Quando sono gli altri a vederci per ciò che siamo. “Condominio Futura” è il nuovo libro di racconti firmato Carlo Simoni

Recensione di Francesca Scotti per Brescia si legge

Proprio vero che non si sa cosa succede dietro tutte ‘ste porte che ci sono per le scale. E io che avevo sempre pensato che negli appartamenti succedono in tutti le stesse cose, le cose che si fanno in casa tutti i giorni. Niente di speciale. Niente di strano.

Carlo Simoni, “Condominio Futura”, p. 107

21 racconti brevi che equivalgono ad altrettante disincantate rappresentazioni della vita di gente comune. 21 istantanee colorate da dialoghi e riflessioni, composte con un linguaggio asciutto e vicino alla parlata colloquiale. 21 storie raccontate da un unico narratore che, lasciandosi ispirare dalle vite di chi abita nel suo stesso condominio, arriva a snocciolare dissertazioni sull’esistere, sul tempo, sulle relazioni. “Condominio Futura”, pubblicato nel 2022 da LiberEdizioni in collaborazione con il progetto letterario Secondorizzonte, è il nuovo libro del prolifico e apprezzato saggista e narratore bresciano Carlo Simoni con protagonista Alfredo, immaginario pensionato flâneur già comparso nei precedenti racconti di “Sentieri in città”.

Mentre porta a spasso il cane o butta la spazzatura, dopo un aperitivo con la moglie Lucia o un’ispezione in cantina, Alfredo s’imbatte nelle esistenze degli altri inquilini del condominio Futura e di racconto in racconto rimane coinvolto in esperienze inaspettate che suscitano in lui pensieri ed epifanie, mentre cerca di mantenersi in equilibrio fra il capire la vita nelle sue molteplici manifestazioni e la necessità di viverla.

L’ultima opera di Simoni è in tutto e per tutto un testo di “narrativa condominiale” in cui l’odierna società è emblematizzata da una palazzina a molti piani che mescola storie, solitudini, classi sociali, culture e punti di vista. Attraverso le micro-narrazioni di Alfredo, le vite degli inquilini si intersecano, si specchiano e dialogano, presentandosi ai lettori rielaborate dalle mente curiosa di un narratore schietto e ironico, a ogni modo partecipe delle vicende umane che lo toccano e trasformano.

Fra solitari, amori difficili e scrittori anonimi

Vedove, pensionati e solitari, amanti platonici che si danno appuntamento al balcone, coppie mal assortite, intagliatori di legno e bambini timidi che fanno sentire la propria voce con disegni lasciati cadere per la tromba delle scale. È solo un assaggio del campionario esistenziale del condominio Futura, immaginaria palazzina implicitamente ambientata a Brescia e in parte ispirata a una delle passate residenze dell’autore. Il Futura è lo stadio degli incontri di Alfredo, delle sue conversazioni e delle sue impressioni. È il teatro della vita, con le sue normalità e atrofie, con le sue ammaccature e la sua ripetitività.

Fra gli inquilini, c’è anche una famiglia che ha ormai la casa stipata di libri e che, per recuperare spazio, decide di riallocare i molti tomi in una biblioteca condominiale da allestire nell’atrio di ingresso. Nasce così la «condoteca» del condominio Futura, dove non tardano a comparire storie inedite dalla penna di qualcuno che preferisce mantenersi nell’anonimato. Un espediente, quest’ultimo, che genera una narrazione nella narrazione, in un gioco di specchi che coinvolge la vita vissuta, la vita immaginata e quella scritta. Immergendosi negli scritti anonimi, Alfredo ragiona sulla sostanza della vita di coppia e sulle dinamiche dei legami interpersonali che animano il condominio. Cerca inoltre ovviamente di scoprire quale degli inquilini o delle inquiline si nasconda fra le righe di tali scritti e, nel dipanare il mistero, viene aiutato da un professore, suo amico e privilegiato interlocutore.

«Sono gli altri a vederci per quel che siamo»

Ma del resto è così che succede, stava continuando il professore: sono gli altri a vederci per quel che siamo, nel bene come nel male, sono gli altri a leggere nelle nostre fisionomie, nei nostri gesti la storia che abbiamo vissuto, la vita che davvero facciamo, non quella che ci raccontiamo, e dunque chi siamo davvero nella sostanza.

Carlo Simoni, “Condominio Futura”, p. 168

Alfredo arriva a conoscersi veramente solo quando sono altri a raccontare di lui, ovvero quando ritrova la sua persona e la sua vita negli scritti anonimi della condoteca. Prima di ciò, fatica a riconoscersi nei giorni incasellati gli uni negli altri, apparentemente uguali e invece dotati ognuno di una propria unicità. Ci troviamo di fronte a un personaggio che impara a leggersi guardandosi con occhi altrui, ma anche all’escamotage letterario di un autore che ragiona sull’atto stesso dello scrivere, sulla capacità di una simile arte di mettere a nudo la vita e al contempo di vestirla realmente, con verità essenziali che il più delle volte, presi dal viluppo dell’esistenza, non riusciamo a cogliere.

I quadri dipinti da Alfredo in “Condominio Futura” non nascono dall’osservare per il puro piacere di estraniarsi da sé curiosando morbosamente nelle manie dei propri simili, ma piuttosto dallo scoprire la vita nel suo farsi, di attimo in attimo, attraverso le colluttazioni e gli incroci con quelle degli altri, che si attuano con conversazioni fluttuanti fra un piano e l’altro, bisticci, incomprensioni e illuminazioni ricavate da letture inattese.


Titolo: Condominio Futura
AutoreCarlo Simoni
EditoreLiberEdizioni, 2022

Genere: Racconti
Pagine: 211
Isbn: 9791280248728

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Francesca Scotti

Classe 1991. Cresciuta in Franciacorta, vive a Brescia, sua città natale. Ha studiato letteratura inglese e tedesca, laureandosi con una tesi sui rapporti fra la cultura tedesca e il nazionalsocialismo. Legge e scrive per vivere. È autrice della silloge di racconti “La memoria della cenere” (Morellini, 2016) e dei romanzi “Figli della Lupa” (Edikit, 2018), “Vento porpora” (Edikit, 2020) e "La fedeltà dell'edera" (Edikit, 2022). Anima rock alla perenne ricerca di storie della resistenza bresciana, si trova maggiormente a suo agio tra le parole dei libri e sui sentieri di montagna.

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