“Fantasia”: il quotidiano esplorato in ogni sfaccettatura nella nuova raccolta dello psicologo-poeta bresciano Mauro Molinaro
Recensione di Francesco Buffoli per Brescia si legge
Poeta e psicologo classe 1987, Mauro Molinaro è uno degli autori più originali e interessanti dell’odierno panorama bresciano. Dopo il ben riuscito esordio di “Chile” (Edizioni Terra Marique, 2016), ritorna con una nuova e singolare raccolta poetica dal titolo “Fantasia”, edita dalla marchigiana Italic Pequod (2022 – acquista qui).
La poesia di Molinaro trasfigura la dimensione della quotidianità, anche nei suoi aspetti più triti e banali, inquadrandola sotto una luce diversa. Ciò è possibile grazie alla meticolosa scelta delle parole e della prospettiva, nel contesto di una poesia diaristica capace di costruire immagini dalla qualità fotografica.
Istantanee dalla quotidianità
Non è semplice definire lo stile di Molinaro, tutto orientato all’analisi e a una (a volte spietata) autoanalisi; è uno stile secco ed essenziale il suo, di una purezza linguistica degna di nota, capace di alternare aperture classiche (si nota una certa ricercatezza retorica e stilistica) a un’andatura più irregolare, spezzata, vicina all’estetica della poesia post-moderna e contemporanea.
Qualche decennio fa, in America si è imposto il cosiddetto diary cinema, che ha visto nel grande regista di origini lituane Jonas Mekas il suo più autorevole esponente: un cinema, questo, che consisteva nella raccolta di immagini quotidiane (pare che Mekas trascorresse le sue giornate con una telecamera in mano), che si traducevano in ore o addirittura giorni di riprese e sulle quali l’autore eseguiva ex post, in fase di produzione, un certosino lavoro di sistemazione, scrematura e perfezionamento.
Con la sua poesia, Molinaro porta a termine un’operazione piuttosto simile: esplora il quotidiano in ogni possibile sfaccettatura, indagando anche e soprattutto le situazioni che sulla carta nulla avrebbero di poetico, nelle quali lui intravede tuttavia una scintilla, qualcosa di ultraterreno, una visione.
Un poeta capace di scovare la bellezza dove sembra non essercene
Il componimento “Pollame”, con la sua quartina, è quasi l’epitome dell’essenzialità cristallina di Molinaro:
Sorpasso: la schiera di pollame
dietro grate nudo, accovacciato.
Lanciata in corsa la sigaretta
e nessuna piuma da incendiare.
Mauro Molinaro, “Pollame”, da “Fantasia”
Le poesie di Molinaro sono istantanee che – letteralmente – prendono fuoco. L’autore non dà risposte né propone soluzioni, ma disegna con precisione chirurgica la sua visione del mondo e la sua interpretazione delle cose, che a volte, pur nella loro semplicità, restano aperte a molteplici interpretazioni (“Superandolo mi chiedo chi ci dorma dentro”, dice l’autore riferendosi a un Tir parcheggiato ai margini della strada).
L’apogeo della raccolta e forse dell’intero stile – un minimalismo asciuttissimo eppure sofisticato – di Molinaro si trova nella poesia che dà il titolo alla raccolta, “Fantasia”, un testo che trasuda umanità (la professione dell’autore, psicologo, non mente: il suo interesse è tutto rivolto alla persona) e che tocca corde profondissime senza sforzo, esattamente come “Elephant Girl”, che nel titolo omaggia David Lynch e che spiazza il lettore dimostrando ancora una volta come l’autore sappia vedere la poesia – quindi qualcosa di straordinario, che trascende il quotidiano, il “grande rifiuto” di Marcuse – dentro qualcosa che dovrebbe esserne la negazione.
Se alcuni testi sono soffusi di un’ironia amara che diventa un soffio gelido (“Alienazione”, “Ridi”), altrove Molinaro riscopre, in un’intimità ricercata e ottenuta a fatica, il significato più alto dell’esistenza. Infine, la splendida, conclusiva “Giulia” (dedicata alla figlia in arrivo) regala una luce tenera che strappa un sorriso.
Titolo: Fantasia
Autore: Marco Molinaro
Editore: Italc Pequod, 2022
Genere: Poesia
Pagine: 41
ISBN: 9788869742873
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