Tra armi e cavalieri, Montichiari medioevale protagonista del “libro pittorico” di Pierluigi Garzetti

Particolare del dipinto realizzato da Pierluigi Garzetti

Recensione di Piero Galli per Brescia si legge

La battaglia di San Giorgio… un titolo che suona bene ma che nessuno conosce… […] Di questa battaglia non c’erano ancora tracce pittoriche e quasi inesistenti sono le descrizioni analitiche degli storici che possono guidarci nella lettura chiara dello svolgimento dei fatti

“La battaglia di San Giorgio a Montechiaro”, Pierluigi Garzetti

Può un saggio storico nascere dalla committenza di un dipinto a tema storico? Pierluigi Garzetti, pittore nato e cresciuto nella cascina Colombera Mazzoldi di Montichiari, lo dimostra con il libro “La battaglia di San Giorgio a Montechiaro” (Youcanprint, 2022 – acquista qui). Un volume scritto in seguito alla richiesta, da parte della Fondazione Zanetto, di illustrare con un’opera pittorica lo scontro che ebbe luogo nell’odierna Montichiari nell’ottobre del 1420, mai rappresentata prima.

Dimostrando grande passione e anche talento, Garzetti si è trovato così a vestire i duplici panni del pittore e del ricercatore / scrittore di storia, interpretando anche questo secondo ruolo in modo alquanto meticoloso e facendo sfoggio di uno spiccato senso critico e un’attenzione ai dettagli assolutamente non banale.

L’operazione dell’autore è quindi un interessante doppio atto culturale: la realizzazione di un grande dipinto, dove cavalieri e fanti, armi e stendardi, sono filologicamente ricostruiti e raffigurati (visibile oggi presso la Fondazione Zanetto) e questo libro, particolarmente consigliato agli appassionati di Medioevo, battaglie e storia locale.

Un evento bellico che proietta Brescia verso la dominazione veneta

Ad esser pignoli, o meno superficiali, lo scontro sul confine tra Montichiari e Carpenedolo di quell’ 8 ottobre 1420 è stato il perno cruciale di un passaggio epocale, che porterà Brescia e la sua provincia nelle mani della Serenissima, verso il pieno Rinascimento. Quindi non un fatto di poco conto, ma un episodio storico da recuperare, rivalutare quanto merita e tramandare ai posteri.

Si parla di almeno 6.150 morti nello scontro tra i due contendenti, quando il paese intero contava circa 3.000 anime. Da un lato, le truppe malatestiane di Ludovico Migliorati giunte in soccorso di Pandolfo III Malatesta, signore di Brescia, già da un paio d’anni sotto assedio; dall’altro, i viscontei di Filippo Maria, capitanati da Francesco Bussone, detto il Conte di Carmagnola, voracemente impegnati a recuperare un territorio perduto da quasi vent’anni. La battaglia narrata è stata quella decisiva, che ha chiuso l’epoca aurea dei Malatesta a Brescia, per aprire la parentesi viscontea (un breve ritorno) nella quale il Carmagnola, cambiando casacca, porterà il nostro territorio nell’orbita di Venezia. Un cambio, quello da Milano a Venezia, forse non troppo convincente, che costerà al Carmagnola la decapitazione, come il Manzoni ci ha raccontato…

Garzetti apre curiosamente il primo capitolo con una parabola ampia sulle origini dei popoli europei e italici, 40.000 anni fa, passando con rapidi accenni attraverso Etruschi, Galli, Romani e Longobardi, fino alle vicende del Barbarossa e quindi ai Visconti. L’excursus, rapido, viene poi riproposto nella forma locale, per quanto riguarda i due paesi confinanti: Carpenedolo e Montichiari, dalla Preistoria ai Visconti.

Vale la pena sottolineare una singolare curiosità, che viene descritta a pag. 14 come segue:

Tombe celtiche vennero trovate ancora ai Carneri e una in particolare sul monte di S. Zeno contenente lo scheletro di un guerriero gigantesco con tanto di elmo, corazza ed anche una collana di ambra al collo.

[…] La tomba trovata a S. Zeno e la lapide gallica vennero vendute dal comune al gen. conte Mazzucchelli che le ha poi cedute al Museo etnografico di Parigi.

