Streghe, fantasmi e luoghi misteriosi in Valle Camonica nell’esordio letterario di Sara Brizzi

Recensione di Silvia Lorenzini per Brescia si legge

Carlotta saliva sull’Altopiano del Sole alle pendici dei monti San Fermo, Pizzo Camino e Concarena, solo d’estate. Il resto dell’anno andava a scuola e lo trascorreva a valle con sua madre Lara e suo padre Giulio. Ogni estate, a giugno, felice come una Pasqua, arrivava a Croce di Salven, una piccola località turistica del Comune di Borno, che Carlotta collegava nella sua mente al pane buono e all’aria pulita. Poco più avanti, poco prima dell’abitato di Paline, piccola frazione senza tempo del Comune di Borno, c’era una stradina che si inerpicava in mezzo ai boschi fino a Prave, piccolo ed affascinante insediamento montano che faceva parte della frazione di Mazzunno del Comune di Angolo Terme. Lungo questa stradina, sorgeva la casa di montagna della famiglia di Carlotta. Non importava quante novità accadessero nella vita di Carlotta durante ogni inverno. Ogni estate quei luoghi erano sempre uguali ed era quella la loro caratteristica più affascinante: lì il tempo sembrava essersi fermato.

Sara Brizzi, “Carlotta. Streghe, fantasmi e luoghi misteriosi in Valle Camonica”

La Valle Camonica, per tradizione, è un luogo di streghe. Così almeno ci testimoniano i racconti del folklore locale che evocano antiche vicende di maghi e streghe ambientate in grotte, cime, boschi e in mille altri luoghi capaci di suggestionare l’immaginazione popolare. Ed è proprio a questo retroterra storico-culturale che si ispira il romanzo della camuna Sara Brizzi, che nella sua prima opera “Carlotta. Streghe, fantasmi e luoghi misteriosi in Valle Camonica” (GAM, 2022 – acquista qui) costruisce una narrazione ricca di eventi, personaggi e fantasia in cui stregoneria e magia sono le vere protagoniste. 

La vicenda si svolge interamente in Valle Camonica, per la precisione sull’Altopiano del Sole, nei borghi e nei boschi di Prave, nella frazione di Mazzunno di Angolo Terme, negli abitati di Croce di Salven e Paline di Borno e a Piancogno, tutti luoghi che l’autrice ben conosce in quanto legati alla propria infanzia. Qui si muove la folla di personaggi del romanzo fra i quali Carlotta, la bambina che dà il titolo all’opera, è solo nominalmente il principale. La vicenda si svolge su diversi piani temporali, seguendo le fila di diverse storie, tutte intrecciate tra loro, come il lettore scoprirà progressivamente. 

Incantesimi, profezie e folklore

Delle donne-streghe dell’Altopiano del Sole, la Brizzi fornisce addirittura una genealogia, in una delle pagine di apertura del romanzo. Esse scoprono tutte poco a poco la magia della loro virtù femminile, in un crescendo di indizi che le porta a comprendere che anche loro, a loro modo, sono speciali e inconsapevolmente streghe per via dei doni eccezionali di cui dispongono: usare la voce per fare del bene agli altri, curare con le mani le ferite, udire suoni che altri non riescono a percepire, sognare avvenimenti che si realizzeranno nel futuro. 

Il racconto non si fa mancare nulla dell’universo fantastico: una maledizione legata a dei capelli stregati, profezie di sciamani, fantasmi che volano avanti e indietro fra case, monti e valli, osservando di nascosto la vita di chi è rimasto, visioni, luoghi tenebrosi, cimiteri. Tant’è che la storia riesce a giungere a compimento solo nella notte del 31 ottobre, la notte magica degli spiriti dei morti, in cui passato e presente riescono finalmente a ricongiungersi per portare alle anime in cerca di riposo di Simona e dei suoi figli la sospirata pace. 

