‘Brescia si racconta’: l’antologia curata da Brescia si legge è disponibile!

Venti racconti potenti e sorprendenti, selezionati tra i quasi duecento iscritti alla prima edizione del concorso “Brescia si racconta”, per altrettanti punti di vista inediti sulla nostra provincia. Tra confessioni intime che aprono squarci imprevisti e sguardi nuovi sui grandi traumi collettivi, tra visioni oniriche e frammenti di vite che oscillano tra la cronaca e la leggenda, venti storie a chilometro zero, vive e ruspanti, che usano il potere della letteratura per andare oltre gli stereotipi e per raccontare la nostra provincia e la comunità che la abita.
La prima antologia curata da Brescia si legge, edita da GAM Editore, è finalmente disponibile! Contiene venti storie, selezionate tra quasi duecento partecipanti da due autorevoli giurie di qualità, che offrono sguardi inediti sulla provincia di Brescia. Questi gli autori coinvolti: Fabio Ballini, Maddalena Bazzani, Marta Bonisoli, Sveva Castrocaro, Maria Cerutti, Manuela Corsino, Ombretta Costanzo, Domenico Di Natale, Silvia Faini, Emanuele Galesi, Matteo Gilberti, Roberto Gregorio, Alessia Maghella, Daniela Martinotti, Stefano Morzenti, Stefano Novara, Michele Piccardi, Marcello Rizza, Giovanni Francesco Scalvini, Sara Tomasoni.
Puoi acquistare l’antologia “Brescia si racconta” (GAM, 2025) presso la tua libreria di fiducia (ISBN 9791281717374) o sul sito dell’editore. Alcuni dei racconti saranno inoltre pubblicati, ogni ultimo venerdì del mese, in una sezione dedicata del nostro sito.
Pubblichiamo di seguito l’introduzione.
Brescia si racconta
Introduzione
Fin dall’alba dei tempi, a ogni latitudine e in ogni contesto, le donne e gli uomini hanno creato storie.
Lo hanno fatto per dare un senso al mondo circostante, o per fissare dei momenti cruciali, delle epifanie, dei punti di vista. Lo hanno fatto per affrontare i tabù, le paure, i desideri, o per provare a smuovere lo sguardo di chi gli stava intorno. Lo hanno fatto per evadere, per fuggire, o per dar sfogo ai loro mondi interiori.
Lo hanno fatto, e fortunatamente lo fanno anche nella Brescia di oggi.
E meno male!
Ogni storia che vede la luce, infatti, è un’espressione individuale, privata e irripetibile di chi l’ha prodotta, ma non solo.
Ogni storia che viene al mondo è anche figlia della comunità che ha contribuito a plasmarla, che ha dato all’autrice o all’autore l’innesco, il materiale e lo sfondo. Che ha lucidato le pietre su cui quella storia ha camminato, che ha visto le stesse cose e che gli ha attribuito un significato, che ha respirato la stessa aria di chi quella storia l’ha colta. Lasciandovi un alito, un retrogusto, un alone, che difficilmente può essere tolto.
È questo il motivo per cui ogni storia deve stare a cuore soprattutto alla comunità che la “produce”.
Certo, le storie che funzionano non hanno confini e arricchiscono chiunque le ascolti, a qualsiasi latitudine e in qualsiasi tempo; perché – in fondo – ogni storia non fa altro che indagare una tra le tante sfaccettature di un’unica condizione, quella umana. E le storie sono anche una risorsa preziosa che aiuta a esplorare e creare ponti con l’oltre e con l’altrove.
Ma le “storie a chilometro zero” hanno se possibile un valore in più: ci possono aiutare a capire qualcosa della comunità che esse raccontano, che è anche la nostra. Aiutandoci così a sentire e a vivere più pienamente il mondo che ci circonda: a essere un po’ più cittadini, e un po’ meno ospiti.
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Per quale motivo, altrimenti, dovremmo interessarci alle storie che compongono questa antologia di provincia?
D’altronde è innegabile: siamo già sopraffatti dalle storie. Vi siamo immersi continuamente, siamo perennemente sotto attacco, siamo saturi e travolti. Il grande supermercato delle storie, o meglio dei contenuti, ha sempre gli scaffali pieni, lucidi, strabordanti, lussureggianti. Cataloghi illimitati, playlist tendenti all’infinito, librerie di contenuti nate per lo scrolling continuo aperte h24 e governate da algoritmi onniscienti e sempre più performanti.
Eppure capita ancora, talvolta, che tutto questo consumare merce perfetta non ci lasci completamente soddisfatti. Forse proprio perché tutti questi contenuti ben confezionati, tutti quei discorsi promozionali e manieristi, hanno un non so che di artificiale e di cartonato. Un po’ come quei pomodori perfetti che si trovano in inverno sui banchi dei supermercati e che non hanno letteralmente mai né visto né toccato la terra.
Dev’essere per questo che capita di passare le ore e infine di perdersi, tra questi infiniti scaffali di contenuti, senza mai riuscire a trovare ciò che si cercava veramente.