“La battaglia di San Giorgio a Montechiaro”, Pierluigi Garzetti

Anche il secondo capitolo ci appare come utile inquadramento generale, ripercorrendo la storia delle battaglie in territorio monteclarense, fino alle vicende geopolitiche che riguardano le famiglie Visconti e Malatesta, con il particolare punto di vista di Montichiari. In conclusione l’autore ci conduce anche oltre, spiegando i fatti storici di inizio ‘500, passando per la pace di Lodi del 1454.

La cronaca dello scontro, nel dettaglio, la troviamo a cominciare dal capitolo quarto.

Per Pandolfo Malatesta il fratello Carlo Malatesta manda in suo soccorso un grande esercito capitanato da Ludovico Migliorati signore di Fermo e coadiuvato nel suo incarico da Manfredo di Barbiano e Antongaleazzo Bentivoglio. Il Migliorati e i suoi partono da Stellata a settembre dell’anno 1420, si compattano a Verona e Mantova per raggiungere Brescia, arrivano alla Fossa di Montechiaro attraverso le paludi (Novagli) con un esercito composto da 5000 cavalieri e 2000 fanti.

“La battaglia di San Giorgio a Montechiaro”, Pierluigi Garzetti

Ancora, nel capitolo quinto, i fatti sono ripercorsi con approfondimenti che riguardano soldati di ventura, cavalieri e capitani (ripresi anche nel capitolo IX, con armi ed armature). Quello successivo è poi un capitolo ancor più dettagliato, che descrive le singole azioni sul campo di battaglia con stile colorito, quasi “dipinto” a fantasia, dove la “scientificità” del saggio cede il passo al romanzo storico:

Sebbene nei caldi colori del paesaggio autunnale il clima è ancora mite e le giornate di pioggia hanno ripulito l’aria rigenerando la natura provata dalla calura estiva, l’impatto ambientale non è indifferente al passaggio di questo esercito. Già all’udire il ritmo dei tamburi che arriva dalla lontananza alcuni uccelli improvvisamente turbati si liberano nel cielo per vedere cosa si stia muovendo sotto di loro e valutare la situazione di pericolo, mentre gli animali selvatici si nascondono rapidamente nelle loro tane disturbati e intimoriti dai rumori, dalle voci e dall’odore che questa orda spaventosa e interminabile trasmette avanzando incessantemente.

“La battaglia di San Giorgio a Montechiaro”, Pierluigi Garzetti

Il Garzetti ci porta ad immergerci nell’atmosfera cavalleresca di quel 1420, facendoci rivivere i momenti salienti che hanno segnato la storia di Montichiari e di tutta la provincia bresciana, nei luoghi ancor oggi rintracciabili e descrivibili (l’autore ne ha anche ricostruito una mappa dettagliata). Con la sua fantasia d’artista, ci narra anche di aspetti ambientali che raramente le cronache riportano, come la reazione dei poveri paesani, o le malattie tipiche degli eserciti.

Con tutti i limiti di un non scrittore professionista (ancorché valentissimo pittore), all’autore il merito di averci fatto riscoprire una delle battaglie più sanguinose e decisive del nostro Medioevo, riportandoci anche quello che ne hanno scritto gli storici (nel capitolo VII).

Verso la fine, a pag. 81, ecco la descrizione del dipinto, realizzato a partire da schizzi eseguiti nel sito della battaglia proprio l’8 ottobre 2021.

Il libro – realizzato con il fondamentale sostegno dell’associazione Vittorio Pezzaioli e il patrocinio del Comune di Montichiari – si presenta corredato da fotografie originali a colori, disegni dell’autore e immagini di repertorio, oltre che da un’appendice sui luoghi ed interessanti conclusioni/riflessioni su enigmi irrisolti. Un’opera completa, discretamente confezionata, con tutti i limiti e i pregi della tematica “di nicchia”, solo apparentemente locale.


Titolo: La battaglia di San Giorgio a Montechiaro
Autori: Pierluigi Garzetti
Editore: Youcanprint, 2022

Genere: Saggio storico
Pagine: 140
EAN: 9791221439908

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