Da un lato vi sono gli avvenimenti dell’anno 1494: Simona, giovane madre di Anna e Enzo, da sempre viene guardata con diffidenza dagli abitanti del villaggio di Prave sia perché non originaria del posto, sia perché dotata di una bellezza singolare, e quindi sospetta. La siccità, la morte improvvisa di un bambino, l’esasperazione per una vita di stenti inducono la rabbia e la superstizione popolare a credere che Simona sia una strega, a catturarla e a metterla al rogo. Ma nel momento del supplizio della ragazza, la neve sui monti frana a valle e una tempesta si abbatte sul paese, provocando la morte della maggior parte degli abitanti e la creazione di un piccolo lago che prima non esisteva. 

Accanto alla storia di Simona si sviluppa, ben cinquecento anni dopo, ossia nel 1994, quella di Carlotta che, negli stessi luoghi, trascorre un’estate che segnerà la sua vita: poco alla volta Carlotta scopre di riuscire a interagire con lo spirito di Simona, rimasto intrappolato nel mondo dei vivi per ragioni misteriose e si trova man mano investita del compito di chiudere l’incantesimo e ricongiungere Simona ai suoi figli. 

Ogni capitolo sviluppa un momento differente di vicende solo apparentemente distanti, in un continuo svolgere e riavvolgere il filo del tempo. Le vicende di Carlotta si intrecciano con quelle di Lorenzo, un misterioso bambino che abita nel bosco, ma anche con quelle donne che prima di lei hanno vissuto lì, fra cui Margherita, Rita, Teresa, Domenica, Anna. Il romanzo è infatti anche un libro assai intimo, per le sue domestiche atmosfere da interni, con le minute vicende di madri, di mogli, di figlie di cui sono raccontati drammi ed emozioni. 

Tra storia, fantasia e vita vissuta

Lo stretto legame tra la Valle Camonica e le vicende che hanno per protagoniste le streghe è testimoniato, purtroppo, anche dai documenti dei primi anni del Cinquecento. Nella valle si verificò infatti uno dei più feroci episodi di caccia alle streghe avvenuti in Italia. La persecuzione delle donne, e di alcuni uomini, accusati di stregoneria avvenne qui in due riprese: nel 1510 e negli anni 1518-21. Le accuse erano varie e rispecchiavano la situazione di un’area in cui la cristianizzazione era stata tarda e superficiale e dove le credenze locali erano sopravvissute in riti e superstizioni che non erano mai stati completamente eradicati: si parlava di malefici volti a provocare la morte di esseri umani e bestiame, sortilegi che provocavano la siccità e la sterilità dei campi, atti sacrileghi, incontri col demonio, soprattutto sul monte Tonale. Decine furono le persone processate, trovate colpevoli e arse vive: si stima che nel 1518, solo nei mesi tra giugno e luglio, furono condotte al rogo tra le 62 e le 80 streghe. 

Traendo ispirazione da un simile retroterra storico, Sara Brizzi ha creato un libro personale in cui molti degli episodi narrati sono ispirati a vicende della famiglia dell’autrice, liberamente rielaborati e adattati alla specificità della trama. E indiscutibilmente questo risulta essere uno dei tratti caratterizzanti del romanzo: l’evidente volontà di raccogliere tante piccole grandi storie di affetti e di vicissitudini, in una narrazione che oscilla fra il fantasy e il libro di memorie. Pagina dopo pagina, costante emerge lo sforzo dell’autrice di stabilire una linea di continuità fra ciò che era e ciò che resta: la terra natale, raccontata con toni da cui trapela l’evidente attaccamento della Brizzi, viene vissuta soprattutto come terra dei propri cari, i luoghi raccontati non sono presentati semplicemente come paesaggi ora naturali o ora umanizzati, ma come pagine di un libro in cui ritrovare un frammento di un percorso individuale e collettivo. 


Titolo: Carlotta. Streghe, fantasmi e luoghi misteriosi in Valle Camonica
Autrice: Sara Brizzi
Editore: Gam, 2022

Genere: Fantasy
Pagine: 319
ISBN: 9788831484657

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Silvia Lorenzini

Bresciana, laureata in Lettere Classiche presso l'Università di Pavia. Ha trascorso anni a girovagare fra la Germania e l'Inghilterra per ragioni di studio, di lavoro e di amore. Dal 2005 insegna Italiano e Latino in uno dei licei cittadini. Appassionata di storia locale, adora la montagna, la musica, i libri e non saprebbe vivere se le mancasse anche solo una di queste tre cose.

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