Quel sapore antico che ci riconduce all’infanzia. Quell’odore imperfetto che ci riporta a un episodio vissuto veramente. Il vero motivo per cui quella pietra che ci ha sempre attratto ha quella particolare fessura e non un’altra. La mappa per il tesoro che si trova nascosto nell’isolato accanto al nostro. Le ragioni per cui qualcuno ci ha trattato in quel modo tremendo. Il destino vero di chi ha affrontato quella nostra stessa sliding door in maniera diversa.
Forse tutti i contenuti preconfezionati che ci vengono proposti quotidianamente, tutto quel rumore di fondo prodotto in serie da qualche factory creativa situata in un punto qualsiasi dell’universo, non sono sufficienti.
Perché tutti noi abbiamo anche bisogno, almeno ogni tanto, di punti vista schietti e ruspanti, che ci sanno parlare direttamente e in cui possiamo riconoscere qualcosa che abbiamo davanti tutti i giorni incluso noi stessi. Storie nostrane raccontate dal nostro punto di vista, inquadrature in controcampo ma riprese alla nostra stessa altezza, fotografie scattate in controluce ma che hanno al centro qualcosa che ci riguarda e che non era mai stato raccontato in precedenza. Discorsi non interessati, di prossimità ma poco domestici, magari imperfetti ma capaci di mettere in luce le crepe, i chiaroscuri, le smagliature che ci troviamo davanti tutti i giorni e che rendono vera la realtà in cui stiamo vivendo.
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Quella che hai tra le mani è la prima antologia realizzata dall’Associazione culturale Brescia si legge con i migliori racconti, fino a oggi inediti, che hanno partecipato al concorso “Brescia si racconta”.
Promosso da Brescia si legge in collaborazione con la Rete Bibliotecaria Bresciana e con il Sistema Bibliotecario Urbano, il concorso gratuito ha proposto ai partecipanti un’unica regola sostanziale: scrivere racconti ambientati implicitamente o esplicitamente nella provincia di Brescia.
L’obiettivo di questa scelta è stato duplice. Da un lato, non abbiamo voluto mettere vincoli di genere o di tema lasciando alle autrici e agli autori la massima libertà espressiva e la facoltà di sorprendere le lettrici e i lettori alternando punti di vista e modi di raccontare il territorio diversi. Dall’altro, abbiamo però voluto mantenere il focus sulla nostra provincia in ossequio al principio, che anima l’associazione fin dall’inizio, per cui la letteratura può e deve essere anche uno strumento votato al racconto e alla “lettura” di ciò che ci circonda.
Il riscontro è stato ottimo. Di racconti ne sono arrivati ben centottanta, che dodici giurati (Andrea Franzoni, Candida Bertoli, Chiara Massini, Francesca Cocchi, Federica Zaccaria e Rachele Manzaro per la prima giuria interna all’associazione, e Beatrice Faedi, Cristiana Negroni, Daniela Mena, Filippo Ronca, Stefano Malosso e Valentina Trentin per la seconda giuria esterna a Brescia si legge) hanno valutato arrivando dopo una lunga scrematura in più fasi, e dopo sei mesi di appassionato lavoro culturale volontario, a selezionarne i venti più convincenti.
Grazie a GAM Editore, che ha riconosciuto il valore delle storie ed è stato disposto a scommettere sulla loro qualità e sul progetto senza chiedere nulla in cambio, queste storie sono infine riuscite a fare il loro ingresso nel mondo tramite questa strana antologia che stai per leggere.
Tra le pagine che compongono questa opera collettiva non troverai folklore, nostalgia, cartoline o spirito autocelebrativo fine a sé stessi, ma storie vive, disturbanti, dirompenti, ricche – a voler vedere – più di ombre che di luci e che per questo fanno riflettere.
Storie tra loro completamente diverse che rimandano al passato e alle “radici”, ma anche storie che prospettano futuri disturbanti. Confessioni intime che aprono squarci, ma anche sguardi nuovi su grandi traumi collettivi che hanno fatto la Storia. Visioni oniriche, manifestazioni varie del genius loci e storie vere di vita vissuta raccontate col piglio che avevano i nostri avi quando, riuniti la sera nella stalla, ascoltavano e creavano storie impastando la materia di cui sono fatte le leggende.
In tutti i casi, comunque, racconti a chilometro zero che sono il “prodotto della nostra terra”: tutta roba biologica, estratta e impaginata senza l’uso antibiotici, anabolizzanti o algoritmi.
Speriamo che quello che stai per leggere possa essere di tuo gradimento, o che almeno possa contribuire a cambiare la lente attraverso cui guardi ciò che ti circonda.
In ogni caso grazie per la fiducia a te, cara lettrice o caro lettore, e a chiunque – in una provincia in cui occuparsi di certe cose sembra quasi fuori luogo – si ostina a concedere alla letteratura e alle storie a chilometro zero il beneficio del dubbio, o almeno una porta aperta.
Andrea Franzoni (presidente Brescia si legge Aps)
Puoi acquistare l’antologia “Brescia si racconta” (GAM, 2025) presso la tua libreria di fiducia o sul sito dell’editore