primato, coniugando esperienza, creatività e fantasia maturate in piccole officine.

Nuova storia di Brescia (1861 – 2023). Politica, economia, società – P. Corsini e M. Zane – pag. 323

Città ignorante? Ma nemmeno per sogno: le case editrici sono numerose, i giornali quotidiani e le riviste altrettanto, viene fondata la compagnia teatrale della “Loggetta” che ha conosciuto la direzione di persone dalla caratura di Massimo Castri e Renato Borsoni, le associazioni culturali e sociali non si contano. L’Università, inizialmente ramo di altri Atenei, presto diviene autonoma ma questa è una caratteristica dell’anima cittadina, che si manifesta frequentemente anche in altri campi. Brescia ha i suoi istituti di credito, la sua Azienda dei Servizi Municipalizzati, è tra le prime a dotarsi dell’innovativo sistema di teleriscaldamento con il termovalorizzatore in cui vengono combusti i rifiuti.

Non è da meno l’ambito teatrale. Piazza del Foro ospita nel giugno del 1957 – col Capitolium a fungere da affascinante quinta per un pubblico straboccante – tre repliche dell’Oreste di Alfieri interpretato da Vittorio Gassman, mentre nell’ottobre del 1960 nasce – su impulso di Mina Mezzadri e di Renato Borsoni – la compagnia Teatro della Loggetta, un’esperienza di avanguardia che qualifica le stagioni cittadine e nazionali.

Nuova storia di Brescia (1861 – 2023). Politica, economia, società – P. Corsini e M. Zane – pag. 353

Il testo, senza tralasciare i problemi che presenta la gestione di una città vivace ed in perenne trasformazione (tra i quali non si può non ricordare il tema dell’inquinamento, lascito di economie industriali avulse da rigidi controlli), si chiude con il capitolo dedicato alla celebrazione dell’evento “Bergamo – Brescia Capitale italiana della cultura 2023”, laddove le due città si sono impegnate a sovvertire il luogo comune che le fa percepire come territori prevalentemente manifatturieri, operosi, capaci di raggiungere invidiabili primati ma tutto sommato ancora periferici, provinciali e poco significativi sotto il profilo culturale. Obiettivamente, la scommessa è stata vinta.

Il volume è corredato da un’ampia ed accurata bibliografia e da un indice dei nomi, che aiutano il lettore curioso a rintracciare le notizie che più gli interessano.


Titolo: Nuova storia di Brescia (1861 – 2023). Politica, economia, società
Autore: Paolo Corsini e Marcello Zane
Editore: Scholé, 2023

Genere: Saggio
Pagine: 656
ISBN: 978-88-284-0498-9

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